Pagine

giovedì 25 ottobre 2012

ANTINORI, UNA CANTINA PER IL FUTURO




















Senza retorica, cosa può essere una cantina. Quella degli Antinori per esempio, ultima in ordine di uscita, prima in quel sottile gioco che coinvolge ambiente, estetica, vino, vanità. Una nuova cantina non è un condominio, ma almeno negli intendimenti di questa famiglia toscana che del vino ne ha fatto una ragione da 26 generazioni, è un valore che sposta in qualche modo le regole di quanto una vecchia cantina poteva dare e fare in passato. Un luogo prima di tutto, in un contesto chiamato Chianti, dove il vino è una delle voci insieme a cultura, arte, storia. Dunque sorrido di fronte a chi allarga le braccia e ancora usa termini come "cattedrale di ferro e vetro" o fa uso di scetticismo. Cinquecento anni di storia ben ancorati al territorio, nel nome del vino, per Antinori hanno segnato ineluttabilmente un percorso. Quasi prigionieri, metaforicamente, di una scelta di vita che di certo dimostra cosa può essere una cantina.



















L'impero di bottiglie sarà contenuto, almeno all'avvio, in circa due milioni e mezzo di pezzi, come produzione. La capacità del nuovo impianto può arrivare a circa sei milioni e oltre. Gli spazi non mancano. La scelta è fortemente sul Chianti Classico. Solaia, Tignanello e Badia a Passignano restano le griffe di punta, ma le loro cantine sono altre.  Circa 26 mila metri quadrati per il nuovo quartier generale di Antinori, dove troveranno posto uffici, sale degustazione, biblioteca, museo, galleria, ristorante, auditorium naturalmente attorno al nucleo centrale destinato a botti e barrique. Un luogo dove lavoreranno 120 persone. Un investimento di circa cento milioni di euro, più della metà costituito da risorse di famiglia, trenta per cento tra dismissioni delle vecchie cantine di San Casciano e contributi pubblici. L'apertura al pubblico è prevista per febbraio 2013 dopo otto anni di lavori, primo sbancamento sulla collina di Bargino autunno 2004, e circa un anno e mezzo di sospensione lavori. Firenze resta la sede storica.


















I protagonisti. Albiera, Alessia e Allegra costituiscono il futuro immediato di Antinori. Le figlie del marchese Piero Antinori hanno dimostrato nel tempo come sia possibile unire lavoro e charme in cantina. Ci siamo abituati a vederle negli anni fotografate in giardino in relax come destreggiarsi tra casse di vino e filari di vigna. Non poco se consideriamo il peso della griffe che portano sulle spalle. Il marchese Piero Antinori. Ricordo le avvisaglie di questa nuova cantina, un po' di anni fa raccontate sul Corriere della Sera. I sentimenti e le paure legate all'avvio di un progetto ambizioso e oneroso oggi attennuati dalla realizzazione di quanto è visibile agli occhi di tutti. Renzo Cotarella, direttore generale, simbiosi tra nobiltà e sapere enologico, abituati alla sua pacatezza, disponibilità, professionalità. Una leva insostituibile nel meccanismo Antinori. L'architetto Marco Casamonti: il talento e il furore. Le vere paure operative, ma anche l'estetica e il design applicati alla praticità di un luogo destinato a diventare un unicum di convivio, produttività e vigneto.


Albiera Antinori,  commossa dalla folta presenza degli abitanti di Bargino, "vicini di casa" della piccola frazione dove sorge la nuova cantina Antinori, nel comune di San Casciano Val di Pesa, invitati la mattina presto a prendere visione della novità. "In qualche modo appartiene anche a voi e siete i benvenuti".




La grinta del marchese Piero Antinori e il suo messaggio: "Dopo cinquecento anni di storia nel mondo del vino e 26 generazioni questa cantina non è un punto di arrivo, ma la partenza, pensata e sognata per le prossime 26 generazioni".



DOVE COME QUANDO

Antinori nel Chianti Classico
Via Cassia per Siena Km 273
Località Bargino
San Casciano Val di Pesa
Firenze







Nessun commento:

Posta un commento