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venerdì 27 aprile 2012

ERBA BRUSCA A MILANO



Niente minimal chic e tanto meno snob. Erba Brusca suona bene subito, trasmette voglia di verde e in questa stagione ottiene il suo fulgore. Cenare in libertà quando davanti agli occhi restano gli ultimi scampoli del tramonto e i fiori dell’orto vanno a dormire. Gli stessi che la chef Alice Delcourt, per metà francese e metà inglese, mette nelle sue creazioni in cucina: basiche, semplici, appetitose. Con i piedi nell’erba o quasi si gusta meglio lo sgombro affumicato con crema di rape rosse, yogurt greco, sedano e dragoncello. Un piatto che è diventato un vanto di questa cucina. Ripetitivo probabilmente, con le erbe dell’orto che cambiano sin che la natura produce, ma essenziale per come cattura il palato con i suoi aromi.
La chef qui non si esibisce e neppure prende rischi. Il pesce di lago ha tono e gusto se accompagnato con la salvia e il timo. I profumi dell’orto sono, con i suoi fiori, “poveri ma belli”, nella stagione primaverile. Anche buoni per come sono serviti a tavola. Basilico, rosmarino, melissa, maggiorana, menta piperita e le erbe un po’ meno note, ma ricche di gusto, pimpinella, achillea e l’erba brusca che a questo luogo dà il nome. 




Spontanea e ricca di vitamina C è raccolta lungo i corsi d’acqua e ancora dove finisce la città, all’Alzaia Naviglio Pavese, dove prende forma la cucina di Alice. Felice di essere qui dopo gli anni trascorsi, a “farsi le ossa”, a New York, in Lower East Side e al River Cafè a Londra, lungo Thames Path dove ha collaborato con cuoche del calibro di Rose Gray e Ruth Rogers con grande attenzione alla cucina mediterranea. L’orto-cucina a pochi passi da Milano è davvero poco francese. L’anima è molto più mistica e internazionale. Non tanto per il brunch domenicale, pancakes alla trota affumicata e carrot cake, sempre gradito in alternativa a stucchevoli pranzi al chiuso, quanto per la forza che il luogo stesso emana. Un po’ come è accaduto alla chef australiana Skye Gyngell finita a pochi chilometri da Londra, al Petersham Nurseries, cuore di un vivaio, dove piante e i fiori crescono in armonia prima di essere raccolte.



Il sorriso di Alice è disarmante come la bontà delle sue zuppe, dove finalmente si sente una ragione di gusto, il paté di coniglio servito con nespole grigliate, origano e cipolla dolce e tutte quelle carni bianche che vanno d’accordo con una cucina un po’ bio, ma soprattutto sana. A un anno di rodaggio il team funziona. La città ha bisogno di questi luoghi per consentire di riprendere fiato. E non ve lo toglieranno i protagonisti dotati sempre un buon stato di allegria. Il gruppo è quello del ristorante Ratanà al quartiere Isola. Il comico Antonio Albanese, il dermatologo Marco Fumagalli, Cesare Battisti, mano fortunata nel mantecare il riso e Danilo Ingannamorte, conoscitore del vino, forse un po’ troppo proiettato verso il naturale, ma è la tendenza del momento. Lei, Alice, unica donna tra tanti maschi, non perde la calma e anche per chi arriva in affanno riporta il giusto clima proponendo uno dei suoi piatti come il pollo alla griglia con salvia e limone oppure l’agnello al timo con lenticchie e chutney di albicocca e menta. Sarete rinfrancati. A dar man forte un ottimo spaghetto, vongole e tartufo nero, naturalmente con l’erba brusca.
Corriere della Sera-Style Magazine




DOVE COME QUANDO 


Erba Brusca
Alzaia Naviglio Pavese, 286 
Milano
Tel. +39 02 87380711 
Prezzo medio (vino escluso): 35 euro
Giorno di chiusura: lunedì e martedì

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