di Angelo Gaja
Appunti di viaggio: Cile, gennaio 2017
La COCA COLA venduta in
Cile porta nella confezione un ottagono nero (non ha il valore di una medaglia) con la
scritta
in sostituzione o
congiuntamente alla tabella dei valori nutrizionali. Si tratta di un provvedimento
recente, fortemente sostenuto dal Senador Guido Girardi e introdotto dal
Governo Cileno, con il quale viene posto l’obbligo di contrassegnare i prodotti
dai valori energetici elevati con le scritte:
L’avvertimento è più
visibile e più efficace di quanto generalmente riportato nella tabella dei
valori nutrizionali e vuole avere una duplice funzione: dissuadere il
consumatore dagli abusi, contrastando così l’obesità e le malattie a essa collegate;
indurre le multinazionali ad abbassare il livello dei valori energetici.
Il vino reca in
etichetta il contenuto di alcool, che è il componente dal valore energetico
significativo. E’ da escludere che anche al vino venga applicato identico
trattamento. Perché l’alcool del vino si produce con processo che più naturale non si può (avviene
così da 9000 anni, sempre allo stesso modo), a carico dei lieviti che lo ricavano per trasformazione
dello zucchero contenuto nel mosto d’uva. Non è alcool aggiunto di proposito,
come avviene invece per le bibite idroalcoliche colorate e aromatizzate, oppure
accresciuto in volume attraverso la distillazione come avviene per gli spiriti.
L’alcool, lo zucchero, i grassi, il sale … vengono aggiunti a prodotti che si
pongono l’obiettivo di raccogliere elevato gradimento e che spesso godono anche
di campagne pubblicitarie attraverso le quali costruire/orientare il gusto del
consumatore. L’esempio del Cile è per ora un campanello d’allarme marginale; nasce
però da una sensibilità nuova e diffusa, di esigenza di maggiore salubrità
alimentare, che le multinazionali delle bevande e del cibo non potranno ignorare.
Nessun commento:
Posta un commento