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You Make a Living from What You Get - But You Make a Life from What You Give
domenica 31 marzo 2013
sabato 30 marzo 2013
LA CANTINA ROMANA DI SAN PIETRO
La cantina-enoteca di Marco Recupero attira per l'atmosfera immediatamente accattivante. Un piacevole disordine invita alla scelta. Le referenze variano tra 250 e 400. La selezione dei vini porta subito all'Alto Adige, Veneto, Toscana, Piemonte, Puglia, ma le regioni italiane del vino sono quasi tutte presenti. Con una bella e prestigiosa selezione di Champagne, Bordeaux e Borgogna. Le etichette sono rare perchè il cantiniere è prima di tutto un appassionato che ha ancora lo spirito di viaggiare e degustare nel nome della ricerca. Alto il rapporto qualità-prezzo. Si possono scegliere ottime etichette a due passi dal Vaticano.
DOVE COME QUANDO
La Cantina di San Pietro
Via Alcide De Gasperi, 33
Roma
Tel. +39 06 6370390
PAOLO BASSO; MONDIALE DEI SOMMELIER
Il miglior sommelier del mondo per il 2013 è italo-svizzero, abita a Vacallo in Canton Ticino e lavora per il ristorante Conca Bella. Ai campionati mondiali conclusi nei giorni scorsi a Tokyo, Paolo Basso, 46 anni, nato a Besnate, diplomato alla scuola alberghiera di Sondalo, ha regolato 54 rivali. Ritenuto un eterno piazzato forte dei tre secondi posti accumulati nel 2000, 2007 e 2010, il sommelier si è preso una giusta e meritata rivincita. Succede a Gérard Basset. Alle sue spalle si sono piazzati il belga Aristide Spies e la canadese Véronique Rivest, gli altri finalisti selezionati dopo due fasi eliminatorie. È la prima volta che si laurea campione un concorrente arrivato dalla Svizzera.
ANTEPRIMA: NUOVA REDBULL DAL PRIMO APRILE
Non è un pesce d'aprile, ma Redbull esce sul mercato italiano dal primo del mese prossimo con un nuova bibita. L'azienda austriaca cresce di un nuovo prodotto che nelle intenzioni dei suoi dirigenti dovrebbe coprire le esigenze di chi ama l'aperitivo. Colore rosso-rosato, il nuovo analcolico frizzante a base di zucchero, agrumato, vanta sentori di erbe e spezie dolci. Sul mercato il prezzo non dovrebbe superare un euro e mezzo alla lattina.
giovedì 28 marzo 2013
HOFSTATTER: VIGNA SOTTO LA NEVE
Grande suggestione per le vigne della cantina Hofstatter di Termeno. Potature concluse, ma l'ultima neve allunga il sonno invernale della vite.
sabato 23 marzo 2013
SOLDERA: PERCHE' LASCIO IL CONSORZIO
"Me ne vado dal Consorzio del Brunello senza sbattere la porta. Dopo quarant'anni di progetti e polemiche ritengo sia giunto il momento dei saluti. Continuerò a fare il Sangiovese in purezza sulla collina di Montalcino, nella mia azienda di Case Basse, come ho sempre fatto. Ritengo inutile restare all'interno di quel meccanismo. Le nuove norme comunitarie hanno ulteriormente allontanato i produttori dall'obiettivo di produrre un Brunello vero nel nome del Sangiovese. Oggi basta un soffio, un voto, per cambiare il disciplinare e mandare a monte un progetto nel quale ho sempre creduto, quello di un vino giusto e realizzato in purezza. Ho subito un danno incredibile, tutti hanno assistito allo scempio, mi è stato proposto di avere del vino come "risarcimento". Impossibile idea, sarebbe stato come firmare con il mio nome un vino fatto da altri. Tutto qui. Qualcosa si è salvato nella mia cantina, parte dell'annata 2006 già in bottiglia e parte della produzione delle annate 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 la cui vendita avverrà nei prossimi anni. La forza per andare avanti".
sabato 16 marzo 2013
WINE SPECTATOR: COPERTINA A FARINETTI
Oscar Farinetti patron di Eataly guadagna la copertina di Wine Spectator, il quindicinale americano dedicato al vino. "Il campione dell'Italia, la sua conquista intorno al mondo", titola l'autorevole rivista che svela vita e segreti dell'imprenditore piemontese nel numero del 30 aprile prossimamente in edicola.
giovedì 14 marzo 2013
ARGIOLAS: I VENT'ANNI DEL TURRIGA
I primi vent'anni del Turriga. Il rosso per eccellenza di Argiolas che ne accompagna la storia e l'evoluzione. La storia della cantina sarda di Serdiana, della famiglia Argiolas, alla terza generazione impiegata in vigna, di un vino nato all'alba degli anni Novanta dal la di Giacomo Tachis, talento creativo dell'enologia italiana e grande fiuto nell'indicare la Sardegna del vino come sicuro riferimento della qualità. Un bell'affresco per ricordare un cammino che ormai ha superato le venti vendemmie. E procede spedito con la gestione di Francesco e Giuseppe Argiolas, i figli Francesca, Valentina, Antonio e il prezioso apporto di Mariano Murru, enologo, erede di Tachis nella cantina sarda. L'annata 2008 accanto al 1988 ha ancora una volta evidenziato le potenzialità di questo vino complesso, elegante con sentori di marasca, leggero balsamico, note di erbaceo. Un vino adatto ad accompagnare la pecora stufata al Turriga e l'agnello da latte disossasto preparati dallo chef Sergio Mei del Four Seasons di Milano, in grado tuttavia di non sfigurare sulle tavole del mondo. Giusto celebrare il ventennale con una etichetta in edizione limitata e un nuovo "abito" per la celebrazione realizzato da Antonio Marras, il racconto a tema, scritto da Marcello Fois e la musica di Paolo Fresu. Non a caso tre sardi, la loro cultura e il talento.
DOVE COME QUANDO
Argiolas
Via Roma, 56/58
Serdiana (Cagliari)
Tel. +39 070 740606
www.argiolas.it
Produzione: 2.000.000 di bottiglie
Ettari di vigna: 230
Turriga 2008
Vitigni: Cannonau, Carignano,
Bovale, Malvasia Nera
Bottiglie: 50.000
Prezzo in enoteca: euro 47
mercoledì 13 marzo 2013
IL PASSITO PER LA PASTIERA DI UGO MIGNONE
Il passito che si fa dolce è davvero l'ultimo exploit in ordine di tempo di Arcipelago Muratori, della mente fervida del suo enologo Francesco Iacono, del suo staff e della pasticceria napoletana Mignone. L'ultima creazione dolciaria firmata Ugo Mignone propone una eccellente ricetta: la pastiera Giardini Arimei (nome della tenuta ischitana dell'Arcipelago Muratori) dove le note suadenti del passito incontrano il gusto del celebre dolce partenopeo con l'inconfondibile sentore di zagara, i fiori d'arancio, e petalo di rosa.
DOVE COME QUANDO
Pasticceria Mignone
Piazza Cavour, 145
Napoli
Tel. +39 081 293074
www.pasticceriamignone.com
Tenuta Giardini Arimei
Via Pietra Brox, 51 bis
Forio (Ischia)
Tel. +39 081 909614
www.arcipelagomuratori.it
Produzione: 17.000 bottiglie
Ettari di vigna: 6,5
Giardini Arimei passito secco
Vitigni: Biancolella, Forastera, Uva Rilla, Coglionara
Bottiglie: 8000
Prezzo in enoteca: euro 25
I VINI SIMBIOTICI DI ARCIPELAGO MURATORI
Uno-due niente male di Arcipelago Muratori con l'anteprima dei nuovi vini simbiotici. Oppida Aminea, nome della tenuta, da vita a un bianco allevato appunto nel Sannio Beneventano, in Campania, nei vigneti della proprietà, destinato a far parlare di se. Già il colore (intuibile nelle fotografie di Susannah Bosanquet) conquista, carico e dorato."Vini gialli" come da sempre afferma l'enologo Francesco Iacono. Grande compostezza, eleganza, i profumi sono avvolgenti, tocchi di balsamico e pepe rosa. Cura maniacale in vigna e cantina, processi naturali e rispettosi dell'ambiente. La solforoso è a 14 mg/litro, valori estremamente bassi, la nuova filosofia dell'azienda porterà nel tempo all'azzeramento di questo valore e relativa presenza in bottiglia. Il blend, annata 2011, è composto in prevalenza, circa 60 per cento, da Fiano. In enoteca si trova a circa 16 euro.
Il Simbiotico della tenuta toscana Rubbia al Colle a Suvereto è un Sangiovese in purezza che non ha fatto legno in questa versione 2010. Polveroso e complesso il rosso naturale non ha sfigurato di fronte al manzo fondente glassato allo stesso vino e con crema di polenta prezzemolata. Basso il valore della solforosa present: 12 mg/litro (bene ricordare che i valori sono a 200 per i bianchi e 160 per i rossi). In enoteca è acquistabile a 16 euro.
ANTEPRIMA:BRUT SIMBIOTICO DI VILLA CRESPIA
Bollicine di Franciacorta senza solfiti. Una anteprima dell'azienda Arcipelago Muratori di Adro. Degustato in compagnia dell'enologo Francesco Iacono il Brut Villa Crespia Simbiotico, cioè realizzato in simbiosi con l'ambiente, la natura, il tempo. L'exploit è rappresentato dalla ridottissima presenza di solforosa: 9 mg/litro contro i 200 dei bianchi e 160 dei rossi. Il futuro dell'azienda guarda verso vini sempre più naturali con un ridotto intervento della chimica e della manipolazione in cantina.
VILLA CRESPIA: NOTE DI DOSAGE ZERO AL WEB
A lezione di Dosage zero in Franciacorta. Una ventina di blogger si sono ritrovati a Villa Crespia ad Adro in una delle aziende dell'Arcipelago Muratori per investire in conoscenza enologica. La cantina chiama il web e viceversa in una interessante dimostrazione dell'enologo Francesco Iacono. Sei differenti step per "decidere" come diventa Brut o Dosaggio Zero una bollicina di Franciacorta. Domande, fotografie e post hanno rubato curiosità ed emozione per un paio d'ore.
La conoscenza segue un discorso culturale più ampio sulla natura delle cose. Villa Crespia dispone di due situazioni morfologiche dove le proprie vigne vengono allevate. Una di pianura, dove i terreni sono di origine fluvio-glaciale, ricchi di acqua e fertili; una di collina con suoli morenici, ciottoli, scheletro, terreno più magro, meno vigorosi. Da qui parte la costruzione, secondo l'enologo Iacono, dei vini dell'azienda. Segreti e magie nell'assecondare l'ambiente senza forzature innaturali, riducendo progressivamente l'impiego della chimica e abbassando la solforosa a valori che oscillano intorno ai 50mg/litro. Su circa 11 milioni di bottiglie prodotte di Franciacorta il 3 per cento (circa 350 mila bottiglie) è Dosaggio Zero. Il 50 per cento della produzione di Villa Crespia (circa 330 mila bottiglie prodotte nel 2012) sono Dosaggio Zero. La premonizione dell'enologo Iacono, considerato l'equilibrio e la naturalezza con le quali si presentano le basi delle bollicine dell'azienda dopo la vendemmia, è che la tipologia Dosaggio Zero possa andare a coprire, in un prossimo futuro, il 97 per cento dell'intera produzione di Franciacorta.
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martedì 12 marzo 2013
TRIBUTO A HENRI KRUG
Difficile non pensare al paradosso
guardando negli occhi Henri Krug. Lui stesso è inusuale, le sue mani, la sua
figura semplice ed elegante, il suo naso. Quello che gli ha permesso per
quarant' anni di creare un vino inimitabile. Il peso di una famiglia arrivata
alla sesta generazione e gli affanni di chi, con ostinazione, accontenta quel
gusto nel mondo. In poche parole, un artigiano che produce le più pregiate
bollicine della terra. Nascere Krug «non significa automaticamente essere
Krug», dice con un filo di sorriso. «Il 15 settembre 1962, quando tornai dal
servizio militare in Algeria, raggiunsi mio padre, Paul, a Reims. Mi disse:
sarai dirigente tecnico. Capii subito, incrociando il suo sguardo, che
significava: vedremo». Quell' aria un po' svanita, da ufficiale senza comando,
che tuttora conserva, non lo dimezzò. Anzi, finché suo padre è rimasto in vita,
lo ha chiamato accanto a sé, ad annusare milioni di bicchieri per cercare quel
gusto unico. «Ho sempre voluto l' eccezione, come i miei avi, declinando il
compromesso. Nella nostra maison c' è una parola che non esiste: forse. Un vino
è degno di far parte di una grand cuvée, oppure no. Ci neghiamo la possibilità
della scelta obbligata. Forse per questo il culto Krug ha un brutto carattere.
Ma è quanto ci interessa». Così è dal 1843, quando Johann-Joseph, nativo di
Magonza, fondò la fabbrica dell' azzardo e del rigore, gli stessi della
complessa Grand Cuvée, assemblaggio di 50 vini di dieci annate diverse. Con una
particolarità, la fermentazione in piccole botti di rovere. Filosofo, discreto,
Henri è amico dei vigneron e vizia i potenti a tavola, ma non solo. Il suo
champagne raggiunge luoghi insospettabili. Come accadde alla buonanima della
Regina madre d' Inghilterra, alcuni anni fa, ricoverata in clinica. Chi vide e
raccontò dell' arrivo, nella stanza reale, di due bottiglie di Krug,
magicamente coperte da biscotti fatti a mano, passò un brutto quarto d' ora. C'
è anche chi, pure avvezzo ai colpi di teatro, come Gerard Depardieu, produttore
di vino lui stesso, ha sentito il richiamo irresistibile di varcare il cancello
di rue Coquebert, a Reims. «Ecco, se posso osare un paradosso, il nostro
champagne nasce con la stessa passione che scaturisce da quell' attore. Le
nostre cantine sono diventate palcoscenico per una sua performance che ci ha
sorpresi, poi ha gridato due volte: siete dei giganti. Eravamo imbarazzati». La
galleria dei Krug-lovers è fitta di personaggi: Ernest Hemingway, che lo beveva
alla prima colazione al Ritz di Parigi, Ives Montand, Maria Callas, Coco
Chanel, Kate Moss, Sharon Stone, Martin Scorsese, Bruce Springsteen, Giorgio
Armani, «che adora degustare l' annata 1964 in formato magnum», dice Rémi Krug,
presidente della maison e accompagnatore del fratello in questo viaggio in Italia,
prima a Roma, poi a Firenze. Tutti stregati, ma pronti a perdere la pazienza se
manca la bottiglia. «Com' è accaduto a Sting, in Toscana, l' estate scorsa -
dice Rémi - e noi abbiamo provveduto». In che modo? Da Reims, è partita una
delle due Rolls Royce della casa, con l' effervescente carico. Henri nel 1976
inventa il Rosé, elegante, suadente, fruttato. Il preferito da Catherine
Deneuve. Ma anche quello che asseconda i desideri dello chef parigino Alain
Senderens. Dice Henri, quasi a giustificare: «Sono loro che ci hanno scelto,
noi non facciamo marketing». Appena mezzo milione di bottiglie, ricavate da 18
ettari di vigneto: l' 85 per cento inviato all' estero. I prezzi sono alti: da
100 a 400 euro. Per l' annata 1962 si raggiunge la follia: 1.100 euro. Il
mercato italiano è il primo, con circa 80 mila bottiglie spedite. E non è
tutto. L' eccellenza è rappresentata dal Clos du Mesnil, circa 250 euro, un
blanc de blancs prodotto in 12 mila pezzi, da vigneto storico, 1,85 ettari
cintati da un muro dal 1698, nel cuore di Reims. Una leggenda che, giunta alla
quinta generazione, segna il passaggio alla sesta con l' avvento di Olivier,
figlio di Henri, e Caroline, figlia di Rémi, per ora entrati in maison,
metaforicamente dalla porta di servizio Era emozionato il 65enne Henri, negli
studi di RaiSat-Gambero Rosso Channel, commentando l' annata 1962, la sua
prima: «Davvero uno Champagne può vivere 40 anni? Se non lo avessi fatto io,
faticherei a crederlo».
Corriere della Sera 5 ottobre 2002
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