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sabato 21 luglio 2012
A SIRMIONE ANGUILLE ALLA DIOSSINA
Mi ha telefonato Adelino Signori, pescatore di Sirmione. Allarmato e preoccupato per come sta andando la pesca sul lago di Garda. Dove pesca lui i responsabili del Ministero della salute hanno confermato il divieto, uscito lo scorso anno, di pesca all'anguilla, troppo alti i valori presenti di diossina e altri inquinanti. Ma la cosa buffa è che da Peschiera sino a dove le acque del lago alimentano il fiume Mincio si può tranquillamente continuare a pescare, vendere e mangiare le stesse anguille vietate a qualche chilometro di distanza. Adelino non dorme di notte perchè è sul lago a pescare, è la sua vita. Come la sua quella di altri venti pescatori, gli ultimi rimasti a Sirmione. Ieri ha portato a riva coregoni, venti chili di tinche e circa 800 sardine, così da poter preparare nove cassette. "Si sopravvive, ma questo divieto ci penalizza. Il PCB trovato nelle anquille è così basso che scompare quando è cotto. Per far male, una persona dovrebbe mangiarne quattro chili a settimana". Lo ricordo attento e scrupoloso dieci anni fa quando il 3 maggio 2002, sul Corriere della Sera, nella rubrica "Vie del gusto", scrissi: "...Alle tre di mattina l'Adelino era in acqua, sul Garda, seguito dal rantolo del motore del suo scafo e dal vento. Nelle reti c'erano 34 chili di anguille, è andata bene, un po' peggio la notte prima, quando i chili pescati sono stati 25. Di questi tempi l'anguilla si raccoglie che è un piacere, "anche se - ammette il pescatore - da quando c'è la diga del Salionze non c'è più risalita naturale di questo pesce". E allora si seminano gli avanotti, come se il lago fosse un campo di grano, chi sopravvive ha comunque il destino segnato...". Il tempo non ha migliorato nessuno e niente.
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