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mercoledì 26 settembre 2012

BUOI IN VIGNA A CHATEAU PAPE CLEMENT


Tornano i buoi a lavorare nelle vigne di Chateau Pape Clément a Pessac Leognan nelle Graves. Meno pesanti e distruttivi del trattore, più delicati del cavallo. Così Bernard Magrez proprietario del prestigioso Chateau, che ha avuto Papa Clément V, tra i celebri proprietari, ha deciso per il futuro. Un passo indietro soltanto in apparenza. "Nessun folklore, realmente i buoi sono meglio delle macchine, se incontrano ostacoli tra i filari si fermano e permettono all'uomo di intervenire", ha detto Magrez, convinto che i suoi due buoi, Blanc e Marel, razza Guascogna, quattro anni ciascuno per 400 chili di peso, già utilizzati nei terreni di proprietà, faranno meglio dei cavalli impiegati in Borgogna, da Aubert de Villaine nelle vigne del Domaine de la Romanée-Conti. 





Dove Come Quando

Chateau pape Clément
216 Avenue du Docteur Nancel Penard
Pessac (Fra)
Tel. 05 5726 3838
www.pape-clement.com

Ettari di vigna: 60






martedì 25 settembre 2012

CA' D' MORISSIO, UNICITA' DEL BAROLO














Monprivato Ca' d' Morissio, quando il Barolo raggiunge livelli di unicità. Ca' d' Morissio, la "casa di Maurizio, mio nonno", dice Mauro Mascarello, è un vanto per l'enologia tutta. Discreti, piemontesi, contadini nell'animo, la famiglia di Mauro prosegue in un progetto iniziato nel 1881 quando Giuseppe, dopo una vita da mezzadro presso i poderi della marchesa Giulia Falletti Colbert, si mise in proprio.
Se esiste una famiglia del vino questa è. Mauro nel 1988 ha 
reimpiantato la vigna di Castiglione Falletto con cloni antichi di Michet, varietale del Nebbiolo. L'acquistò l'avo Maurizio nel 1904, un cru che identifica i Mascarello e la loro storia. Un crinale di sei ettari dove le uve sono gelosamente allevate in terreni bianchi, calcareo limosi. "Il vantaggio della vinificazione tradizionale è che non si hanno profumi di vaniglia e cioccolato e la frutta non è camuffata da note di legno", è questo il monito di Mauro verso chi fa vino. Così eccentrico se vogliamo forte nel garantire Baroli con profumi fini, eleganti, intensi. Una grande visione per chi oggi vive ancora di terra. Il Barolo Ca' d' Morissio è finito secondo nella recente classifica dei 50 Best italian wine awards nata da un'idea di Luca Gardini. In compagnia di Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, Rocche del Falletto di Bruno Giacosa, Gavarini Vigna Chiniera di Elio Grasso, Bricco Boschis di Cavallotto, Riserva Vigna Rionda di Massolino. Cinque Baroli nei primi diciotto, due nei primi quattro. Onore al vincitore: il Trebbiano di Valentini.




martedì 18 settembre 2012

AURORA IN PERU', UNA CHEF RACCONTA





di Aurora Mazzucchelli
chef del Marconi a Sasso Marconi (Bologna)


E’ maggio 2012, sono in Svizzera per preparare una cena e a fine serata si presenta Giancarlo Morelli, chef del Pomiroeu di Seregno, e una occasione inaspettata: "Vieni con me tra una settimana in Perù". La mia faccia di sorpresa e quella dei miei famigliari incredula, nella mia testa mille pensieri: il ristorante da gestire, dov'è il Perù, sarò in grado, cosa metto nella valigia....insomma confusione, poi ho pensato è ciò che mi piace fare, il mio lavoro stesso è donare cibo, che per me vuol dire donarmi e conoscere altri mondi, luoghi, cose, gente....vivere intensamente.
14 MAGGIO - Sono a Lima, con me c'è Livio, aiuto chef di Giancarlo, Giovanni Assante, produttore di pasta e Beatrice Peruzzi, produttrice di olio extravergine d'oliva, ospiti della Camera di commercio italiana in Perù, per far conoscere le nostre eccellenze e preparare una cena all'ambasciata Italiana con gli altri chef peruviani. Sono agitata, ma so che mi passerà appena entro in cucina. Giancarlo è fantastico si occupa dell'organizzazione e tiene tutto e tutti sotto controllo. Sarà un successo nonostante i ritmi lenti del sud... sud America uguale sud Italia, sarà il caldo, ma tutto scorre lento e per due chef del nord come noi che amano il sud questo andamento in fondo non ci dispiace, dobbiamo giusto abituarci e in realtà ci mettiamo un secondo perchè Marco Tecchia, Barbara Bocci e tanti altri amici ci coccolano portandoci dove vogliamo.





E’ stata una vera gioia andare per mercati, vedere frutta e verdura sconosciuta tipo la chirimoja o il macatomate o quito oxapampa o maracuja, lime, curcuma, rocoto, il pace un pesce di fiume o il cuy piccolo porcellino d'india, il mais bianco o nero, fave di cacao,  e tantissime varietà di patate con nomi difficilissimi... tante erbe della selva comprese le foglie di coca usate in Perù come rimedio per il mal di altura e vi giuro che a 3500 metri, a Cusco sono state utili.



16-17 MAGGIO - In cucina a impastare e chiudere i tortelli di parmigiano reggiano al profumo di lavanda, noce moscata e mandorla, il mio piatto per la cena del 18, le ore sono passate piacevolmente perchè ho insegnato a un gruppo di ragazzi dati in aiuto per l'occasione, a fare la sfoglia come si fa da me in Emilia; tortellini, tagliatelle, maltagliati eccetera... Questi giovani curiosi e sorridenti mi hanno fatto felice soprattutto quando timidamente, presi dalla stanchezza di tante ore di lavoro, mi hanno chiesto se potevano ascoltare musica e cosi in quel piccolo stanzino tra farina e fatica volteggiavano note strampalate tra sound italiano, inglese e peruviano.




LA GRANDE CENA - Come è arrivata è finita e alle 5 di mattina partenza per Cusco, viaggiando per le Ande ho visto gli alpaca, animali dai quali si produce lana. Le donne di qui, in questi piccoli villaggi, fanno sciarpe, cuffie, guanti e arazzi di una bellezza sconvolgente con colori naturali. E’ interessante vedere il processo e la lavorazione di queste mani sapienti che producono manufatti rari.
IL PERU’- E’ la madre terra e la terra delle patate e ovunque ti giri ci sono famiglie intere a lavorare i campi mi sembra di aver fatto un tuffo nel passato, rimango incantata a guardare il forno di fango per cuocere i tuberi.





MARAS - Chiudiamo la giornata visitando le saline di Maras, una terrazza di color bianco arrampicata nella montagna, sono senza parole oggi ho troppe sensazioni, troppe visioni datemi un attimo di tregua anche per una divoratrice di conoscenza come me...
20 MAGGIO - Prendiamo il treno che ci porta a Machu Picchu e li... un villaggio salvato dall'invasione degli spagnoli perchè nascosto dalla foresta e troppo difficile da raggiungere, il paesaggio è incantevole, verde rigoglioso con massi tagliati perfettamente e incastrati l'uno all'altro a formare pareti, case, fontane, la città. Si percepisce un ordine e tanto rispetto per questo luogo sacro, raggiungibile anche a piedi percorrendo il cammino degli Inca, mi dicono che arrivando al sorgere del sole, là in fondo, tra due montagne, c'è la Porta del Sole il primo raggio di luce passa di li e illumina una finestra di un rotondo edificio al centro del paese costruito appositamente per monitorare le stagioni. Il mio viaggio sta per finire ritorno a Lima e parto per Bologna.




6 SETTEMBRE - Eccomi di nuovo a Lima, un'altra scommessa, un'altra occasione, stavolta sono invitata come chef italiana a presentare la mia cucina a Mistura, fiera-festa del cibo e della biodiversità peruviana. Sono pronta, ho voglia di farmi conoscere e di comunicare  con questo popolo dall'animo dolce e che ama donarsi senza chiedere nulla in cambio. La mia conferenza è domenica 9 settembre, l'ho titolata “Il mio mondo… racchiuso”. E’ il racconto di me, del mio quotidiano, del lavoro, la mia vita...



lunedì 17 settembre 2012

SOTTO LA LUNA NEL CIABOT DI VOERZIO





La rivalità è una gran bella cosa quando i livelli sono alti. La Barbera. Di Asti o di Alba? Entrambe possono dar luogo a vini eccellenti. Come questo Ciabot della Luna 2009 di Gianni Voerzio, soltanto apparentemente meno conosciuto del fratello Roberto produttore di ottimi Baroli. Gianni e il Voerzio team sfornano questa Barbera facendo pesare positivamente il rapporto qualità-prezzo. Colore quasi cupo, struttura ed equilibrio, note di ciliegia, frutta rossa, leggera speziatura, sfumature di tabacco e liquerizia danno a questo bicchiere di vino una splendida caratura.





















DOVE COME QUANDO

Gianni Voerzio Sas
Strada Loreto, 1
La Morra (CN)
Tel. +39 0173 50 9194



Ettari di vigna: 11
produzione: 60.000 bottiglie



Ciabot della Luna 2009
Barbera d'Alba
Vitigno: Barbera
Prezzo in enoteca: 19-22 euro






martedì 11 settembre 2012

MONTEBRUNA 2010, BRAIDA BARBERA D'ASTI




La Cantina Braida prosegue nella robusta marcia della qualità sfornando una Barbera migliore dell'altra. Questa Montebruna 2010 è ricca di feschezza, frutto e possiede una eccellente bevibilità. Raffaella e Beppe Bologna, eredi di un percorso rivoluzionario iniziato dal loro padre, Giacomo Bologna, hanno ulteriormente affinato il risultato in bottiglia. Montebruna è una delle etichette della scuderia di Rocchetta Tanaro dove questo vino, nel tempo, ha trovato la sua definitiva consacrazione. Altissimo il livello qualità-prezzo.



DOVE COME QUANDO

Braida
S.P. 27,9
Rocchetta Tanaro (AT)
Tel. +39 0141 644113
www.braida.it
Produzione: 600.000 bottiglie
Ettari di vigna: 40


Barbera d'Asti Montebruna 2010
Vitigno: Barbera
Bottiglie: 60.000
Prezzo in enoteca: euro 12



sabato 8 settembre 2012

GARDEN THERAPY ALL'HOTEL CARUSO





Gothe alimentava la sua idea: "Coltiva il giardino che c'è nella tua mente". Suggestivo e rischioso, ma affascinante. Oggi dal belvedere dell'Hotel Caruso di Ravello si può aiutare la mente godendo quotidianamente delle suggestioni che sprigiona il giardino di questo luogo eletto di fronte alla costiera amalfitana. Un'idea in più per rilassarsi e concedersi un recupero spirituale delle nostre ore. Due passi tra melograni centenari e varietà rare di Prunus everesti, meli da fiore, che accompagnano i sospiri del giardino e dei ruscelli d'acqua. 



Un silenzio rumoroso completato dalle rose che sottolineano percorsi tra sassi e pietre antiche. Le Banksiae orientali, Lutea e Alba,  le più note Cecile Brunner, Alfred Carriere, Gloire de Dijon che si inseguono tra i profumi  delle bianche Iceberg disegnando una idea di benessere speciale e unico. La psicologia aiuta a rigenerarsi in un palcoscenico di piante di limoni, ulivi, i dolciastri aliti di vento di gelsomini e accanto al perenne movimento delle foglie che non soltanto regalano oasi di ombra e frescura. L'eleganza degli agapantus e il mistero delle ninfee. In un palcoscenico così l'head gardener Gaetano, autentico maestro di cerimonia, intenditore di piante, giardinaggio e profumi, mai stucchevole e invadente,  accompagna i curiosi e chi dalla garden therapy vuole  trarne i migliori e più appaganti benefici. 



venerdì 7 settembre 2012

VENDEMMIA: IL PENSIERO DI ANGELO GAJA





di ANGELO GAJA



E’ il cambiamento climatico, caratterizzato dal perdurare della calura estiva e della siccità, la causa del forte calo di produzione d’uva della vendemmia 2012 in Italia; per la stessa ragione erano state scarse le vendemmie del 2007, 2008, 2009 e 2011. Inevitabilmente si aggiunge ora anche la scarsità presso le cantine delle giacenze di vino delle annate precedenti. Nel volgere di pochi anni si è passati da una situazione di produzione del vino italiano perennemente eccedentaria a quella di penuria.
Il cambiamento climatico ha reso farlocche le previsioni vendemmiali che fioccano a partire dalla fine di luglio: perché calura e siccità si protraggono ormai per tutto il mese di agosto, quando l’uva è formata, asciugandola fino ad avviare fenomeni di avvizzimento degli acini, causando consistenti perdite di peso che sfuggono alle stime affrettate. 
Occorre almeno attendere la fine di agosto, dopo che è iniziata la vendemmia delle varietà di maturazione precoce, per rendersi conto delle perdite di peso causate da calura e siccità: i produttori italiani hanno già dichiarato per le varietà precoci cali in tutte le regioni, talora anche elevati. Ma un parziale recupero c’è sempre perché dopo la calura di agosto arriva l’acquata di settembre. 

       


La produzione di vino è in Italia strettamente regolamentata. La superficie a vigneto del paese non può crescere, per piantare un nuovo vigneto occorre prima averne espiantato uno esistente, di pari superficie. Sarà così fino al 2015, poi si vedrà.
Il vino è un prodotto naturale, a determinare la quantità d’uva sono le condizioni climatiche, è il cielo il tetto del vigneto; non è come produrre acciaio, vetro, laterizi, plastica, al riparo delle fabbriche. E’ un concetto che spesso sfugge alla finanza ed a chi commenta i risultati economici del settore vinicolo.



C’è chi teme che il vino italiano venga a mancare, che non se ne  produca più a sufficienza per soddisfare la domanda del mercato interno e mantenere le quote di export faticosamente guadagnate. Già negli ultimi sei mesi l’export ha arrestato la sua corsa ed ha cominciato a flettere. Ma non costituisce affatto un segno preoccupante perché la perdita si concentra sul vino sfuso, buona parte del quale veniva venduto a prezzi stracciati: meglio che resti in Italia ad alimentare la produzione del confezionato. Il prezzo medio per litro di vino italiano esportato è ancora uno dei più bassi, distanziato largamente com’è non soltanto da quello della Francia ma superato anche da quelli degli Stati Uniti, Nuova Zelanda, Cile, Argentina … E’ giusto essere orgogliosi dei vini che si producono in Italia, occorre esserlo meno quando vengono svenduti. Se l’offerta di vino italiano cala e la domanda cresce o resta invariata è inevitabile che i prezzi crescano. Sono già in forte tensione i prezzi delle uve e lo saranno a breve i prezzi del vino all’ingrosso, entrambi rimasti fermi da dieci anni! A crescere saranno anche i prezzi delle bottiglie di vino ora offerte su scaffale a meno di tre euro, che rappresentano il settanta per cento delle vendite presso la grande distribuzione italiana. E’ possibile però che la crescita dei prezzi delle uve e del vino all’ingrosso avviino un processo virtuoso: spronare parte di quei  produttori a migliorare la qualità, ad applicarsi per costruire maggiore domanda nelle fasce dei prezzi medio- bassi, ad imparare a vendere meglio.






E’ ancora il  cambiamento climatico a introdurre una svolta epocale nella coltivazione della vite. Nelle regioni italiane più afflitte dalla calura si chiede che venga autorizzata anche per i vini a denominazione l’irrigazione di soccorso, fin’ora vietata;  si dovrà anche imparare a proteggere meglio il vigneto dall’evaporazione dell’umidità del suolo. Prendono vigore malattie della vite che sembravano sopite mentre si avverte forte l’esigenza di un minore impiego di pesticidi in viticoltura. Le conoscenze acquisite in passato devono essere rapidamente integrate con quelle della ricerca, della tecnologia e della capacità di osservazione dei viticoltori. E’ questo il passaggio che al momento desta maggiore preoccupazione.






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