You Make a Living from What You Get - But You Make a Life from What You Give

martedì 22 giugno 2010

WELLNESS A VULCANO


Chiudete gli occhi e sognate. L'isola di Vulcano, nelle Eolie, vi sorprenderà ancora una volta con la sua luce, i colori, la pietra lavica, il mare, i tramonti. Un bagno di vapore per il relax nella spa del Therasia resort o per chi ama curiosare il trekking in compagnia di un vulcanologo oppure snorkelling o battuta di pesca. Salina, Stromboli, Panarea, sono a un colpo d'occhio e con la barca raggiungibili. Alla sera la cucina dello chef Giuseppe Romano, al ristorante Arcipelago. Partire sarà difficile.


DOVE COME QUANDO


Therasia Resort
località Vulcanello
isola di Vulcano
Tel. +39 090 9852555
Camere 97
Check-in dalle ore 14
Check- out dalle ore 7 alle 11
Pacchetto benessere: 3 notti, 480 euro
Traghetti da Milazzo e Lipari
www.therasiaresort.it

lunedì 21 giugno 2010

SUD DE FRANCE SYNCHRONIZED WORLDWIDE TASTING

VINI DEL SUD DE FRANCE DEGUSTATI ALLE ORE 11.00


Sieur d'Arques, AOC/AOP Crémant de Limoux, Grande Cuvée 1531: bella evoluzione in bottiglia delle uve Chardonnay utilizzate. Note di tostatura, boiserie, freschezza e buona sapidità. Ottimo esempio di come le bollicine possono conquistare anche se non provengono sempre dalla Champagne...

Cigalus, VDP/IGP Pays d'Oc, cuvée 2008: note di vaniglia, uso del legno corretto, ma utilizzo in eccesso. Struttura robusta e bella finezza. Piacevole al palato, fresco, buona acidità. Sentori di fiori bianchi, vaniglia, leggera speziatura. Ottimo con foie gras e pesce.

Rosé: bottiglia rotta alla consegna, non valutabile.

Dromadaire 30670, VDP/IGP Pays d'Oc, cuvée 2006: profumi di mora di rovo, composta di marmellata di ciliegia, liquerizia, cuoio, speziatura. In bocca: piacevolezza, tannini leggermente spigolosi fanno pensare a un vino con un ottimo futuro davanti a se, in evoluzione

Mas de Madame, AOC/AOP Muscat de Frontignan, cuvée 2006: ottime note di frutta surmatura, marmellata di fichi, pesca gialla, al palato grande dolcezza. Ottimo da gustare con foie gras, formaggi erborinati tipo Stilton, gorgonzola italiano, raschera Dop.

Cosiderazioni: Se i vini sono questi, Languedoc-Roussillon non può che attendere un futuro di successo.

http:suddefrance-export.net/sync-tasting/blog/commentaires/

sabato 19 giugno 2010

LA CUVEE FIRMATA DALL'ENOLOGO

Ho fatto un viaggio in compagnia del professor Francesco Iacono che è l'enologo delle aziende dei fratelli Muratori di Brescia. Un "arcipelago" di vigne, di bottiglie, in Franciacorta, Toscana, Campania, a Ischia. Lui, il professore, che ama definirsi vitienologo, è come un globetrotter della situazione, salta tra i filari e spiega, in modo esauriente, anche il più scontato dettaglio. Oltre un mese fa, a cena da Vissani, a Baschi, una cena notevole, si è superato, presentando la sua cuvée. Bottiglia senza etichetta, nel bicchiere freschezza, eleganza, note di croissant, dosaggio zero. Oggi quella bottiglia è in enoteca. E il professore firma, anche esteticamente, in etichetta, il primo, credo come enologo, il suo lavoro nella tenuta di Franciacorta. Questa Riserva 2002, vanta un affinamento di circa 90 mesi, Chardonnay in purezza, dal vigneto Rampaneto, suolo morenico profondo. L'evoluzione di Numerozero, altra fortunata bottiglia del gruppo. Un'exploit che vale per Villa Crespia, ma mette in evidenza la lungimiranza di Francesco che, quando fu avviata l'azienda dei Muratori, "dimenticò" in cantina i risultati della vendemmia 2002. Un'idea giusta, che piacerebbe anche ai francesi.

DOVE COME QUANDO


Produzione: 5000 bottiglie
Prezzo in enoteca: 40-42 euro

Villa Crespia - Fratelli Muratori
Via Valli 11
Adro (Brescia)
Tel. +39 030 7451051
www.fratellimuratori.com

giovedì 17 giugno 2010

FERDINANDO CIOFFI PORTRAITS





La bella solarità che incontriamo nei ritratti di Ferdinando è la stessa che illumina il suo volto quando lo si incontra. Come mi è accaduto qualche giorno fa a Firenze. Che sia un minuto o un giorno intero non smette mai di guardare cosa lo circonda. Può essere attratto dal cappello di paglia di una signora americana, come di un bouquet di fiori abbandonato su un tavolo: estrae la sua digitale dalla tasca e scatta. D'abitudine è già un capolavoro. Pochi attimi per comprendere che il suo lavoro è passione pura, corroborata da una professionalità altissima. Un esteta che coglie la bellezza nei particolari e nella luce puntuale che riesce a fissare in ritratti implacabili. Come quelli che ho scelto per presentare la sua mostra a Pietrasanta. Chi lo ha paragonato a un Caravaggio dell'immagine si sbaglia di poco. Ferdinando cattura immediatamente per l'incisione dei suoi scatti. Non ho mai visto Angelo Gaja così ben rappresentato come nel ritratto che pubblico. Appena l'ho visto ho detto: "Quello è Angelo Gaja...". Come a dire che non c'è una seconda possibilità. Il congresso dei cuochi mi ricorda Versailles e le riunioni di corte, Patric Vuitton, le sue borse e bagagli, è prigioniero in questo salone Liberty, della sua creatività, quasi come Bocuse e la sfilata dei suoi polli. Ferdinando, ancora una volta ci rapisci con i tuoi splendidi capolavori.


DOVE COME QUANDO

Ferdinando Cioffi
Portraits
Palazzo Guiscardo
Dal 18 giugno
Via Provinciale 16
Pietrasanta (Lu)
Tel. +39 0584 792914
www.palazzoguiscardo.it
www.ferdinandocioffi.com

mercoledì 16 giugno 2010

ARIA DI PARIGI CON I MACARON


Nel caso che non vi sia facile arrivare alla mecca dei macaron, appena aperta in via Spadari, a Milano, ma sentite di non poterne fare a meno, a casa, potreste sempre tentare di prepararli. Sicuramente non sono garantiti i risultati che ottiene Ladurée, ma con un pò di pratica... Ecco dunque una ricetta da provare, pubblicata nel numero di aprile di Delicious magazine.

Macaron
Dosi per 20
Preparazione: 45 minuti
Cottura: 15 minuti + raffredamento

175 grammi di zucchero a velo
125 grammi mandorle macinate
L'albume di 3 grandi uova
75 grammi di zucchero bianco

Ripieno
150 grammi di burro, morbido
75 grammi di zucchero a velo

Ricetta

Accendere il forno a 160 gradi

Macinare lo zucchero a velo e le mandorle in un tritatutto, passandoli poi in una ciotola. In una scodella a parte montare il bianco delle uova con un pizzico di sale sino a creare piccole montagne.

Quindi, pian piano, aggiungere lo zucchero bianco sino ad arrivare a una mescolanza lucida e di spessore. A questo punto potreste aggiungere gusti, come menta o limone e/o colori, alla miscela di meringa. Ovviamente potreste anche dividere il mix in diverse ciotole per preparare diversi gusti e/o colori.

Con un cucchiaio grande incorporare metà del mix di mandole e zucchero a velo nella meringa e amalgamarlo bene. Aggiungere il resto, tagliando e alzando bene il tutto sino che il mix ottenga una consistenza spessa, lucida e quasi come un nastro, mentre cade dal cucchiaio. Mettere il mix ottenuto in una tasca di pasticciere, con una bocchetta di uscita da cm.


Prepare due placche da forno con relativa carta. Fare uscire piccole cialde dal mix 'macarons' di circa 3 cm di diametro sui piani del forno sciacciando la tasca di pasticciere lentamente. Lasciare alla temperatura ambiente per 10-15 minuti, sopra si creerà così, una 'pelle'. Questo é importante e dovrete avere la possibilità di toccarli leggermente senza lasciare tracce sulle dita.

Mettere nel forno per 15 minuti. Togliere e lasciare raffreddare.

Nel frattempo preparare il ripieno battendo il burro in una ciotola sino a ottenere leggerezza, poi aggiungere lo zucchero a velo, a questo punto decidere se aggiungere coloranti e gusti. Usare il ripieno per unire le due metà di macaron. Provateli subito.

lunedì 14 giugno 2010

I SOGNI DI IGOR



Ecco un autentico secondo che fa squadra. Il sous chef in questione è Igor Macchia e lo potete incontrare alla Credenza di San Maurizio Canavese, a venti chilometri da Torino. Trentadue anni appena, ma da diciotto insieme a Giovanni Grasso, lo chef, “quasi un matrimonio sicuro”. Qui l’approdo per i golosi fa davvero la differenza, bisogna puntare verso l’aeroporto di Caselle, poi in un amen, trovate questa cucina che negli anni si è consolidata sino a diventare punto di riferimento. “Fuori i secondi” non vale più in questo caso. Ora si parla di società, fifty fifty, conduzione famigliare, ma, dice Igor: ”Io da pesce, Giovanni da carne…”. Per essere chiari. Poi tra pentole e fuochi decide chi in quel momento è ispirato: chi serve l’assist sa che l’altro deve andare a segno. I segreti al ristorante sono nella logica delle cose: il territorio, la piemontesità, ma il valore della qualità, un tocco, per il momento, di Oriente. La passione di Igor: appena di ritorno da un lungo tour, a Macao, Taipei, Hong Kong, il continente asiatico le sue spezie, i segreti, da portare in Piemonte, ai piedi delle montagne. L’insalata-pinzimonio, condita con l’olio di nocciola, purè di patate, salsa di zenzero: per stabilire un confine tra dove siamo e i sogni nel piatto, i colori, rilassanti, armonici. Come l’aperitivo, una sorprendente crema di polenta e storione in carpione, “non dimentico mai di essere in una regione che ha i suoi totem in cucina”. Come la terrina di bollito: “pezzi storici”, dice il sous chef. Nulla è lasciato al caso: come il pane fatto in casa, non tutto, chi merita finisce in tavola, come le forme di Eugenio Fobello, mugnaio in valle. La schiacciatina con sale maldon, da golosi. Di piatti ne sono passati sotto i ponti, dagli anni dell’alberghiero Colombato, a Torino. Qualche intervallo griffato, da La Gavroche a Londra, Bruxelles, Berlino. “Ho iniziato con i dolci, per divertirmi, ma ho subito capito che la pasticceria è precisione”. Le piccole manie di un cuoco, che con grande dignità accetta un ruolo e culla il suo sogno nel cassetto: “Aprire in società con Giovanni, una nuova Credenza, targata Asia”. Per adesso il wasabi lo utilizza senza esagerare, le fave di Tonca acconciano, con la purea di mele, il guanciale di vitello. E per stupire, ma concretamente, il riso lo presenta cotto in salsa di peperoni, con acciughe e decorato magistralmente, in un bel gioco cromatico, a forma di spirale, con la salsa di prezzemolo.
“Ecco, sono io”, dice Igor, guardando Giovanni Grasso, che secondo me, lo culla come un bambino, temendo che sia grande troppo presto, gastronomicamente parlando. Alla Credenza, le cose funzionano, i veri secondi sono Chiara e l’inglese Ben, arrivato per uno stage di qualche mese e ormai in batteria da circa sei anni. Perché il team funziona, è armonico. C’è tempo anche per fare i corsi di cucina, attenzione verso casalinghe, studenti, colleghi. Oppure preparare il bacio di dama in mousse, o meglio, “il dolce della disperazione”. “Andai a Bologna, lo dovevo preparare a un concorso, arrivato mi sono accorto di aver dimenticato le forme. Sono ripartito verso Torino, ho cenato, preso le mie forme e tornato a Bologna…” Signori, questo è Igor Macchia, chef alla Credenza di San Maurizio Canavese.



DOVE COME QUANDO

La Credenza
Via Cavour 22
San Maurizio Canovese (TO)
Tel. + 39 011 9278014
Prezzo medio: 75 euro
www.ristorantelacredenza.it


SUPERMARKET: VIN DE LA SABLA TEST


Una buona improvvisata in Monferrato con un rosso della val d’Aosta acquistato all’Esselunga di Asti: Les Cretes Vin de La Sabla di Costantino Charrère. Ammetto lo zelo del produttore di Aymavilles nel realizzare i suoi vini, in particolare il bianco, Cuvée Bois, ma che sorpresa davanti a questo rosso, che non conoscevo, e ai miei ospiti, che lo hanno degustato. Di fronte a una colazione di formaggi, dal raschera dop, alla robbiola di Roccaverano, il Sabla ha convinto i suoi giudici. Paolo Caciorgna, enologo e produttore: “Immediata bevibilità, bel frutto, morbidezza, freschezza”. Roberto Giannelli, produttore a Montalcino: “Grande equilibrio, profumi, piacevolezza”. Susannah Bosanquet, fotografo: "Facile da bere, sfumature di amaretto e vaniglia". Maria Cristina Modonesi, comunicatore: “Accattivante, perfetto per un brunch”. Un blend azzeccato, 30 per cento, in misura eguale, tra Barbera, Fumin e Petit Rouge, più dieci per cento di Mayolet. L’irruenza della Barbera attenuata dalla freschezza dell’autoctono Fumin e del Petit Rouge, consentono la riuscita di questo vino, le cui uve sono allevate in terreni morenico-sabbiosi, a circa 650 metri d’altitudine. Un cru di famiglia, dal quale già il patriarca Antoine, ricavava le uve che originano questo vino da tavola. Fermentazione e affinamento in acciaio. Bell’esercizio qualità-prezzo dell’eccellente azienda valdostana.


DOVE COME QUANDO

Annata 2008
Prezzo: 10.20 euro in Esselunga
Produzione: 24.000 bottiglie

Azienda agricola Les Cretes
Località Villetos, 50
Aymavilles (Aosta)
Tel. 0165 902274
www.lescretes.it


CONFIDENTIAL WINE


Luca Gardini,
campione sommelier d'Europa, 2009
degusta un Castello di Vicarello Igt




Castello di Vicarello Igt Toscana, 2006, biologico

“Veste rosso rubino con riflessi lievemente granati compatto, omogeneo denota grande personalità e spessore. Il bouquet complesso si offre nei suoi sentori di cassis, cacao in polvere, alloro, pietra pomice e menta. Ossigenandosi emergono le note varietali, la mineralità; note balsamiche e di oliva taggiasca. Al gusto colpisce per l’eleganza e la rotondità, il tutto ben bilanciato da un tannino elegante; terminando sapido e fine, con ritorni di more di rovo, sottobosco e nuance iodate.”

DOVE COME QUANDO

Prezzo 90 euro in enoteca
Annata 2006, produzione 3000 bottiglie

Castello di Vicarello
Loc. Vicarello, 1
58044 Poggi del Sasso (GR)
Tel +39 0564 990447
www.vicarello.it

giovedì 10 giugno 2010

L'ALTA LANGA DI BRUNO MURIALDO









Bruno Murialdo, quante corse, su per i bricchi, alla ricerca dell'ultimo scatto. Un uomo che del magic moment è forse uno dei simboli più rappresentativi, proprio nell'epoca del digitale, dello scatto per tutto e tutti. Bruno è un collega attento, di valore, paziente. Di quella pazienza che regge la sua spina dorsale. Poi l'occhio, prima dello scatto. Quasi sempre infallibile, senza mortificare nulla e nessuno. Ancorato alla sua terra, la Langa, della quale ha raccolto testimonianze infinite, volti cotti dal sole, segnati dal tempo, anche infantili, ma neppure troppo, come lo scatto che volentieri pubblico nel blog. Come gli altri due personaggi, il cercatore di tartufi, e la donna e la fatica di vivere in campagna. Non credo di esagerare se mi piace pensare a Bruno come la continuità di Nuto Revelli, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio. Questi ritratti che sono l'ossatura della sua ennesima mostra in visione nella nuova cantina di Terre da vino, a Barolo, realizzata dall'architetto Gianni Arnaudo, sono in bianco e nero. Il tocco magico di Bruno, del grande fotoreporter, dell'angelo custode pronto a ricordare il cammino.


DOVE COME QUANDO

TERRE DA VINO
Via Bergesia, 6
Barolo (Cn)
Tel. 0173 564611/560022

mercoledì 9 giugno 2010

SEGRETI DI BORGOGNA


Voglio legare due personaggi di valore della Borgogna. Sono giovani produttori che ho incontrato al Fours Seasons di Milano nella più
esaustiva sfilata di Pinot nero e Chardonnay allevati nelle regioni della Cote de Nuits e nella Cote de Beaune. Il primo è Thibault Liger-Belair, un giovane signore, corpulento, con grandi occhi da sognatore. Facile capirlo meglio, degustando i suoi vini: fanno sognare. A Nuits Saint-Georges, dove
c’è il Domaine di famiglia, Thibault possiede meno di due ettari contro i sette di tutta l’area. Può vantare vigneti con terreni diversi e dunque Pinot Nero diverso, rappresentativo, di classe. Il Corton Renardes Grand cru, le cui uve da cui è ricavato, maturano su terreni calcarei, si presenta con colore leggermente più denso, rispetto alla limpidezza mostrata dal Nuits Saint Georges 1er cru Les Saint Georges. La bontà sta nella perfezione stilistica dei due campioni, che rivelano al palato, con sfumature diverse, la bella nota di viola mammola. Thibault viene da una famiglia di commercianti che nel 1720, fondarono la ditta “C. Marey et Comte Liger-Belair”. E’ orgoglioso di ribadire che il suo obiettivo: “E’ produrre i migliori vini applicando rigorosamente i principi biodinamici, senza compromessi sulla qualità”. Sin qui un ritornello ormai diffuso, tra i produttori. La chiave di volta sta nella logica con la quale il giovane discendente di famiglia lavora: “Dal 2002, quando ho iniziato a fare vino, ogni vendemmia mi ha insegnato una lezione. Una mi è rimasta in testa: rispettare la natura e il suolo e non pensare di essere più intelligenti di loro. Hanno sempre l’ultima parola”. Capito questo, si comprende il rigore di Thibault nel presentare l’Haute Cote des Nuits “Clos du Prieuré”. Un vino di grande freschezza, giovane, annata 2006, con un futuro, davanti a se, di almeno dieci anni. Anche qui le note di frutti rossi, la ciliegia, ma insisto sulla viola, che è preponderante. Grande finezza, il futuro è tutto a suo favore, anche se bevuto subito regala emozioni. Accanto a Thibault ci metto David Duband, giusto per bilanciare questa danza del Pinot nero, in quella che è stata definita Terra benedetta da Dio. David ha 39
anni, ed esprime una generazione che ha rapidamente imparato le regole della Borgogna. Il vino deve essere elegante, fine, come i tannini che rappresenta. Il cammino di questo enologo, deciso, l’aspetto mi ricorda un valente ufficiale napoleonico, ha trovato consacrazione con questi rossi splendidi. Ho degustato Pinot nero, ancora. L’Hautes cotes des Nuits 2006, il più facile, dove la dolcezza del frutto trova una pronta risposta dal palato prima di rivelare eleganza e finezza. E prezzo ragionevole di 18 euro. Naturalmente poche bottiglie prodotte per le etichette più considerate come Charmes Chambertin Grand Cru 2006 e Nuits Saint-Georges 1er cru Aux Thorey 2005. Quest’ultimo davvero intrigante, con una morbidezza setosa al palato, le caratteristiche decise e la stoffa del grande rosso. “Non sono per lunghe conservazioni del vino”, dice David. Questo va bene perché il Pinot nero di Borgogna, pur essendo longevo, esprime da subito la sua forza. Il numero di bottiglie è sempre ridotto alle migliaia. David dalla roccaforte di Chevannes, a sud di Digione, governa circa 18 ettari di vigneto, pratica agricoltura biologica e ha buona stoffa anche con le uve Chardonnay, dalle quali realizza un valido Meursault. Ai due produttori affiancherei i bianchi di Henri Boillot da quattro generazioni a Volnay. Grande mineralità, ma associerei note di pietra focaia e pane grigliato, per un Corton Charlemagne Grand cru 2008 davvero raro. Le uve allevate in un vigneto di mezzo ettaro rivelano in bottiglia, forza, sapidità senza intaccare la finezza. Comprendo l’euforia del giornalista Enzo Vizzari di fronte a queste bottiglie, una delle sue passioni insieme ai vini prodotti con uve Nebbiolo. Le griffe si sprecano: Meo Camuzet, Claude Dugat, Dominique Laurent, Ramonet, Dujac. Il dramma uno soltanto: poche bottiglie e difficoltà a trovarle.




DOVE COME QUANDO

Domaine Thibault Liger-Belair
32 rue Thurot
Nuits Saint-Georges
Tel. 33 (0) 3 80615116
www.thibaultligerbelair.com



Domaine David Duband
36 rue de la Fontaine
Chevannes
Tel. 33 (0) 3 80614116


Domaine Henri Boillot
Rue des Angles
Volnay
Tel. 33 (03) 80216190 - 33 (03) 80212984



martedì 8 giugno 2010

SUMMER COOKBOOKS 2010


Se amate l'avventura questo è il libro dell'estate che fa per voi, o semplicemente, se siete sognatori dell'Open Road.

The Camper Van Cookbook - Life on 4 Wheels. Cooking on 2 rings
Autori: Martin Dorey + Sarah Randell
Editore: Saltyard Books
Pagine: 288. Prezzo: euro 20.27
www.amazon.fr


Una collezione di oltre 400 ricette stagionali per amici e famiglia da Sarah Raven,inglese, giardiniere, scrittrice e presentatrice.

Sarah Raven Food, Friends & Family
Autore: Sarah Raven
Editore: Bloomsbury
Pagine: 464. Prezzo: £22.50
www.bloomsbury.com



Questo è un libro da mangiare con gli occhi. Da comprare e soltanto sfogliarlo in un caldo pomeriggio estivo, seduto sul prato all'ombra di una quercia. Vi trovano posto 380 ricette estive, di gusti semplice e minimali, accompagnati da una serie di fotografie di Joel Meyerowitz.

Recipes from an Italian Summer
Editore: Phaidon
Pagine 432 pagine. Prezzo: 39.95 euro
www.phaidon.com


lunedì 7 giugno 2010

MARSALA CONFIDENTIAL



Fabrizio Carrera
giornalista al Giornale di Sicilia
Responsabile del www.cronachedigusto.it
racconta come ha scoperto il caso-Marsala




"Un sabato sera di fine aprile tornavo in macchina verso Palermo da Marsala. Avevo assistito a un evento in un nota cantina che produce proprio il Marsala, questo vino glorioso. Rimuginavo fra me e me della possibilità di accendere i riflettori su un argomento che immaginavo spinoso, ma altrettanto intrigante dal punto di vista giornalistico. Avevo cenato e avevo bevuto Marsala muovendomi tra filari di botti che trasudano storia e cultura come pochi eguali al mondo. E lo ripeto senza tema di esagerazione. Pochi eguali al mondo. Che ne è del Marsala oggi? Mi sono chiesto. Decido così di accendere i riflettori lanciando una provocazione. Quella di una Doc, il Marsala, che in una sua tipologia è soprattutto usato come ingrediente per carne in scatola e merendine. Possibile mai che debba avere questa considerazione? E anche il resto non è messo così bene. L'articolo va in rete e l’effetto è immediato perché, poco dopo, un manager di una cantina marsalese mi chiama al telefono per avere spiegazioni su quanto scritto, con tono un po’ allarmato. Decidiamo, con i miei collaboratori, di sentire un po’ di esperti. Pensiamo al professor Attilio Scienza. Lo chiamiamo, ma nessuno immagina quello che dirà da lì a poco. Scienza è molto critico. Leggo l’intervista, mi stropiccio gli occhi e chiedo che rilegga il testo. Lui conferma tutto e pubblichiamo. La nostra coscienza professionale ce lo impone. L’articolo scatena il finimondo. Scienza dice che il Marsala si fa col caramello e lancia altre critiche pesanti. Mi aspetto una smentita che a oggi, 7 giugno, dopo oltre un mese, non è mai arrivata. Il Consorzio, magari qualche produttore. Niente. A questo punto decidiamo di andare avanti sentendo altri personaggi. Qualcosa si muove e qualche produttore coraggioso ci chiede di intervenire nel dibattito. C’è l’esigenza fortissima di modificare il disciplinare, di dettare nuove regole. E' quanto traspare da alcuni degli intervistati. Qualche altro segnala ricette diverse, ma il dibattito è ormai avviato. Continueremo ancora. Con altre idee e altri coinvolgimenti. Magari un forum per discutere tutti insieme. Il futuro del Marsala ci interessa: da gourmet, da osservatori, da giornalisti. Soprattutto da siciliani."

BOLLICINE PER L'ESTATE

Nella bella sequenza di bollicine che i produttori del Trento Doc stanno facendo uscire dalle loro cantine voglio segnalare l'impegno che sta conducendo da tempo l'agronomo Fausto Campostrini e il suo staff per tenere alto il livello della Cantina d'Isera. Ho degustato il Brut, annata 2006, accompagnadolo a una mousse di salmone del Reno e pinzimonio. Il risultato piacevole mi ha fatto pensare che davvero si possono creare vini di buon livello e prezzo ragionevole. Costruito con uve Chardonnay e maturato quaranta mesi sui lieviti il Brut base della cooperativa trentina si è rivelato assolutamente competitivo. Finezza, grande pulizia olfattiva, sentori di leggera tostatura, fiori bianchi sono le caratteristiche principali di questa bollicina destinata a far parlare di se.

DOVE COME QUANDO

Cantina d'Isera
Via del Ponte 1
Isera (Trento)
Tel. + 39 0464 433795
www.cantinaisera.it

Trentodoc Brut
Bottiglie prodotte: 8.000
Prezzo in enoteca: 11 euro

Casa del vino della Vallagarina
Piazza San Vincenzo 1
Isera (Trento)
Tel. +39 0464 486057

Azienda agricola de Tarczal
Marano d'Isera
+39 0464 409134
Vineria +39 0464 450707
www.detarczal.it
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