di ALBERT
“E’ buono. Proprio un buon ristorante. Proprio buono in
tutti i sensi.”
Ma quante volte ci si deve andare per essere sicuri di
esprimere un giudizio non dico attendibile al 100%, ma accettabile e
condivisibile da altri. Tre volte? Decine di volte? Centinaia di volte? E poi
cosa si deve guardare? Cosa si mangia (nel senso del food). Come è cucinato
(nel senso del cooking). Dove si mangia (nel senso del posto – non diciamo
location per carità - dentro e
fuori). Come si mangia. Il servizio. I servizii (nel senso dei bagni). La
presentazione dei piatti (il graphicfood)? E i bicchieri. Non li guardiamo i
bicchieri? La forma, il colore, le ditate? E quello che va nei bicchieri?
L’acqua, il vino, la birra. E i tovaglioli: di carta o di lino fa lo stesso? E la vicinanza degli altri tavoli? E il
rumore? Ma neanche l’eccessivo silenzio dove senti le mosche volare.
La cortesia è importante. Ma quanto importante? Non quella
stereotipata, ma nemmeno le paccate sulle spalle. E le guide? Le stelle delle guide
le snobbiamo? Ma chi crediamo di
essere?
Se poi se la tirano troppo non va bene. E se trattano i
clienti a seconda di quanto sono importanti, anche questo non va bene. Ma anche
se, per partito preso, fanno finta di non conoscere il personaggio famoso.
Se poi – ad Albert càpita solo in due posti al mondo – si
ricordano che non bevi acqua e ti mettono solo un bicchiere, quello del vino, e
a tua moglie tutt’e due: beh, in questo caso possono anche rovesciarti addosso
una cofana di rigatoni al sugo che va bene lo stesso.
Comunque sia e comunque la si pensi, per Albert, l’unico
ristorante “perfetto” (si fa per dire, anche lui ha le sue mancanze, ci
mancherebbe) è un piccolo bar di Venezia - saranno due metri di marmo nero
venato – riempito di tavoli, camerieri e clienti come una scatola di conserva. E’ il bar di Arrigo. In inglese Harry’s
Bar. Già sentito nominare?
Sempre perfetto. Non qualche volta. In un posto (la
terribile location) che più “ombelicale” non c’è. All’inizio del Canal Grande,
l’arteria (quella sì va chiamata arteria, mica Ocean Drive), la principale arteria
urbana del mondo da almeno un migliaio di anni. Non c’è molto da dire.
Se non ci siete ancora stati e avete più di 35 anni, non
andateci. Non fa per voi.
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