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martedì 25 settembre 2012

CA' D' MORISSIO, UNICITA' DEL BAROLO














Monprivato Ca' d' Morissio, quando il Barolo raggiunge livelli di unicità. Ca' d' Morissio, la "casa di Maurizio, mio nonno", dice Mauro Mascarello, è un vanto per l'enologia tutta. Discreti, piemontesi, contadini nell'animo, la famiglia di Mauro prosegue in un progetto iniziato nel 1881 quando Giuseppe, dopo una vita da mezzadro presso i poderi della marchesa Giulia Falletti Colbert, si mise in proprio.
Se esiste una famiglia del vino questa è. Mauro nel 1988 ha 
reimpiantato la vigna di Castiglione Falletto con cloni antichi di Michet, varietale del Nebbiolo. L'acquistò l'avo Maurizio nel 1904, un cru che identifica i Mascarello e la loro storia. Un crinale di sei ettari dove le uve sono gelosamente allevate in terreni bianchi, calcareo limosi. "Il vantaggio della vinificazione tradizionale è che non si hanno profumi di vaniglia e cioccolato e la frutta non è camuffata da note di legno", è questo il monito di Mauro verso chi fa vino. Così eccentrico se vogliamo forte nel garantire Baroli con profumi fini, eleganti, intensi. Una grande visione per chi oggi vive ancora di terra. Il Barolo Ca' d' Morissio è finito secondo nella recente classifica dei 50 Best italian wine awards nata da un'idea di Luca Gardini. In compagnia di Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, Rocche del Falletto di Bruno Giacosa, Gavarini Vigna Chiniera di Elio Grasso, Bricco Boschis di Cavallotto, Riserva Vigna Rionda di Massolino. Cinque Baroli nei primi diciotto, due nei primi quattro. Onore al vincitore: il Trebbiano di Valentini.




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