You Make a Living from What You Get - But You Make a Life from What You Give

mercoledì 30 maggio 2012

UNA GRANITA DI CAFFE' CON PANNA














DOVE COME QUANDO

Pasticceria Sissi
Piazza Risorgimento, 6
Milano
Tel . + 39 02 760 14664

BERTA, RITO DELLA DISTILLAZIONE











DOVE COME QUANDO

Distillerie Berta
Via Guasti, 34
Mombaruzzo  (Asti)
Tel. + 39 0141 739528
www.distillerieberta.it

lunedì 28 maggio 2012

PIER BUSSETTI DA GOVONE ALLA RUSSIA


Poco più di anno per capire che il suo ristorante al castello di Govone in Piemonte non era il palcoscenico adatto. Forse non lo è per nessuno in questo momento. Andrà in Russia con l'aspettiva forte di aprire due locali. Un artista nell'anima lo chef Pier Bussetti, anche in cucina con piatti di gusto che mettono allegria a guardarli. La tradizione del Piemonte, ma anche la tecnica ispirata da Ferran Adrià dove è possibile. Dal cuoco catalano, al Bulli, Pier ha incontrato il sifone, l'azoto liquido, ha imparato le tecniche per portare i cibi dallo stato solido a quello liquido e viceversa. Ma ha anche capito che in Piemonte ci vuol altro. I gourmet sono ancorati alla tradizione, vogliono vedere cosa c'è nel piatto, mica l'aria. Paziente lo chef lo ha spiegato a voce, poi se non bastasse ha presentato piatti con le due scuole: tradizione e innovazione, uno accanto all'altro. Mancherà la sua faraona con valeriana, uvette, pinoli e mela verde: gran gusto, gran materia prima, grande estetica, gran classe. Sotto i soffitti di quelle che un tempo sono state le scuderie del castello di Govone lo chef con la bandana ha meditato. Qui dove pochi ricordano che un giovane signore, Jean-Jacques Rousseau, ha fatto lo sguattero e, diventato celebre ha citato il savoiardo chateaux de Govon, nelle sue Confessioni, Pier Bussetti ha deciso di chiudere un capitolo per riaprirne subito un altro.





THINGS WE LOVE



Sosta di glamour  all'Assiette Champenoise a Tinqueux. Il relax è completato dai piatti dello chef Arnaud Lallement e del suo staff. In piena Champagne, a due passi da Reims.



DOVE COME QUANDO

L'Assiette Champenoise
40, Avenue Paul Vaillant Couturier
Tinqueux (Reims)
Tel. + 39 03 26846464
www.assiettechampenoise.com

Menu 59 Euro à 158
Camere da 165 Euro






VEUVE CLICQUOT GRANDE DAME ROSE' 1978



Esplosione di profumi e gusto per la Grande Dame 1978 di Veuve Clicquot. Colore imbattibile, ramato e luminoso. Di fronte allo chef de cave Dominique Demarville questo Champagne dimostra l'evoluzione del Pinot Noir e di quanto può essere longevo. Grande nobiltà delle bollicine. Aromi di piccoli frutti rossi e di torrefazione, dal pane tostato alla frutta secca, miele. Grande armonia ed eleganza. Una concentrazione fuori dal comune. Bollicine elaborate soltanto nelle stagioni eccezionali. Uve provenienti dai villaggi di Verzenay, Verzy, Ay, Ambonnay, Bouzy, Avize, Oger, Mesnil sur Oger. Il carattere del Pinot Noir che incontra la concretezza dello Chardonnay.



CUSTODE ALL'HOTEL DU MARC - VEUVE


DOVE COME QUANDO


Hotel Du Marc
Veuve Clicquot
Rue du Marc, 18
Reims
www.veuve-clicquot.com


sabato 26 maggio 2012

VEUVE CLIQUOT IN FONDO AL BALTICO


Duecento anni fa in fondo al Mar Baltico di fronte alle finlandesi isole Aaland. Un carico di bottiglie partito dalla Francia e destinato probabilmente alla corte degli zar di Russia fa naufragio con il battello e l'equipaggio che lo trasporta. Nel 2010 un gruppo di sommozzatori scopre, a 55 metri di profondità, il carico. Un tesoro di bottiglie: 168, di queste 47 sono griffate Veuve Cliquot Ponsardin. A Reims, venerdì 25 maggio 2012, nella Maison storica di Veuve Cliquot si degusta una delle bottiglie ritrovate. Duecento anni prima quella bottiglia era partita da qui con l'avallo di Madame Cliquot Ponsardin.


La celebrazione  è accompagnata da un degustazione unica. Sfilano le bottiglie del ventunesimo secolo: i Brut Carte Jaune 2008 e Rosé Non Vintage 2008. Del ventesimo secolo: Grande Dame Rosé 1988, Grande Dame 1962, Brut Carte Jaune 1953, Vintage Rosé 1947 e Cuvée 1904. In attesa di degustare il diciannovesimo secolo con la bottiglia trovata in fondo al Mar Baltico.


Al tavolo, il presidente di Veuve, Jean-Marc Lacave, invita gli enologi che hanno fatto storia e continuità della Maison: Dominique Demarville, Jacques Peters e Charles Delhaye. Commentano e conducono verso l'apertura della bottiglia del Mar Baltico che è rientrata a Reims dopo un lungo sonno in fondo al mare.

Grande Dame 1962 - Lievi note di ossidazione per questa eccezionale bottiglia che si avvicina dal colore, alle note, al gusto verso un Amontillado. "Non è un vino, ma qualche cosa di più" dice uno degli enologi. L'esperto Delhay aggiunge: "Ha profumo delle botti che si incontrano quando si scende nella cave". Grande evoluzione del Pinot Nero, vitigno eletto dalla Maison per i blend con lo Chardonnay e i rossi di Bouzy per i Rosé. La freschezza della montagna di Reims. Ne esistono due esemplari.

Brut Carte Jaune 1953 - Il colpo al cuore di questa degustazione. E' presentato in magnum. Freschezza, speziatura esotica, buccia di arancia amara, nocciola. "Tartufo e caffè", aggiunge lo chef de cave Dominique Demarville. Acidità e agrumato rendono il tutto magnifico. Il termine esatto: eccezionale.


Vintage Rosé 1947 - Liquoroso, ramatura nel colore, acidità bilanciata, freschezza. Note di Rum. Ancora una grande prova dell'evoluzione del Pinot Nero. Vino decisamente da meditazione. Degorgiato all'inizio del 1950. Sessantacinque anni di età. Emozionante.

Cuvée 1904 - La più vecchia bottiglia nella cantina Veuve, almeno sino al ritrovamento avvenuto nel mar Baltico. Ancora freschezza, l'evoluzione del Pinot Nero. Ossidazione. Note di polvere di cacao, essenze esotiche, caramello. Vicino al distillato, alle caratteristiche del Rum Zacapa. Bocca sontuosa. Straordinario.



Eccoci alla bottiglia del Mar Baltico. Attesa ed emozione in un grande silenzio della sala. "Un privilegio aprire questo flacone", dice Demarville. Fabienne Moreau, storica e archivista della Maison, fa il punto sulle ricerche per attribuire una data verosimile alla bottiglia. Una circolare redatta da Madame Cliquot e le considerazioni sulle vendemmie dell'epoca fanno credere a ragione che la data possa essere 1839-40. Il primo impatto è verso note stantie di legno, crosta di formaggio, qualcuno azzarda "parmigiano". Personalmente sento sentori di corteccia d'albero, invadente dolcezza con sfumature di zucchero di canna. All'epoca gli Champagne erano molto più dolci di oggi. Accompagnavano i fine pasto, oggi le cose sono cambiate. "Trés sucrè", dice Demarville, "freschezza", secondo Peters. E' suggestione pura, un gioco inaspettatamente arrivato duecento anni dopo. Il prestigio della Maison, l'orgoglio di poter mostrare al mondo qualità e serietà di una filosofia produttiva. L'esperto e ironico Charles Delhaye chiude tra gli applausi: "State bevendo il risultato di un vitigno che non esiste più, gli aromi vengono da vigne a piede franco, prefilossera, che spariranno per sempre quando avrete finito di degustare quanto vi è stato versato nel bicchiere".




martedì 22 maggio 2012

POMMERY RIPARTE DA LOUISE



Napoli segna una svolta nel destino di Pommery Italia. La sfida comincia dalla collina di Posillipo a villa Domi. Grazie alla cuvée Louise e a una cena a otto mani, quelle di quattro chef campani dal concreto futuro. Sfilata dunque di cinque millesimi: 1999, 1996,1995,1990, 1985 davanti agli occhi dello chef de cave Thierry Gasco della Maison Pommery e dell'amministratore delegato Ilario Iannone. 


Annata 1999 - Elegante, complesso, un millesimo nato quasi per caso. "Non volevo farlo", ha ammesso Gasco per le bizzarrie meteorologiche dell'annata. Alla fine il risultato in magnum è notevole. Grande freschezza, nove anni sui lieviti, per una bollicina di carattere e grande bevibilità. Lo Chardonnay è presente per il 65 per cento e il Pinot Nero 35 per cento. Nella cuvée Louise lo Chardonnay non scende mai sotto il sessanta per cento.


Annata 1996 - Vibrante, corposa, dieci anni sui lieviti più altri sei dopo il degorgement. Ottima mineralità. Gasco: "La aspetto tra vent'anni". E' stata abbinata al piatto di Ernesto Iaccarino del Don Alfonso 1860: gelato di anguilla, caviale di Oscetra, pasta ai sentori di rosa con salsa vegetale e tuorlo d'uovo biologico.





Annata 1995 - La prima annata in Pommery di Thierry Gasco. "Il mio feticcio", dice lo chef de cave.  Finezza, iodatura con un finale di lieve tostatura. Il millesimo di casa Pommery non fa legno. Garantita la complessità. Imbattibile nell'abbinamento allo spaghetto aglio e olio con la seppia e le sue uova di Alfonso Caputo della Taverna del Capitano.


Annata 1990 - Si resta conquistati dal colore oro carico. Ventidue anni di vita. Un vino che non beneficia di dosaggio. Acidità, complessa, note di frutta secca, mandorla. Una annata superba. Esaltata da Antonio Mellino del Quattropassi con rosette di sogliola al forno su crema di piselli e pistacchi croccanti.



Annata 1985 - Autentica curiosità. Non è mai stata commercializzata, un privilegio degustarla. Cento per cento Chardonnay e lievi note di ossidazione. Ne restano venti bottiglie nella cave del Domaine. Il dolce è firmato da Andrea Migliaccio del ristorante l'Olivo del Capri Palace: torrone ghiacciato con marmellata di pompelmo, anice e gelatine di cuvée Louise. Piccolo capolavoro che evidenzia le capacità di questo chef che ha chiuso in crescendo la verticale.





lunedì 21 maggio 2012

THINGS WE LOVE




DOVE COME QUANDO



Grand Hotel Vesuvio
Via Partenope, 45
Napoli
Tel. +39 081 764 0044
www.vesuvio.it

Antipasto di terra
Room Service: euro 24

venerdì 18 maggio 2012

MICHAEL MONDAVI BRINDA A GRIGNOLINO


Simpatico brindisi a base di Grignolino d'Asti "sur l'herbe", a Rocchetta Tanaro, per Michael Mondavi. Nel vigneto Montebruna con Raffaella e Beppe Bologna, figli di Giacomo, della cantina "Braida", il produttore californiano ha voluto degustare il vino ricavato dall'uva del vitigno autoctono astigiano. Il rosso firmato "Braida" ha convinto il numero uno di Napa.

 

THINGS WE LOVE




La tagliata di Fassone e i tajarin alla crema di basilico dell'orto che prepara lo staff di cucina della trattoria "I Bologna" a Rocchetta Tanaro. Carlo Bologna mantiene in salute questo luogo di culto per chi ama il cibo giusto. Fratello di Giacomo, l'uomo che ha rilanciato la Barbera di Asti nel mondo dell'enologia, la tavola di Carlo dispone di una ottima cantina. La scelta del vino la si può fare di persona tra le bottiglie esposte. 






DOVE COME QUANDO


Trattoria "I Bologna"
Via N. Sardi, 4
Tel. +39 0141 644 600
Rocchetta Tanaro (AT)
www.trattoriabologna.it
Menu: 48 euro, vino escluso
Giorno di chiusura: martedì
 

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