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sabato 26 maggio 2012

VEUVE CLIQUOT IN FONDO AL BALTICO


Duecento anni fa in fondo al Mar Baltico di fronte alle finlandesi isole Aaland. Un carico di bottiglie partito dalla Francia e destinato probabilmente alla corte degli zar di Russia fa naufragio con il battello e l'equipaggio che lo trasporta. Nel 2010 un gruppo di sommozzatori scopre, a 55 metri di profondità, il carico. Un tesoro di bottiglie: 168, di queste 47 sono griffate Veuve Cliquot Ponsardin. A Reims, venerdì 25 maggio 2012, nella Maison storica di Veuve Cliquot si degusta una delle bottiglie ritrovate. Duecento anni prima quella bottiglia era partita da qui con l'avallo di Madame Cliquot Ponsardin.


La celebrazione  è accompagnata da un degustazione unica. Sfilano le bottiglie del ventunesimo secolo: i Brut Carte Jaune 2008 e Rosé Non Vintage 2008. Del ventesimo secolo: Grande Dame Rosé 1988, Grande Dame 1962, Brut Carte Jaune 1953, Vintage Rosé 1947 e Cuvée 1904. In attesa di degustare il diciannovesimo secolo con la bottiglia trovata in fondo al Mar Baltico.


Al tavolo, il presidente di Veuve, Jean-Marc Lacave, invita gli enologi che hanno fatto storia e continuità della Maison: Dominique Demarville, Jacques Peters e Charles Delhaye. Commentano e conducono verso l'apertura della bottiglia del Mar Baltico che è rientrata a Reims dopo un lungo sonno in fondo al mare.

Grande Dame 1962 - Lievi note di ossidazione per questa eccezionale bottiglia che si avvicina dal colore, alle note, al gusto verso un Amontillado. "Non è un vino, ma qualche cosa di più" dice uno degli enologi. L'esperto Delhay aggiunge: "Ha profumo delle botti che si incontrano quando si scende nella cave". Grande evoluzione del Pinot Nero, vitigno eletto dalla Maison per i blend con lo Chardonnay e i rossi di Bouzy per i Rosé. La freschezza della montagna di Reims. Ne esistono due esemplari.

Brut Carte Jaune 1953 - Il colpo al cuore di questa degustazione. E' presentato in magnum. Freschezza, speziatura esotica, buccia di arancia amara, nocciola. "Tartufo e caffè", aggiunge lo chef de cave Dominique Demarville. Acidità e agrumato rendono il tutto magnifico. Il termine esatto: eccezionale.


Vintage Rosé 1947 - Liquoroso, ramatura nel colore, acidità bilanciata, freschezza. Note di Rum. Ancora una grande prova dell'evoluzione del Pinot Nero. Vino decisamente da meditazione. Degorgiato all'inizio del 1950. Sessantacinque anni di età. Emozionante.

Cuvée 1904 - La più vecchia bottiglia nella cantina Veuve, almeno sino al ritrovamento avvenuto nel mar Baltico. Ancora freschezza, l'evoluzione del Pinot Nero. Ossidazione. Note di polvere di cacao, essenze esotiche, caramello. Vicino al distillato, alle caratteristiche del Rum Zacapa. Bocca sontuosa. Straordinario.



Eccoci alla bottiglia del Mar Baltico. Attesa ed emozione in un grande silenzio della sala. "Un privilegio aprire questo flacone", dice Demarville. Fabienne Moreau, storica e archivista della Maison, fa il punto sulle ricerche per attribuire una data verosimile alla bottiglia. Una circolare redatta da Madame Cliquot e le considerazioni sulle vendemmie dell'epoca fanno credere a ragione che la data possa essere 1839-40. Il primo impatto è verso note stantie di legno, crosta di formaggio, qualcuno azzarda "parmigiano". Personalmente sento sentori di corteccia d'albero, invadente dolcezza con sfumature di zucchero di canna. All'epoca gli Champagne erano molto più dolci di oggi. Accompagnavano i fine pasto, oggi le cose sono cambiate. "Trés sucrè", dice Demarville, "freschezza", secondo Peters. E' suggestione pura, un gioco inaspettatamente arrivato duecento anni dopo. Il prestigio della Maison, l'orgoglio di poter mostrare al mondo qualità e serietà di una filosofia produttiva. L'esperto e ironico Charles Delhaye chiude tra gli applausi: "State bevendo il risultato di un vitigno che non esiste più, gli aromi vengono da vigne a piede franco, prefilossera, che spariranno per sempre quando avrete finito di degustare quanto vi è stato versato nel bicchiere".




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