Lo champagne più regale del mondo. Per questo Olivier Krug, ultimo anello di una ormai lunga dinastia, ha ribadito "lo produciamo noi, in casa, un affare di famiglia, con gli assaggi, la pignoleria e costanza di Eric Lebel, il nostro chef de cave...". La risposta a chi sostiene sussurrando, che Krug non è più Krug da quando la Maison è entrata a far parte di LVMH, la holding delle grandi firme del lusso. Così per presentare l'annata 2002, già di tredici anni compiuti, sontuoso champagne di Maison, pieno di stile, diversissimo dal 2003, figlio di una stagione calda e bizzarra, accostato per far rimarcare la traccia di una grandezza che parte dalla vigna e arriva nel bicchiere dopo un numero infinito di assaggi e l'ossessione per il dettaglio. E la musica di Gregory Porter con "No love Dying", note per accompagnare l'eccezionalità di un sorso. Come per la Grande Cuvée 158ma edizione, segnata per la prima volta in etichetta, una novità, poche bottiglie per questo blend di 76 vini da dieci annate diverse, la più vecchia della vendemmia 1988, la più giovane del 2002. Terzo elemento scelto per un palcoscenico senza sbavature.
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