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sabato 31 marzo 2012

CHILOMETRO ZERO


di ALBERT

Mi piace l'idea del chilometro zero.  Mi ricorda le macchine immatricolate ma praticamente nuove, un espediente dei concessionari di automobili per fare di una macchina una specie di vergine-madre con lo sconto. Non ha viaggiato (chilometro zero) ma non è proprio vergine (è stata immatricolata) ma è quasi senza peccato, immacolata.

 Negli States il chilometro zero diventa facilmente 100 miglia (160 chilometri).  Invece qui nella vecchia Europa dalle proporzioni meno ciclopiche, il chilometro zero vuol proprio dire (o quasi) “dietro casa” e l’acronimo adatto sarebbe IMBY, il contrario di NIMBY (per quelli che sanno le lingue e le espressioni à la page).

Il basilico sul balcone - come i gerani e le formiche - esiste da quando esistono i balconi. Il pomodoro dell'orto – se pur di origine centramericana - è un archetipo di ogni casa di campagna e così l’insalata e il prezzemolo. Le uova e le galline della cascina mi riportano alla gita della domenica in campagna e a un detto irripetibile dedicato alle ragazze dal culo basso. 



Certo bisogna per quanto possibile evitare il trasporto inutile che consuma energia e risorse e anche qualità, sapore, freschezza. La frutta sul camion e poi nei capannoni a maturare. L'insalata stantìa. Le carote mollicce. Le fragole mosce. Il sedano flaccido. Che schifo. E anche, come si sa, quello che appare esteticamente irreprensibile spesso ha il sapore del niente se va bene.

Quando si dice "frutta fresca" "verdura fresca" c'è già tutto. Mica vuol dire "del frigorifero". Fresca vuol dire - ma chi ci pensa ? - che non è calda, che è “nuova”. Fresco è sinonimo di "appena colto, munto, pescato, cacciato, tagliato, sfornato, ecc." . Appena fatto. O anche in prigione dove, anche a 45°, si sta “al fresco”.



E non è calda perché (persino sotto il sole cocente) è viva (e in questo caso "vegeta"). Appena si "coglie" e si stacca il cordone ombelicale con la madre terra, comincia a scaldarsi, a deperire, a marcire dopo un po’. Toccate una foglia o un frutto attaccato al suo ramo sotto il sole. E' fresca. Come il pesce appena pescato. Vale anche per i fiori "freschi", appena recisi. Per il pane fresco (anche quando è ancora caldo). Per il latte "fresco" appena munto. Per le uova fresche appena depositate. Appunto le uova: ma come la mettiamo con le uova di storione?

Nei casi più elaborati, dove l'uomo ci ha messo del suo (allevamento per esempio, dalle api ai maiali), il discorso del chilometro zero va un po' a farsi benedire. Passi per i formaggi (freschi) ma per quasi tutto il resto il chilometro zero è solo una bella “narrazione”, come si dice adesso di qualunque storia, che funziona molto bene, affabula e fa vendere ma non ha molto senso. Il culatello di Zibello, la coppa di Pianello i prosciutti di ogni dove. Adesso va molto quello spagnolo ma tra un po’ tornerà il “Praga” o il dalmata. Il salame di mille località ,di qui e di là del Po. E la carne di scottona, di chianina, bavarese o quella argentina o dello Zimbawe. 



Il vino. Ma che goduria confrontare bottiglie a chilometro10mila e oltre. Per i capperi di Pantelleria dovremmo andare a Pantelleria ? E per il granoturco in Turchia. E per il riso basmati alle pendici dell’Himalaya? E per un bicchiere di champagne dovremmo incamminarci tutte le volte fino a Reims? E per un porto a Porto.E per le olive taggiasche ad Arma di Taggia? E per il salmone in Norvegia, Scozia o Canada? E vale anche per il caffè o per il tè. E poi tutti a  Mazara del Vallo per i gamberi, che poi magari arrivano dal Mozambico.



Per le ostriche francesi, come per altro per la pizza napoletana, la suggestione conta più di qualunque evidenza e il chilometro quasi-zero (la pizza fino a Salerno, le ostriche ovviamente a Parigi) ha un suo perché ancorché immateriale. Discutibile ma sostenibile (nel senso che si può argomentare). Ma non l’hamburger ad Amburgo. O le americanissime French fries in Francia.



venerdì 30 marzo 2012

BEST BIRTHDAY CAKE EVER





DOVE COME QUANDO
Dolce Sicilia
Via Carmagnola 8
20159    Milano
tel. +39026886592

DA MIRIAM ALLA BUCA DI ZIBELLO


La mariola con lo zabaione all'aceto, il culatello che invecchia nella loro cantina, i tortelli di zucca, un bicchiere di Fortana del Taro. Si mangia così da sempre alla Buca di Zibello. Dai tempi di Guareschi e della Zaira. Oggi con Miriam, sua nipote, le cose non sono cambiate. La qualità è una sola. La cantina con i culatelli appesi, la fotografia di Guareschi con Fernandel e Gino Cervi, lo poesia del luogo, la nebbia della Bassa, un posto incancellabile.




DOVE COME QUANDO



Trattoria La Buca
Via Ghizzi, 6
Zibello (Parma)
Tel. +39 0524 99214
www.trattorialabuca.com



SE UN GIORNO CRU CAMBIA NOME



Cru un termine che per secoli ha avvolto di fascino chi segue il mondo del vino. Angelo Gaja nel suo splendido racconto fatto a Vinitaly in occasione della degustazione dello Sperss ha avuto modo di esprimere la sua preoccupazione per il tentativo in atto dai burocrati di sostituire il termine cru con la dicitura "menzione geografica aggiuntiva". Cosa di meglio si può richiedere, si è domandato il produttore di Barbaresco, "per definire l'unicità di una vigna da sempre chiamata cru?". Già è vero. Cosa di meglio? Questo è il punto. Chi governa e come, questo mondo enologico che vuol dire lavoro, ambiente, salute? Gli stessi che si stanno facendo sfuggire l'unicità della "nocciola tonda gentile" di Langa rubata da scaltri investitori argentini che se ne sono appropriati chiamandola "nocciola gentile". Non sono un bicchiere di vino o una croccante nocciola il problema. Ma sufficienza,  pressapochismo e ignoranza i veri rivali di chi sente ancora nelle vene la voglia di difendere un territorio, famiglia e produzione.



giovedì 29 marzo 2012

UNA TENTAZIONE DI NOME SPERSS




1989 Sperss - E' la prima annata di questo super rosso prodotto nella vigna Sperss acquistata dalla famiglia Gaja a Serralunga d'Alba. Sorprendente constatare la bevibilità intatta di un vino che si appresta a compiere ventitre anni. E' il capolavoro di un team. La roccaforte dalla quale escono in sequenza i migliori ufficiali. Il colore granata-arancio, le sfumature al naso di tabacco, liquerizia, grafite, leggero balsamico, china, fragolina di bosco di Tortona, un finale di lieve tostatura, caldarrosta. Trama elegante, polverosa, la terra del crinale di Serralunga dove questo Sperss si è avvolto nella mineralità, trattenuta sino ai giorni nostri. Nebbiolo in purezza. Un exploit unico. 






1999 Sperss - Sperss va sotto Langhe Doc per ragioni di scuderia. Una percentuale del 5-6 per cento di Barbera si aggiunge al Nebbiolo. Il colore è rubino intenso, aranciato sul bordo. Il vino elegante, complesso esprime forza, freschezza, acidità. Sentori di ginepro, lavanda essicata e quella polvere che esprime la terra di Serralunga, polvere di cacao, dolce nel finale al palato. Gaja cita il lavoro dell'enologo Guido Rivella, da 41 anni in famiglia. Un uomo discreto, puntiglioso e di valore, lo scudiero fidato del signore di Barbaresco.




2001 Sperss - Potente, elegante. Un vino ancora in grado di dare molto. I tratti sono consolidati, è lo "stile Maison" che Gaja sa dare ai suoi rossi, un unicum dal quale trarre esempio quando si sostiene che il tempo è una variabile indiscussa. Vero, ma lo stile è qualche cosa di più che esce da questa cantina. Ancora le note di balsamico, spezie, catrame, china e quell'erbaceo che ricorda il secondo taglio del fieno. Ricco di frutta e sapido.




2003 Sperss - Esperimento di grande valore conoscitivo sul comportamento e la crescita delle uve Nebbiolo. L'annata molto calda ha consigliato Gaja di vendere sfuso il prodotto di vendemmia. Ma il vino è stato fatto ugualmente. "Siamo anche in qualche modo venditori di sogni, aspettiamo questi vini, una attesa che a volte non ci accontenta...", dice il produttore. In questo caso lo Sperss fa il suo dovere, mantenendo stile e qualità. Il colore, freschezza, eleganza non vengono meno. Sentori di frutta rossa cotta, grafite. Un ottimo Sperss, comunque.



2005 Sperss - Siamo di fronte ad annate tutto sommato giovani che evolvono. Il 2005 può essere criticato. Lo fa bene il sommelier Ivano Antonini del Sole di Ranco: "Elegante, ma bisognoso di perfezione". Dico invece grande vino. Perchè? La perfezione non esiste, da nessuna parte del mondo. Godiamo di imperfezioni che stilisticamente ci aggradano perchè non vengono meno ai principi di base. Sperss 2005 è un vino potente ed elegante. Fine. Lascia spazio a un ventaglio di profumi liquerizia, tabacco, polvere di Serralunga, acidità giusta. Sento anche il tamarindo, la genzianella. Gaia figlia di tanto padre ci sente anche sentori di topinambur e patata dolce. Restiamo dentro a un bel sogno.




2007 Sperss - Si parla di gioventù, ma il vino è già fatto. Da attendere per comprendere l'evoluzione. "Grande promessa" dice Angelo Gaja. Uno Sperss che ha conquistato il mercato appena uscito. Elegante, carico, anche se i tannini avvolgono la lingua. I profumi sono consolidati con punte di chiodo di garofano, pepe nero, polvere di cacao, la frutta cotta fatta in casa. Un degno finale di questa degustazione alla quale oltre duecento persone hanno partecipato in silenzio. Una lezione di quanto si può fare in tema di vino.





TASTING NOTES
di MATTEO TOSO


Matteo Toso, sommelier del Boscareto Resort di Serralunga d'Alba
Nominato dalla Guida dei Ristoranti dell'Espresso campione d'Italia per l'anno 2012

"Il luogo è la Sala Argento del complesso fieristico di Verona e, come sigla l'invito ricevuto dall'azienda Gaja, "ore 10,30 esatte" tutti a rapporto per trascorrere una grande esperienza di Serralunga ma anche di Langa, guidata dal presidente dei sommelier Antonello Maietta e Ivano Antonini, che dirigerà magistralmente la degustazione delle annate. Angelo Gaja comincia con un discorso che pochi dimenticheranno, più che un discorso una lettera d'amore alle Langhe, ai prodotti incredibili di questa terra e agli uomini che l'hanno resa grande, terminando con un pensiero molto personale rivolto a Luigi Veronelli.
Si parte, davanti 6 bicchieri e 6 Capolavori. Il vino in questione è lo Sperss, nato nel 1989 come Barolo rimanendo tale fino al 1996 quando cambia la denominazione in Langhe Nebbiolo, con l'obiettivo di presentare più che un vino la massima espressione del terroir di una vigna.
 

1989- Colore compatto e ancora vivissimo, accerchiato da una leggera unghia aranciata. La prima sensazione è la ciliegia sotto spirito, che ci apre le porte a una trama speziata intrigante e coinvolgente, leggera nuances dolce sul finale, balsamico, caffé, tabacco e polvere in grande evidenza. La bocca stupisce per freschezza e sapidità, il tannino ancora di grande attacco ma elegante è come un marchio di fabbrica per i baroli di Serralunga. Tradizione ruffiana.


1999- Annata veramente classica che ha tardato molto a concedersi e che in questo frangente fa sognare. Colore molto intenso e limpido, il naso è un tripudio di pino e menta, vegetale di foglia bagnata e ginepro con un ritorno di viola nel finale. La bocca scende verticale e infinita, struttura fatta di tannino ben calibrato e spalla misurata, ottima acidità in chiusura che promette lunga vita a questo '99. Potenza verticale.
2001- Annate come questa ne vorremmo ogni anno. In questa versione lo Sperss si esibisce in tutta la sua potenza e nobiltà. Naso enorme e trasversale, fiori, frutta e spezie fanno da padroni, lasciando spazio, in un secondo momento, a quel vegetale già incontrato e a una freschezza di menta che inebria e diverte. Questo colosso in bocca attacca subito con tannino diretto e carnoso, lunghissimo e preciso, il finale chiude netto e sapido, collaborando con un'acidità da manuale. Galantuomo imponente.
2003- Colore vivace e luminoso, come il clima di quell'anno che tutti ricordiamo torrido. Il naso si articola bene grazie a una spezia viva che anticipa marasca matura e complessa, sempre sostenuta dal balsamico e dal fieno. Il palato è esorbitante, caldo e speziato, con una acidità che snellisce la mole di questo vino, un 2003 ben addomesticato. Abbondanza scorrevole.
2005- Ancora una stupenda espressione di Sperss, differente da tutte le altre. I colori si fanno sempre più accesi e vivi, i profumi sono giù ben sviluppati, confettura di ciliege, spezia pungente e verticale di chiodi di garofano e pepe. La lingua viene avvolta subito da un vino pieno, suadente, fine ed elegante. La spalla morbida è accompagnata da un tannino asciutto e preciso, il grande spessore promette un futuro radioso. Saggiamente spigoloso.
 2007- L'ultimo della gamma e anche l'ultimo nato. Un vino che già concede tutto, immediatamente, e con grande esuberanza. Il naso caleidoscopico parte con caffé e vaniglia sorretto da una nota alcolica ben presente, per poi lasciarsi sopraffare da viola e prugna in proporzioni esagerate. Il palato è diretto e ben bilanciato, con un tannino gentile e dolce che rende questo vino setoso e avvolgente. Sicuramente una annata che viene facilmente interpretata bene anche dai palati meno abituati alla potenza del vino dei re.

mercoledì 28 marzo 2012

VINITALY: DA TENERE SOTT'OCCHIO



Feudi di San Gregorio, a Sorbo Serpico, provincia di Avellino. Il Dubl Rosè 2009 prodotto con uve Aglianico, orgoglio del suo giovane amministratore delegato Antonio Capaldo (ex Lazard e McKinsey) e l'agronomo Pierpaolo Sirch. Le bollicine supervisionate da Anselme Selosse hanno risposto finalmente bene anche all'impiego di uve Greco per il Millesimo 2006 e Falanghina per  il Brut 2009. La rivincita dei vitigni autoctoni nei confronti dello Chardonnay. Fascia di prezzo da 15 a 25 euro.



Fabio Tassi continua sulla strada del Brunello con marcia spedita. Deciso salto di qualità per le ultime annate del Brunello e della Riserva 2007 Franci che confermano dolcezza dei tannini, complessità e sentori di mandorla. La sorpresa è il Rosso di Montalcino 2009, meno di duemila bottiglie prodotte, freschezza e piacevolezza con profumi di piccoli frutti rossi.  Acquistabile a 18 euro.






Ritengo la Riserva Peter Zemmer prodotta in Alto Adige, a Cortaccia, uno dei Gewurztraminer più interessanti attualmente sul mercato. Difficile da trovare anche per il ridotto numero di bottiglie prodotte: seimila. L'annata 2010 è acquistabile a 22 euro. Convincente la versione base, selezione di uve proveniente da vigneti diversi collocati a circa cinquecento metri d'altezza. La produzione è di circa settantamila pezzi in vendita a circa 11 euro.








Nel tempo questi tre signori hanno portato il loro vino verso l'eccellenza senza strilli di tromba. Franco Martinetti, fine intenditore e gourmet, con la sua Barbera d'Asti Superiore Montruc e l'incredibile Minaia realizzato con uve Gavi, "vino piemontese, ma molto francese"; Beppe Caviola, enologo e produttore della tenuta Ca' Viola, a Dogliani, che nel tempo ha fatto registare una crescita costante e di qualità. La sua Barbera d'Alba, Brichet, continua a mietere successo e considerazione; Martin Foradori, in questa singolare espressione colta dall'obiettivo fotografico, con il Barthenau vigna Sant'Urbano, tenuta Hofstatter, la strada altoatesina del Pinot Nero. 

ANDREA BERTON, RITORNO AL TRUSSARDI

VINITALY, VINITALY



giovedì 22 marzo 2012

ALBA: SE IL RESORT E' BOSCARETO





La passeggiata, anche se in auto a bassa velocità, vale il viaggio. Il Boscareto Resort della famiglia Dogliani, è appoggiato in un anfiteatro di colline e vigne spettacolari poco distanti da Alba. All'orizzonte il Monviso dove nasce il fiume Po. Colpo d'occhio unico anche per gustare i piatti dello chef, cinese, Chen Shiqin al ristorante interno, La Rei, la regina. La cruditè di orata con gamberi rossi di Sanremo e agrumi, spaghetti di Gragnano, aglio, olio, peperoncino e un eccellente maialino da latte in crosta di sesamo, crema di patate viola e cipolla, sono un biglietto da visita gratificante. Se il tempo a disposizione lo consente questo luogo diventa oasi assoluta. La Spa potrà confortare in un contesto di calma e benessere. Seguiti dalla proprietà, dal direttore Davide Ostorero e dal sommelier Matteo Toso, conoscitore dei vini e pronto a consigliare simpaticamente l'etichetta più giusta da abbinare al piatto scelto. 



DOVE COME QUANDO


Ristorante La Rei
Boscareto Resort
Strada Roddino, 21
Serralunga d'Alba (CN)
Tel. +39 0173 613036
www.ilboscaretoresort.it




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