Sono spariti gli ortolani di un tempo, si acquista nella grande distribuzione, tutto confezionato, senza profumi, con una buona percentuale di plastica. Ecco quattro chef che dell'orto fanno un vanto in tavola, la loro tavola. Per fortuna non sono i soli. Quattro proposte che ho segnalato anche nell'ultima puntata di "Andar per cena" su Style di novembre, il mensile del Corriere della sera.
Tutto nascosto in un minestrone. Un orto d’autunno
dimenticato. Servito in tazza, caldo, saporito. Un piatto abbandonato
ingiustamente in favore di passati di verdura spesso liofilizzati e senza
sapore. Un rilancio in semplicità da gustare in trattoria o in giardino, come a
Cascina Cuccagna, a due passi dal centro di Milano. Un luogo che è diventato
palcoscenico dello chef Nicola Cavallaro in una veste più naturale e
tradizionale dopo l’esperienza al San Cristoforo ai Navigli. Un ricomincio da
qualche cosa che forse neppure lo chef aveva ben chiaro qualche mese fa quando
è entrato nella cucina di questa cascina restaurata e trasformata. Un luogo che
dispone di orto, mercato, trattoria, bar, laboratori, aree verdi in un contesto
agreste, informale, con vista sui grattacieli della città. Un contrasto anzi
che ridimensiona le ore del tempo.
“C’era un progetto e questo mi ha stimolato” dice lo chef
ripartito deciso con menu semplici, prodotti mirati e scelti, pane, pasta,
dolci fatti in casa. Un test non così facile per un cuoco che vanta
interessanti credenziali e una carta d’identità particolare. Università nel
cassetto e diploma a Londra, alla scuola di cucina e pasticceria Le Cordon
Bleu. Sei mesi al Savoy prima di imbarcarsi sulle navi del gruppo Royal Caribbean
International. Stage a San Francisco, Hong Kong, in Australia. Dunque un ottimo
bagaglio professionale in grado di attutire anche le molecole di cotture
sbagliate. Un Cavallaro più “verde”, concreto, di fronte a quanto fornisce
l’orto anche in questo periodo: cardi, carote, cavoli, finocchi, porri, sedano
rapa, spinaci, cicorie. “Un posto a Milano” è un approdo che non pretende di
essere ristorante e neppure lo scimmiotta. Bistrot o trattoria? Neppure. Un
contesto fuori dagli schemi dove il cibo è di qualità. Cavallaro non ha
dimenticato i bambini dedicandogli un menu come per chi sceglie vegetariano.
Ogni piatto è comunque permeato dalla presenza di verdure e ortaggi sia esso
orzo oppure tagliolini. La zuppa di carote con zenzero e caprino di disarmante
semplicità avvicina idealmente al fortunato assioma campagna-natura anche per
evadere qualche ora dal caos cittadino. Così il tonno di coniglio sarà servito
con misticanza dell’orto. Tutto sommato non infinità di scelte, ma molto mirate
e come detto a tema. Buona sensibilità per Cavallaro che si è fatto più
guardingo tra i fornelli, attento e fedele a quanto chiedono i suoi ospiti. Non
mancano infatti la milanese di vitello, i mondeghili tipico misto di manzo,
gallina, coniglio, la battuta di Fassone, il mezzo polletto alla griglia con
salsa alla cacciatora, patate arrostite alle erbe e insalata. Un “ricomincio da
casa”, precisa lo chef, essenziale e di gusto creato in loco e che si avvale di
ottimi fornitori esterni.
Per le uova, preparate anche sode per chi ama
colazioni salate al bar, l’azienda agricola Bargero di Carbonate in provincia
di Como; per i polli ruspanti la Fattoria La Fornace di Montechiaro d’Asti; la
carne razza piemontese dalla Granda, l’associazione degli allevatori cuneesi di
Savigliano e stessa area per le farine, dal Mulino Marino di Cossano Belbo. Gli
ortaggi bio di Antonio Corbari a Cernusco sul Naviglio. Scelte che fanno onore
allo chef e ai suoi primi quarant’anni.
Un posto a Milano
Via Cuccagna, 2 angolo via Muratori
Milano
Tel. 02 5457785
Prezzo medio (vino escluso): 35 euro
Giorno di
chiusura: lunedì
L’ultimo colpo di teatro di Antonello Colonna. “Il ritorno
alle origini” come spiega lo chef, a Labico, tra campi di grano e orti nel
cuore delle colline romane. Dodici suite con orto-giardino, trattoria di
campagna e ristorante gourmet. “Una cucina che non rinnega le radici contadine
e affonda le mani nell’orto e nell’aia – dice Adriano Baldassarre, uno degli
chef dell’equipe – Piatti della tradizione resi sempre più salutisti”. Piante
aromatiche, frutta, verdura, un’esperienza che Colonna, ex chef del Quirinale,
utilizza come grammatica dalla quale creare nuovi linguaggi. Basta una cremosa
zuppa di bietole e patate per convincersene.
DOVE COME QUANDO
Vallefredda Resort
Via di Valle Fredda, 52 Labico
Roma
Tel. 06
9510032
Prezzo medio (vino escluso): 65 euro
Giorno di chiusura: domenica
sera e lunedì
Cenare a pochi minuti da piazza del Campo in uno degli orti
urbani di epoca medievale che hanno fatto la storia di Siena. Oggi curato dalla
Cooperativa La Proposta. Trionfo di profumi, ma anche dei piatti tipici senesi.
A guidare la batteria di cucina, da tre anni, è lo chef Rosolino Pace. Le
trofie alle verdure dell’orto naturalmente e i pici restano semplice attrattiva
del menu, prima di entrare nel vivo della stagione e gustare i prodotti di
questi curatissimi fazzoletti d’erba: cavolo nero, verza, bietola e cavolella o
cavolo cappuccio. Regola ferrea: quotidianità, freschezza e nessun conservante
proprio come si faceva con i frutti dell’orto nel passato.
Orto de’ Pecci
Via di Porta Giustizia, 39
Siena
Tel. 0577
222201
Prezzo medio (vino compreso): 25 euro
Giorno di chiusura: lunedì
Il regno della chef Laura Budel sull’isola di Mazzorbo,
cuore della Laguna di Venezia. Un regno fatto di orti governati da pensionati
di Burano che contribuiscono al recupero della tenuta Venissa governata dalla
famiglia Bisol produttrice di Prosecco. In tavola pescato, ortaggi e prodotti
di stagione, ma la chef tiene a precisare “da noi vince la quotidianità,
praticamente ogni giorno il menu cambia”. Eccellenze come il carciofo viola o
castraure, l’aglio selvatico e la melanzana veneziana lunga. Tutto questo per
originare piatti speciali, tra essi il minestrone freddo di verdure con
mazzancolle oppure la crema di bietole, piselli, calamari e mela verde.
Ristorante Ostello
Tenuta Venissa, Fondamenta Santa
Caterina
Isola di Mazzorbo
Venezia
Tel. 041 527 2281
Prezzo medio (vino
escluso): 65 euro
Giorno di chiusura: lunedì
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