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giovedì 26 aprile 2012

SORI' GINESTRA, L'ETA' DEL NEW BAROLO






Matteo Toso
sommelier campione d'Italia 2012
per la Guida Ristoranti l'Espresso







di  MATTEO TOSO

Appuntamento alla cantina Conterno Fantino, a Monforte d’Alba, di fronte a me dodici annate divise in tre batterie: la chiave per accedere al mondo del Sorì Ginestra.
PRIMA BATTERIA
1982 Riserva - Primo millesimo di Barolo per questa cantina. Nei confronti di questa annata storica per le Langhe, c'è qualcosa che va oltre il vino. Guido Fantino e Claudio Conterno lo assaggiano con una leggera smorfia sul viso dovuta a chissà quale ricordo legato alla partenza della loro avventura, che quest'anno compie 30 anni. Con loro Fabio Fantino, promessa della Maison. Il colore è compatto, aranciato, il naso etereo e polveroso apre le porte a una marasca sottospirito precisa, lasciando il finale a nuances di eucalipto. Il palato molto tipico è preciso, acidità stabile e tannino maturo con una leggera nota amara di mandorla sul finale.

1985 Riserva - Seconda e ultima riserva prodotta da questa cantina, venuta al mondo insieme alla secondogenita di casa Fantino, Elisa, che troverete sempre dietro alla scrivania con la mamma Alda, altro punto di riferimento dell’azienda. Un vino immenso. Il colore è sempre quello di un Nebbiolo maturo, ma più intenso del precedente, il naso caleidoscopico è un tripudio di frutta rossa matura in prima battuta, poi volge con classe alla liquirizia, cipria e finale di caffé. La bocca colpisce per l'ampiezza e la freschezza, entra grasso e così rimane a lungo. Un fuoriclasse.
1986 - Forse per l'annata grandinosa considerata più piccola, sicuramente per la bottiglia non perfetta, questo vino mi ha lasciato perplesso, ma con la promessa di analizzarlo di nuovo. Il colore è nettamente più evoluto dei suoi colleghi di batteria, mattonato, ma non ancora passato. Il naso ci porta in un bosco in autunno, funghi e humus, con profumi minerali di grafite e pietra focaia, finale di cacao. La bocca si discosta, risulta più giovane e fresca, la spalla è esile, elegante, il tannino è piccolo ma ci pensa un'acidità generosa.



1988 - Di nuovo una grande annata e una grande prestazione da parte di questo Barolo. Il colore è stupendo, il più bello tra i primi quattro, intenso e brillante, sembra non temere il tempo. I profumi decisi sono di prugna, viola e fiori secchi, ma soprattutto ancora molto freschi. In bocca ritroviamo un vino di grande vigoria, un giovane. Tannino e acidità, con grande dinamismo, imprimono un ritmo deciso alle papille, mentre un ricordo di caffé ci terrà compagnia ancora per qualche piacevole minuto.

SECONDA BATTERIA
1989 - Quando questa grande annata venne commercializzata i consumatori non l'accolsero con il giusto entusiasmo perchè precedeva una delle annate più importanti a livello mondiale, il 1990 per l'appunto. Io dico: meno male che sia andata così, magari se questo non fosse accaduto, adesso avremmo meno bottiglie di '89 a disposizione, e sarebbe stato un peccato visto come si sta comportando questa annata dopo 23 anni. Il colore compatto e pieno è circondato da un’unghia leggermente aranciata. Quando il bicchiere si avvicina al naso la prima sensazione è quella di un vino imponente e di grande freschezza, a confermarlo interessanti sentori di resina di pino, affondo fitto di confettura di ciliege e prugne, trama speziata non invadente con pepe in prevalenza. Al palato detta il suo ritmo da grande vino, la spalla potente e il tannino vivo ben fuso ci comunicano che la sua vita sarà ancora molto lunga, quanto la sua persistenza che non diventa mai troppo soffocante grazie a un’acidità tagliente e stimolante. 

1992 - Questo vino è stata una delle sorprese di questa degustazione, e l'entusiasmo che scaturisce ripensando a questa bottiglia è dettato dal fatto che ha superato di misura le contenute aspettative rivolte a una piccola annata come il '92. Il colore, vivo e cristallino, ci intruduce un vino di grande eleganza e piacevolezza. L'olfatto finissimo gioca le sue carte miglori sui profumi primari di frutta rossa, fragoline di bosco e lavanda, e in un attimo l'impressione a occhi chiusi e quella di trovarci in Francia dalle parti di Beaune, incredibile come l'evoluzione abbia condotto questo Nebbiolo a sfumature propriamente di Pinot Nero. All'assaggio il vino è vivace, ritroviamo grande eleganza subito, un tannino elegante ben pennellato e un’acidità fresca in seconda battuta.

1994 - Siamo di nuovo di fronte a una grande sorpresa. Questo vino infatti al primo assaggio non ha dato troppe emozioni, ma ci ha insegnato che la pazienza è una delle più grandi virtù. Al primo assaggio sembra un vino quasi spacciato, lo mettiamo da parte per un attimo e lo conserviamo come ultimo della batteria. Bene, quasi come se avesse potuto ascoltarci, cambia passo e incomincia a dimostrarci tutta un'altra stoffa, tutta un’altra espressione, tutto un altro vino. Questa crisalide presenta un colore in linea con l'età, i sentori olfattivi sono quelli di un Barolo maturo e complesso, la mora in confettura apre la strada ad aspetti più evoluti come tabacco e polvere. Le sensazioni al palato sono degne di nota, ingresso fresco e possente, sul finale della lingua troviamo una leggera nota amara di mallo di noce.
1995 - Ultimo vino della seconda batteria, che spicca dal coro per la sua grande espressione olfattiva. Il colore di buon tono porpora ci presenta un vino dinamico e spigliato, il naso è la vera sua rivelazione. Esplosione olfattiva balsamica di pino e fieno, poi fuochi d'artificio di fragole in confettura, marasca e viola, il tutto sempre contornato da leggera nuances vegetale. La bocca convince leggermente meno per un tannino ancora un pò "verde" che lo rende meno armonico e fluido, soprattutto sul finale, non troppo lungo.

TERZA BATTERIA
1996 - Il '96 è una di quelle annate di Langa per cui provo sempre grandi emozioni. Per molti questa annata ha mantenuto una struttura tale e un tannino che non riusciranno mai ad addomesticarsi, dando vita così a un Barolo ruvido e spigoloso. A mio avviso col '96 ammiriamo una delle espressioni più rappresentative e complete, ovviamente dove la spalla possente fa da padrona, mantenendo però una freschezza da primato e una polpa quasi masticabile. Il colore è intenso con una leggera unghia tendente al color tramonto, a memoria dei vignerons una delle annate più pigmentate. Il naso trasversale si articola tra cenni più freschi di frutta come ciliegia e mora e cenni più ruffiani di viola e grafite, come un grande equilibrista tra polpa e fragranza. Il palato da culturista sfodera tannini decisi e precisi, rendendo la polpa freschissima e di infinita lunghezza.

1999 - Proseguendo la strada verso i giorni nostri l'impressione, soprattutto per questa batteria, è che i vini incominciano ad avvininarsi al registro della modernità, con equilibri e consistenze più complete, forse per la conoscenza che cresce sulle tecniche di vinificazione, forse per il cambiamento climatico. Il rosso brillante e vivace è abbracciato da un’ombra arancio, quasi per renderlo più profondo e interessante. Al naso troviamo note erbacee e fiori secchi con sfumature di caffé. La grande bocca decisa sfila con una classe innata, calda e armoniosa ci riempe le pareti della bocca con un tannino dolce che lascia un finale equilibratissimo e di grande piacevolezza. Dopo tanti anni finalmente il '99 ha raggiunto il suo equilibrio migliore.
2001 -  Cosa dire, il 2001 lo sappiamo è una delle annate più importanti in Piemonte nella decade 2000-2009 e il vino infatti non tradisce le tante aspettative anche se però in questa fase sembra stia attraversando una specie di limbo tra giovinezza e inizio della sua maturazione. Sicuramente ritroverà una sua natura più definita tra qualche tempo, ma nel frattempo assaggiamo. Il colore è intenso e cristallino, mentre il  naso di grande tempra si scinde in due: dapprima profumi primari di frutti rossi, poi incalzano viola e menta balsamica. Il palato è di grande attacco, sfodera tutta la possenza e la grandezza di questo Barolo in un gioco di eleganza-potenza di grande equilibrio.



2002 - Ultimo vino degustato, annata terribilmente sfortunata dove grandine e piogge abbondanti hanno pregiudicato una buona maturazione delle uve. Nel 2002 l'azienda ha deciso di vinificare i due cru di Barolo insieme, cercando di fare una selezione il più accurata e puntigliosa possibile, portandoci nel bicchiere un Barolo più esile, all'opposto dell'annata precedente. L'olfatto un pò ingessato è fresco, molto fine, troviamo sentori erbacei di fieno e floreali di viola che si rincorrono, ma che non lasciano spazio a troppe altre sensazioni. La bocca ha una buona acidità che accompagna la grande eleganza di questo vino, il tannino flebile asciuga leggermente il palato. Nonostante le condizioni climatiche avverse di questa annata, il prodotto è buono e molto interessante. Da riassaggiare tra qualche anno.

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