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martedì 25 ottobre 2016

BARTOLO MASCARELLO 1999: BASTA LA PAROLA







Assoluto piacere degustare questo Barolo di Bartolo Mascarello annata 1999. Un Barolo perfetto, stilisticamente inappuntabile. Se la perfezione è empirica in questo caso l'eccezione conferma la regola. Dal colore alla sostanza nel bicchiere non servono troppe parole per raccontare un vino complesso, elegante, fine, netto come poche cantine piemontesi sanno produrre. Questo è il caso. In uno dei comuni per antonomasia eccellenti e da vigneti altrettanto autorevoli, Cannubi, Rué, Rocche, San Lorenzo questo Barolo, che sulle spalle porta diciassette anni, sprigiona sensazioni uniche. Sensazioni di balsamico, cacao, liquerizia e una dolcezza rara aggiungono all'armonia un valore difficilmente ripetibile con prospettive, per l'annata in questione, ancora in essere per ulteriori sorprese future.






DOVE COME QUANDO

Cantina Mascarello Bartolo
Via Roma, 15
Barolo (Cuneo)
Tel. 0173 56125
www.barolodibartolo.com
Anno di fondazione: 1918



mercoledì 19 ottobre 2016

PROMIS E PERCRISTINA, SFIDA ALL'ULTIMO SORSO





Premetto che se tutte le sfide avessero contendenti così ci sarebbero soltanto vincitori. Il Promis creato da Angelo Gaja nella tenuta Ca' Marcanda a ridosso di Bolgheri in Toscana e il Percristina di Domenico Clerico a Monforte d'Alba, sono il frutto di due grandi produttori, diversi, ma con una passione unica per il loro lavoro. E nel bicchiere si sente. Da una parte Merlot, Syrah e una piccola parte di Sangiovese, dall'altra Nebbiolo. Il primo: fresco, elegante, armonico, la bottiglia degustata ha denunciato quattordici anni di età senza una sbavatura. Accompagnato a due piatti semplici, ma di gran gusto realizzati dalla passione per la cucina di Piergiorgio Scrimaglio: la zuppetta di fagioli dall'occhio, varietà piemontese ricca di vitamine, ferro, magnesio e il cotechino con purea preparata al momento con latte di mungitura. Così si è comportato anche il dodicenne Barolo, di Domenico Clerico, dedicato alla figlia, complesso, intenso, maturato per 24 mesi in piccole botti,  ha messo in luce sentori di pepe verde, vaniglia, speziatura e denunciato la capacità di migliorarsi ulteriormente nel tempo se non si fosse stappato.  









giovedì 6 ottobre 2016

LE STELLE DI CASA FORMAT






Qui le stelle sono davvero tante. A cominciare dagli chef: Giovanni Grasso e Igor Macchia resi celebri dai successi gastronomici della Credenza di San Maurizio Canavese. L'ultimo impegno in ordine di tempo è Casa Format a due passi dalla reggia di Stupinigi nella campagna torinese. Proprio aperta campagna così che i due non si sono fatti sfuggire di allestire ben visibile un orto che consente verdure e la loro stagionalità. E per non smentirsi subito una croccante panzanella dove brillano i colori, l'occhio vuole la sua parte, integrata da una magnifica mozzarella casertana e le zucchine tritate anzichè i cetrioli. Il valore aggiunto sono le gustose acciughe siciliane (nell'immagine) in bagnetto verde.








L'idea di pinzimonio presentata sulla crema di ceci e spuma di extravergine esalta quanto offre in questo momento l'orto. I colori e la croccantezza delle verdure appena colte mettono in pace con chi non riesce mai a trovarle così. Difficile, ma non impossibile. A questa tavola si può.





Offrire un calice di vino a tema è senza dubbio una formula che paga. Questo "Arzigh" dal colore caldo di Luca Faccenda (appena settecento bottiglie) fa avvicinare anche i più scettici all'Arneis. Più importante il Fiano '99 "More Maiorum" di Mastroberardino servito con la battuta di fassone della macelleria Mosca di Biella e accompagnata, nei barattoli, da una salsa di acciughe, il sedano di Orbassano e lo sciroppo di zenzero. Geniale il mix che precede i ravioli di magro con i pomodorini dell'orto.

 











Non manca la passione in questa cucina. Igor Macchia è riuscito a plasmare un team attento e puntuale. Nessuna improvvisazione, pulizia e ordine a tavola si apprezzano sempre, la luce e i colori chiari assecondano una sala sempre occupata, anche a pranzo. Le due cosciette di galletto danno un senso finito al pasto. La marinatura è avvenuta in anice stellato, birra e caffè. Tocco finale la ratatouille di verdure.






"Meglio di così...", sembra apostrofare Giovanni Grasso, attento osservatore e fine palato, rivolto al prezioso lavoro della sua cucina.  I suoi ospiti appagati. Dulcis in fundo questa bella idea del gelato dissociato. Una montagna di crema mantecata nella vecchia "Carpigiani" di casa, proposta con albicocche di Garbagna, pasta sfoglia, crumble di nocciole leggermente salate e cioccolato caldo. Un esercizio golosissimo. 







DOVE COME QUANDO

Casa Format
Via Tetti Valfré, frazione Tetti Valfré
Orbassano (Torino)
Tel. +39 011 9035 436
www.casaformat.it
Chiusura: mercoledì
Prezzo medio (calice di vino incluso): euro 40





martedì 4 ottobre 2016

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