You Make a Living from What You Get - But You Make a Life from What You Give

giovedì 30 settembre 2010

GAJA: IL MERCATO AZZOPPATO

 "La crisi viene da lontano, ha colpito duro e non è colpa dei produttori se li ha colti impreparati non essendo riusciti a prevederla per tempo neppure i premi Nobel dell’economia.
Il consumatore, di fronte alla riduzione del potere d’acquisto, ha abbassato anche la soglia del desiderio, anziché acquistare le eccellenze si è accontentato del buono quanto basta,  che costa molto meno. Così dei prodotti tipici italiani a soffrire di più sono stati quelli di fascia di prezzo medio-alta.
Ha invece beneficiato della crisi il falso agro-alimentare, con parvenza italiana ma prodotto altrove, guadagnando  mercato sia all’estero che in Italia.
Cosa fare?  Sui rimedi i suggerimenti si sprecano.
-      FARE PIU’ QUALITA’: ma per vino, olio, parmigiano…  la qualità media non è mai stata così elevata.
-        PIU’ RAPPORTO QUALITA’ PREZZO: ma si sono ormai fatti diventare buoni anche i vini offerti al pubblico a due euro a bottiglia.
-        CHILOMETRO ZERO: per ora è un palliativo virtuoso. Serve a spronare i contadini a diventare piu’ intraprendenti, a confrontarsi con il mercato e aiuta i consumatori a capire di più della stagionalità dei prodotti agricoli.
-        ACCORCIARE LA FILIERA: occorre prima che i  produttori si uniscano per aggregare l’offerta.
-        PIU’ MARKETING: sono ancora troppi quelli che si vantano di non fare marketing. Diffidano della parola, le attribuiscono un significato equivoco, di trucco finalizzato alla vendita.
-        NO OGM: il divieto va invece rimosso. Piuttosto vanno educati gli agricoltori a essere piu’ responsabili e i consumatori a riconoscere e premiarne i prodotti attraverso norme di etichettatura adeguate.
-        COSTRUIRE DOMANDA: in Italia ci pensano gia’ i produttori, il sostegno pubblico  va destinato ai mercati esteri.
-        L’EXPORT DIVENTI UNA OSSESSIONE: verissimo, occorre pero’ favorire la crescita imprenditoriale.
-        PROTEGGERE I MARCHI ITALIANI sui mercati esteri, combattere le falsificazione: si può, si deve fare  di più.
Se la crisi non allenta la morsa qualsivoglia rimedio perderà di efficacia.
Resta la cronica assenza sui mercati esteri della presenza di catene di supermercati (italiani e non) capaci di valorizzare le eccellenze dell’agro-alimentare di casa nostra. Assume grande significato l’apertura di EATALY a New York avvenuta nei giorni scorsi: nella grande mela i migliori prodotti  del mangiare-bere italiano saliranno su un palcoscenico capace di esaltarne valore e immagine e costruirne domanda".

Un progetto per il futuro

 "Nella situazione di mercato attuale i più fragili sono i produttori artigiani che costituiscono la stragrande maggioranza delle micro e piccole imprese italiane. Occorrono progetti atti a proteggere e valorizzare il  lavoro degli artigiani. Da un anno la discussione s’è accesa attorno al marchio Made in Italy che vuol dire una cosa mentre il contenuto ne svela spesso un’altra. E’ una contraddizione impossibile da eliminare avendo, le aziende che hanno delocalizzato, meritoriamente contribuito all’affermazione del Made in Italy  sui mercati internazionali. 
Per gli artigiani potrebbe servire, di più, mettere in cantiere un nuovo progetto: ottenere che il prodotto TOTALMENTE realizzato in Italia abbia la facoltà (non l’obbligo) di essere contraddistinto da un logo, da un simbolo fatto realizzare dal più bravo dei  designer italiani, da affiancare,  oppure no, al Made in Italy.
Che comporti l’assunzione da parte del produttore dell’impegno (autocertificazione) di svolgere le fasi di lavorazione INTERAMENTE in Italia, con totalità di materia prima di provenienza italiana soltanto per l’agro-alimentare. Il progetto andrà sostenuto da una campagna di informazione atta a istruire  il consumatore  sul significato del simbolo.
Nel progetto vanno coinvolti non soltanto gli artigiani, ma anche le associazioni sindacali e quelle degli esercizi  commerciali: l’interesse di  proteggere il lavoro eseguito in Italia coinvolge tutti".

IL SIGNORE DI BARBARESCO

Il pensiero di Angelo Gaja è sempre un confronto stimolante per chi ama e frequenta il mondo del vino. Oltre ad essere un eccellente produttore non soltanto per i wine lovers Angelo ha saputo, tra i pochissimi e rari, diffondere nel mondo cosa potrebbe essere la qualità italiana. Naturalmente le critiche fanno parte del sano vivere e spesso l'uomo di Barbaresco ne ha subite, giustamente e ingiustamente. Resta un fatto incontrovertibile: il suo pulpito è sempre autorevole. In questa lettera di considerazioni e proposte si denota anche una vena di amarezza per quanto sta accadendo,  tuttavia ben mitigata dalla sua solita grinta. Il blog è aperto al dibattito. 


DOVE COME QUANDO


GAJA
via Torino, 18
Barbaresco (Cn)
tel. 0173635158
www.gajawines.com

mercoledì 29 settembre 2010

RICETTE DAL CARCERE










Per una volta il gambero è nero. Meno male. Esistono ancora i reporter, come Davide Dutto, e quelli che hanno voglia di raccontare come Michele Marziani. E le ricette, una trentina,  arrivano dal carcere di Fossano, provincia di Cuneo. Ma contano gli scatti di Davide, che sino al dieci di ottobre si possono vedere in una mostra, e le parole di Michele: "I permessi che abbiamo ci fanno entrare, ma non ci risparmiano occhiate curiose e un po' d'ironia. Già, una prigione non è un ristorante". Ma si mangia, aggiungo io, e si cucina. I coltelli sono vietati, naturalmente. E, come nell'immagine della preparazione della cipolla, si taglia con il coperchio di una scatola di pelati, adeguatamente approntato. Ci si arrangia e i risultati sono incredibili. I fornelli sono da campeggio, usati in coppia aumentano la potenza del fuoco. Ciro, Bruno, Milos, Michele amalgamano l'impasto con abilità. Quando è il momento di mettere l'origano sulla pizza, tocca a Ciro. Cella numero tre: Hu è cinese, parla soltanto cinese, nessuno lo comprende, ma a tavola e quando cucina tutti sono con lui e gli battono pure le mani. Pino, da Catania, ha gli occhi che brillano quando è sicuro di aver preparato un piatto di spaghetti. "Certo che la firmo la ricetta alla Santa Caterina,  dice a Michele Marziani. Che scrive: "...E a te che importa che sei di Catania?". Vero, qui si scontano delitti e pene, attimi terribili di esistenze fuori dall'ordinario, ma tutti uguali per certi versi, spersonalizzati nell'espiazione di colpe passate. Uguali di fronte a un piatto di patate, riso e cozze. Immagini in bianco e nero, il colore delle sbarre, le cannottiere ingiallite, tutto sgualcito ma dignitoso. Come Davide ha saputo ritrarre. Dando un senso di vitalità, riportando però quelle note di neorealismo che con "Rocco e i suoi fratelli" di Visconti hanno toccato la punta del capolavoro. Un percorso per non scordare che ci sono anche queste realtà. Davide ha fatto il "secondino", in carcere, e Michele ha capito l'umanità che in questi luoghi può dar modo di raccontare.


RICETTA
Risotto alla "permettete" (con latte e seppioline)

Preparate in una pentola del brodo vegetale da tenere a temperatura. In una padella fate andare 250 grammi di seppioline a pezzetti in olio e aglio con aggiunta di prezzemolo verso fine cottura. Intanto tostate 400 grammi di riso con  olio e burro. Poi aggiungete un bicchiere di latte che, cotto, dà al riso un colore ambrato. Proseguite aggiungendo brodo vegetale un po' per volta e, a metà cottura, le seppioline.  Mantecate con una noce di burro. Spruzzate del prezzemolo tritato e del pepe nero macinato al momento

DOVE COME QUANDO

Il gambero nero-ricette dal carcere
di Davide Dutto e Michele Marziani
Cibele edizioni srl
via Muratori, 32
Fossano (Cn)
tel.0172635217
Pag.144 - 100 immagini in b/n
Euro 23
www.cibele.it


"Dal gambero nero a sapori reclusi"
mostra fotografica di Davide Dutto
sino al 10 ottobre
ristorante "Il verso del ghiottone"
via Demagistris, 5
Dogliani (Cn)
tel.  0173742074
www.ilversodelghiottone.it

www.saporireclusi.org
www.davidedutto.it
www.michelemarziani.org

martedì 28 settembre 2010

SACRALITA' DELL'ALTEMASI GRAAL



Quando si dice "non finirà mai di stupire".  E' il caso delle bollicine trentine dell'Altemasi Riserva Graal. Viene bene anche il gioco di parole. "Sacro"?, probabilmente, senza essere blasfemi. Lo produce un colosso del vino italiano, Cavit: 4500 viticoltori associati a undici cantine, 65 per cento della produzione vinicola trentina. Un impero di bottiglie che avallano la grande qualità di questa etichetta che esce soltanto in dodicimila esemplari. Allevato in vigneti scelti di Chardonnay e Pinot Nero, posizionati sulle colline di Trento, altopiano Brentonico e Valle dei laghi, il risultato di Altemasi è sorprendente. A parer mio, che adoro Champagne, è una delle più qualificate espressioni di bollicine italiane. Utilizzato a tutto pasto rende la cena davvero speciale. Bella eleganza e complessità, perlage consistente, dote questa che svanisce presto nelle bolle italiane, sentori di mela, nocciola, pan tostato. Non l'ho visto nascere, ma poco ci manca grazie al suo creatore, Giacinto Giacomini, da pochi mesi ex direttore generale di Cavit. Ci ha pensato lui mandandomi le sette annate uscite sino ad ora. Una degustazione senza sbavature, soltanto lodi. "Giac" può essere fiero anche adesso che è diventato presidente dell'European improvement quality system, organismo che cura l'informatizzazione delle aziende vitivinicole italiane, dall'arrivo dell'uva all'imbottigliamento. Una bella sfida che Giacomini, ha già portato a termine in Cavit, realizzando una delle più importanti cantine automatizzate esistenti.

DOVE COME QUANDO

Cavit
Via del Ponte di Ravina, 31
Trento
Tel. 0461381711
www.cavit.it


Trento Altemasi Graal Brut Riserva '02
Bottiglie prodotte: 12.000
Prezzo in enoteca: 33 euro



lunedì 27 settembre 2010

CAVIALE SALVA-STORIONE


Chi lo ha gustato sostiene che é indistinguibile dal caviale genuino ottenuto dalle uova di storione, specie peraltro in via di estinzione. In realtà però in questo caso i pesci nulla hanno a che fare, perchè questo boccone è fatto completamente con soia.  
Da provare come test. E verificare se quanto viene detto é vero.


DOVE COME QUANDO
125 gm Caviale Sevruga - £20.00
www.caviar-for-everyone.com

domenica 26 settembre 2010

L'ACQUA CALDA DI MAURIZIO





Maurizio Armanetti, rabdomante e geobiologo di Pontremoli, è titolare della Luni ricerche, società specializzata in ricerche termali.  Fa parte della commissione ministeriale per lo sviluppo delle terme. Consiglia come trascorrere il fine estate 



Follonica, una sosta  per assaggiare ottimi primi  in un ristorante,  “da Maurizio”.  Il menù di pesce offre uno straordinario rapporto qualità prezzo, a tiro d'occhio si è circondati da una spiaggia, Cala Violina,  la cui sabbia “suona” sotto i nostri passi e nella vicina Scarlino  si arriva a un bellissimo e suggestivo agriturismo: “Col Di Sasso”  dove è possibile incontrare un' acqua termale calda, “euforizzante” in quanto ricchissima del più noto e primo antidepressivo della storia: il Litio. 

Mi prendo il merito per la scoperta termale in quanto la mia attività è di scoprire nelle location di charme la preziosa acqua termale calda, la dove “nessuno” ne sospetterebbe l’esistenza e, unici in Europa, diamo la “garanzia del successo” sino a una profondità massima di circa 600 metri. Questo significa che il cliente, pagata la ricerca termale, non rischia in seguito, “nulla” per l’opera di trivellazione del pozzo che è la parte a rischio più onerosa nella scoperta dei tesori termali in zone vergini e che rimane a rischio coperto dalla mia Società di Ricerche.




Per il resto i meriti vanno a Luisa Righetti che ha creato Col di Sasso, un meraviglioso Resort di campagna, nel cuore della Maremma. Quanto mi trovo in zona non rinuncio a una visita al ristorante, da Maurizio, che ha creato un menù a prezzi contenuti anche per il palati più raffinati. Meraviglioso è il piatto di farfalle verdi agli scampi. A due passi la natura ha creato una spiaggia, Cala Violina, sulla strada tra Follonica e Punta Ala, che “suona” e che è inserita in un paesaggio incontaminato.  Un sentiero permette di raggiungere questa insenatura magica grazie a una passeggiata in una natura che riconcilia con lo spirito.



DOVE COME QUANDO


Ristorante
"da Maurizio"
via delle Collacchie 21
Follonica (Grosseto)
tel. 056653267
prezzo medio: euro 26




Tenuta Col di Sasso
Km 4,55 strada provinciale n°60 del Puntone
Scarlino (Grosseto)
tel. 056637435
2 cottages
11 appartamenti
Check in: ore 16
www.tenutacoldisasso.com


Maurizio Armanetti
Luni ricerche - Pontremoli
www.armanettimaurizio.net

venerdì 24 settembre 2010

UN AMERICANO PER IL BRUNELLO ANGELINI



Un americano per Tenimenti Angelini. Il Gruppo che produce Brunello a Montalcino ha deciso di allearsi con Vin Divino di Chicago, società americana di import e distribuzione. Un impegno sul mercato statunitense sempre sensibile al Brunello, un vino che sta uscendo definitivamente dalla crisi successiva allo scandalo delle contraffazioni avvenuto qualche anno fa. Con il cru vigna Spuntali e il Brunello base, il Gruppo farmaceutico, impegnato nella viticoltura anche in Chianti, Montepulciano, Collio e Marche, rafforza la sua presenza sul palcoscenico Usa, in un contesto destinato a crescere e recitare un ruolo di primo piano. La nuova alleanza è improntata sulla qualità dei prodotti e sulle scelte strategiche che vogliono per il Brunello una posizione elitaria nell'area enogastronomica statunitense. Le due etichette rappresentano, nel caso della versione base la sicurezza di un rosso classico, elegante, con sentori di marasca, tannini morbidi, mentre con la versione cru alle note balsamiche si associa una netta personalità godibile nel tempo. "Una svolta per il nostro gruppo", ha sintetizzato Jorge Balleste, presidente di Tenimenti Angelini e consigliere di amministrazione del Gruppo.






DOVE COME QUANDO


Tenimenti Angelini
località Val di Cava
Montalcino (Siena)
Tel. 057780411
www.tenimentiangelini.it



Brunello di Montalcino 
Bottiglie prodotte: 150 mila
Prezzo in enoteca: 25 euro

Brunello di Montalcino
Vigna Spuntali
Bottiglie prodotte: 15 mila
Prezzo in enoteca: 45-50 euro

giovedì 23 settembre 2010

IL TASTE DI MATTEO AL PARCO




Curiosavo dietro le quinte di Taste, in allestimento al parco Sempione, e ho trovato Matteo Torretta, lo chef del Savini di Milano, seduto sotto una sua gigantografia, intento a meditare. Certo mi sono detto il peso del ruolo. E anche l’età, perché Matteo ha appena 29 anni e la responsabilità della griffe, per quanto riguarda la cucina, più importante della città. Il Savini era e resta, anche se l’avventura subisce i suoi insostituibili alti e bassi, un bell’approdo a tavola. Con Matteo molto calato nella parte, da due anni ormai, e impegnato a riportare le cose al suo posto. Di questo pensava a Taste, in questa soleggiata anteprima, di un evento che se fosse organizzato, a Londra o Parigi, avrebbe tutta un’altra storia. “A Londra non mancherebbe il glamour, qui la gente capisce a fatica la vera essenza di questi eventi. Manca la vera cultura, del cibo, in questo caso. C’è un apprezzamento a scoppio ritardato”. Uno slogan esplicito sotto il suo ritratto: “L’avanguardia senza la tradizione non può esistere”, naturalmente a tavola. Lo sa bene lo chef di scena ogni giorno al Savini. A Taste presenterà tre piatti, acquistabili, sino a domenica, dal pubblico, a quattro euro: brasato, polipo e un dolce al big bubble. Da provare. Con lui, negli stand del parco, ci saranno Andrea Berton, Carlo Cracco, Claudio Sadler, Viviana Varese, Aimo e Nadia Moroni, Filippo Gozzoli, insomma una selezione del meglio degli chef che lavorano a Milano. Una decina in tutto.




ENGLISH VERSION

I was nosing around behind the scenes at the Taste of Milan festival which opened tonight at 18,30 when I saw Matteo Torretta, Head Chef at Savini, sitting meditating beneath a large photograph of himself. The weight of responsibility I said to myself, also because Matteo at 29 is the youngest participating chef in the festival and already responsible for one of the city's most important brands in food circles. Savini was, and remains, despite its ups and downs, a great place to be with Matteo at the helm. Having arrived two years ago he has undertaken the task of getting things back on track with gusto. Today I asked him his thoughts on Taste, to which he replied that had it taken place somewhere else like London or Paris it would have been another story. "London would have a different, more sophisticated audience who understand and appreciate food unlike here where people have a hard time understanding this type of event. Real food culture is missing here or at least is less developed than abroad." An explanatory slogan sits above his photograph, 'The avantguard does not exist without tradition', a philosophy he follows and develops each day at Savini. At Taste he will present three dishes which, until Sunday, can be bought by the public for euro. 4.00 each: braised beef with herbs, octopus, and a pudding called The Big Bubble. All of which should be tried and tested. Some of the most notable Italian chefs will be working alongside him in their various stands dotted around the park: Andrea Berton, Carlo Cracco, Claudio Sadler, Viviana Varese, Aimo e Nadia Moroni, Filippo Gozzoli to name a few, all of which makes a trip to the park rather more than a teddy bears picnic.
DOVE COME QUANDO

Taste Of Milano
Parco Sempione
Ingresso Viale Gadio
Orari:
Venerdi-Sabato: 11-15.30, 18.30-23.00
Domenica: 11-15.30, 17.30-22.00
Biglietto standard: 20 euro
Biglietto premium: 50 euro
Consumazione negli stand: piatti da 4 a 6 euro

Savini
via Ugo Foscolo, 5
Milano
Chiuso: sabato a pranzo e domenica
tel. 0272003433
www.savinimilano.it

martedì 21 settembre 2010

KAID, CHE VENDEMMIA



Ho scoperto questo Kaid, da vendemmia tardiva, degustando gelati a Cefalù, all'annuale festival internazionale, lo Sherbeth, che da quattro anni si svolge sull'isola. Enfatizzare è facile, dire che è strepitoso ancor di più. Dunque, ai fortunati che lo proveranno, semplicemente siate pronti a restare stupiti, ne vale davvero la pena. Nino Alessandro ha presentato questo Syrah, appassito sui graticci, quasi scusandosi per il ridottissimo numero di bottiglie, appena duemila, per la raccolta 2008, ma ancor di più per il fatto che questo autentico nettare non viene prodotto in tutte le annate. La cosa rende il tutto più complicato perchè trovarlo sarà davvero una caccia al tesoro. Ho pensato a buonanima di Mario Soldati, e alla sua storica frase: "Il vino è poesia della terra". In questo caso davvero ci sta. E anche a chi fa questa vendemmia tardiva, e ho capito l'essenza del contenuto in bottiglia. Il mio amico Vincenzo Bambina, non è soltanto un enologo dalle spalle robuste, un ottimo professionista, ma un visionario, un inguaribile romantico.


Un vero poeta moderno che lega il suo lavoro all'ambiente, alla salute delle uve, a quanto il cuore gli suggerisce. E Kaid è nato da un incontro fortunato tra lui, Nino Alessandro e i suoi fratelli, poche parole, passeggiate tra i filari sulle colline di Camporeale, a quattrocento metri d'altezza, dove le uve Syrah che compongono la vendemmia tardiva, vengono allevate. C'è da fidarsi di Vincenzo: "Ho scelto un vitigno internazionale senza il minimo dubbio, convinto del risultato". Un bell'exploit. Godibile a una cena di soli formaggi, questa annata 2008, esalta una aromaticità mai fatua, ma piuttosto toni caldi, surmaturi di olive nere, il dolce-amaro del gambo di carciofo, e leggere note di tostatura. Implacabile davanti al camino in una contemplazione da esteta, quale è il suo facitore, abituato a trascorrere ore al tramonto, in vigna, per osservare la salute delle uve.




DOVE COME QUANDO

Azienda vitivinicola
Alessandro di Camporeale
Contrada Mandranova
Camporeale (Palermo)
Tel. +39 092437038
www.alessandrodicamporeale.it






Kaid vendemmia tardiva '08
Numero bottiglie prodotte: 2000
Prezzo in enoteca: 20 euro




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