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mercoledì 30 settembre 2015

giovedì 24 settembre 2015

MALVASIA BIANCA 2007 DELLA FAMIGLIA RUBINO



Sorprende davvero questa Malvasia bianca le cui uve sono allevate nel Salento in Puglia nelle tenute della famiglia Rubino. L'avevo dimenticata in cantina, in realtà mi ha stupito due volte per come si è presentata, l'annata 2007,  quindi con un po' di anni sulle spalle. Colore oro carico, solare, polpa e concentrazione, gusto e molta qualità il primo step, magnifica degustata con formaggio grana stagionato 24 mesi e gocce di aceto balsamico invecchiato, il secondo. Così da aperitivo improvvisato ha rivelato caratteristiche al palato di grande piacevolezza, frutto e note salmastre sfumate che gli conferiscono armonia e versatilità. Anche se i puristi la indicano in abbinamento con il pesce, credo che diventi un piacevole expertise provarla con formaggi francesi in particolare Petit Pont L'Eveque.  






















DOVE COME QUANDO

Tenute Rubino
Via Enrico Fermi, 50
Brindisi
Tel. +39 0831 571 955
Ettari di vigna: 200
Tenute: Jaddico, Marmorelle, Uggio, Punta Aquila

Giancòla 2007 - IGT Salento
Vitigno: Malvasia bianca
Produzione: bottiglie 20.000
Prezzo in enoteca: euro 10 circa






mercoledì 16 settembre 2015

BAROLO CANNUBI "1752", LA RISERVA DAMILANO






Come in un messaggio trovato in bottiglia via mare. Qui la bottiglia, nella cantina Damilano, è dimenticata nella polvere da secoli. Una mano la ritrova e guarda caso si scopre che porta una data e un nome "1752" Cannubi. Cannubi è un cru celebre di Langa, forse quello maggiormente ambito da chi produce vino a un certo livello. E' il Barolo d'antan, quello che tutti sognano e pochi producono. La data è quanto meno clamorosa. Perchè se è vero che il Barolo celebrato nel mondo trova dignità agli albori dell'Ottocento, questa data fa si che si possa fare un ulteriore balzo all'indietro cambiando in qualche modo i connotati alla Storia del vino. Dunque il Barolo si produceva già in bottiglia nel 1752. Tutto questo sa di favola, ma i Damilano, la famiglia dei fratelli Mario e Paolo e del loro cugino Guido, cantina al limite tra Barolo e La Morra, cuore di Langa, non si fanno sfuggire l'opportunità di fare un vino con uve dal vigneto-cru Cannubi, due ettari di proprietà, selezione manuale dei grappoli, resa del 50 per cento sul valore da disciplinare (40 qli-ettaro contro 80), naturalmente con quella data in etichetta, la stessa del ritrovamento. Anche un segnale forte di marketing. Un Barolo messaggero che rilancia di prepotenza il valore del Nebbiolo allevato sui crinali situati proprio di fronte alla cantina. Ci mette mano Beppe Caviola, enologo celebrato per quel senso di appartenenza al territorio unico e  raro, poesia del binomio uomo-terra, che di Langa conosce ogni angolo o quasi. La qualità e la passione fanno il resto. La Riserva 2008 è un esercizio stilistico di primo ordine, complessità, finezza, eleganza, una acidità presente e mai invadente, le note speziate di tabacco che lentamente evolvono nel balsamico, la souplesse, sentori di frutta rossa, insomma come ha detto il suo facitore: "Tanta roba nel bicchiere". Cinque anni, botte grande, più due anni in bottiglia: sette complessivi contro i cinque richiesti dal disciplinare per la Riserva. Così nasce anche un vino, con la scoperta inaspettata, la scelta mirata di grandi uve, la pazienza dell'attesa e la fattura degna di un atelier dove ogni cosa è studiata al dettaglio, buono anche per aiutare la memoria.









DOVE COME QUANDO

Cantina Damilano
Via Roma, 31
Barolo (Cuneo)
Tel. 0173 56 105
www.cantinedamilano.it

"1752" Cannubi, Riserva 2008
Vitigno: Nebbiolo
Cru: Cannubi
Ettari di vigna: 2
Terreno: calcareo, sabbioso (40 %)
Produzione: 6600 bottiglie, magnum e cassa da sei
Prezzo: euro 80, bottiglia base da 0,750 lt.




MASSIMO CAMIA SUGGESTIONS


Massimo Camia è uno chef di ottime qualità professionali e capacità, un po' defilato forse, molto legato al Piemonte, suo territorio d'elezione. La cucina va di conseguenza con interpretazioni di grande lucidità. Come il guanciale di castrato stracotto al Barolo Cannubi 2009 e crema di patate burrosa. Cottura eccellente, molto normale come si usava un tempo senza l'invasione di prolungati interventi complice una sofisticata tecnologia. Piatto davvero gradevole. Anche i Plin della tradizione non sono da meno il loro fondo bruno mantecato, strepitoso, fa di questi ravioli un piatto superbo. Il pesce, sono partito dall'ultimo piatto, presentato in apertura, la "calamarata", su Teppanyaki,  fonduta di squacquerone, soia ridotta al miele e porri fritti, mette in luce le buone arti culinarie dello chef che in questo luogo sulle colline di Barolo punteggiate di vigne, a meno di un'ora di auto dal Mar Ligure, rivela quanto sia possibile e gustoso il suo mix di piatti.







DOVE COME QUANDO

Massimocamia Ristorante
Strada provinciale Alba-Barolo 122
La Morra (Cuneo)
Tel. 0173 56355




MOET&CHANDON, BUBBLES IN ATELIER



E' chiaro che a certi livelli i produttori top di vino e Champagne non si accontentano di presentare prodotti di qualità in abbinata a gusto e sapori. Per conquistare nuovi clienti servono anche charme, estetica, design, packaging. E' il caso di Moet&Chandon, storica cantina e autorevole griffe della Champagne. Nell'immagine sopra, Benoit Gouet, chef de cave della Maison, è impegnato in un esercizio di stile che accompagna l'uscita di MCIII, una cuvée di prestigio che l'azienda lancia sul mercato, una luxury experience destinata a far parlare di se per l'eccellenza delle uve che la compongono e una raffinatezza che attraversa nuovi stili compresa bottiglia e tappo, come si vede nell'immagine, disegnati da autorevoli esperti del design. MC per Moet&Chandon e il numero tre romano a indicare le cuvée scelte. La prima assembla Chardonnay e Pinot Noir (37-40 per cento) fermentati in tini di acciaio, la seconda (37-40 per cento) i blend Grand Vintage delle annate 1998, 2000 e 2002 maturate in grandi botti di quercia, la terza (20-25 per cento) i Vintage Collection 1993, 1998 e 1999 invecchiati in bottiglia. Equilibrio, forza, gusto e charme non dovrebbero far difetto. Non resta che degustare.





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