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mercoledì 28 maggio 2014

GAJA: IL VINO IN UN MARE DI CONFUSION



di Angelo Gaja

"Sul calo inarrestabile del consumo di vino in Italia si sprecano le analisi; mai che si dica della 'Confusione' che prospera rigogliosa e allontana i giovani consumatori. La funzione alimentare del vino si va via via esaurendo in favore di quella edonistica: più che di pancia si beve di testa. Così crescono le nicchie di consumatori che vogliono il vino naturale, biologico, biodinamico, sostenibile, libero, pulito, giusto, ... e dei produttori che ne assecondano la richiesta; e si invocano nuovi controlli e certificazioni. Ben vengano, purché non si faccia ricorso a denaro pubblico.
Il 'Codice del vino' disciplina le pratiche consentite per fabbricarlo e permette di tutto e di più: basterebbe stilare un elenco delle pratiche più invasive, e obbligare il produttore che le adotta a indicarle sulla contro-etichetta.
Il vino, a causa della doverosa azione di prevenzione dell’abuso, finisce sciaguratamente accomunato e confuso con i superalcolici e le bevande dissetanti addizionate di alcol, nonostante storia, cultura e valori profondamente diversi.


Le 'Guide dei vini' sono in Italia in numero quintuplo rispetto alla Francia. Copiose anche le classifiche dei 100 migliori vini italiani, inevitabilmente le une diverse dalle altre. Di premi giornalistici, istituiti a beneficio di chi scrive di vino, ce ne sono in Italia di più che in tutti gli altri Paesi europei. Si continua a fare promozione turistica trascinando il 'Vino in piazza', quando la mescita delle bevande alcoliche dovrebbe essere autorizzata solamente nei locali dotati di licenza. Mai che un produttore di grandi volumi, uso a dirigere la propria azienda, rifiuti la veste di 'Vignaiolo' nonostante il vocabolario di lingua italiana definisca tale figura: “Chi coltiva (manualmente) la vigna”. Si trascinano stancamente le 'Polemiche', animate sia dai produttori che dai numerosi consiglieri esterni, sul modo di intendere il vino, produrlo, venderlo.
Per contrastare il calo del consumo occorre diradare la confusione e per farlo servono rispetto e coraggio".



LA CHARMOTTE 2006: THIBAULT LIGER-BELAIR



Chi ama il Pinot Noir di Borgogna riesce a cogliere sottili sfumature tra diversi cru. Thibault Liger-Belair vanta una sequenza di Pinot Noir davvero eccellenti pur disponendo di appena due ettari di vigna. Questo "La Charmotte" 2006 fa parte della "scuderia" del Domaine a Nuits Saint-Geoges (vedere post del 9 giugno 2010). Complesso, elegante, ricco di frutto sfoggia una armonia assoluta. Degustato ad aprile, con otto anni sulle spalle, rivela capacità di tenuta ed evoluzione sorprendenti.




DOVE COME QUANDO

Domaine Thibault Liger-Belair
32 rue Thurot Nuits Saint-Georges
Tel. 33 (0) 380615116
www.thibaultligerbelair.com

martedì 27 maggio 2014

IL COLLIO INTERPRETATO DA CARLA CAPALBO





Si possono leggere le vigne con un occhio attento come quello di Carla Capalbo e percorrere i filari scattando immagini. In realtà l'occhio di questa scrittrice nata a New York da padre napoletano, rivela sensazioni inusuali e attimi che spesso sfuggono ai più. La sensibilità la dice lunga su uno dei luoghi più vocati della viticoltura italiana. Così distante da Venezia,  così vicino ai confini di Slovenia e Austria, il Collio si rivela entità unica, un parterre de roi per chi ama il vino, le sue strade, i suoi castelli, le sue pieghe. Nelle quali Carla si addentra fornendo al lettore come all'appassionato, un affresco di rara bellezza. Puntuale, sensibile, concreta la reporter usa il linguaggio del vero viaggiatore avvezzo a studiare i particolari, le ombre, le difficoltà. Mario Schioppetto, Villa Russiz, Eugenio Collavini, Livio Felluga, Venica, Dorigo, Edi Keber, Borgo San Daniele, Capriva del Friuli, San Floriano, Gradisca d'Isonzo, Gravner, Jermann, Bressan, Tercic, Radikon, un lungo elenco di nomi, punti di riferimento che sono la storia dei luoghi narrati dall'autrice. E' la storia che fa Carla con i suoi occhi, le immagini, la scrittura, la capacità di comprendere se un vino è quello giusto tirando le corde dell'anima, del gusto, della qualità autentica misurata in piccoli numeri, mai ridondanti. Ribolla Gialla,  Malvasia istriana, Friulano l'ex Tocai che ci siamo fatti polemicamente soffiar via dagli ungheresi, Schioppetino, Picolt, Ramandolo, Pignolo, Refosco gli autoctoni volentieri dementicati, una forza che trova qui una degna consacrazione in virtù della loro espressione prima in vigna poi in botte e quindi in bottiglia. Ma anche Pinot, Sauvignon, Cabernet, Merlot che enfatizzano il terroir unico. Poi il cibo. I ristoranti golosi, le tappe di gusto, i ristori inaspettati  che assumono dignità nel racconto dell'autrice. Un cammino degno di un piccolo capolavoro. Da Devetak a Scarello per arrivare ad Antonia Klugmann, per transitare in semplici approdi governati da chef o cuciniere ancora ricchi di piatti senza tempo e molta sostanza. Le tipicità.






DOVE COME QUANDO
Collio
Fine wines and Foods from Italy's North-East
Autore: Carla Capalbo
Editore: Pallas  Athene Ltd, Londra
www.pallasathene.co.uk
Pagine: 256
Prezzo: dollari 13,87



LA TARTE DI BOURDAS A HONFLEUR



di Alexandre Bourdas, cuisinier



«Si vous me faites une tarte aux pommes… je saurais qui vous êtes»! 
Un brin frondeuse la formule peut prêter à sourire mais elle exprime cependant parfaitement ce que je pense. Elle constitue mon premier geste culinaire, la tarte aux pommes que je réalise enfant avec l'envie folle de bien faire…. 
Jusqu'à la réaliser avec le boulanger et la sortir du four avec tant de fierté. Depuis l'enfance, elle concentre nombre de points fondamentaux que l'on retrouve dans ma cuisine: la gourmandise, la technique, le partage, la rigueur et la connaissance du produit. On voit poindre l'exigence héritée de ma grand-mère qui faisait une pâte mi sablée, mi brisée… que, même copiée, à ingrédients égaux, proportions égales, je n'ai jamais égalé! La chaleur de la main sans doute…. Héritée de ma mère aussi, qui la réalisait la veille pour le lendemain. Fol espoir car les soirs de foot elle était dégustée jusqu'au bout de la nuit. Héritage du goût donc et du plaisir de la dégustation comme de la transgression. 
Mais revenons à ma tarte: elle doit trouver un bel équilibre entre les fruits, la fraîcheur, le croquant, le moelleux, on a compris, tout, elle doit être tout! L'été, place aux tartes, d'abord aux fraises avec beaucoup de crème et quand on plante son couteau pour découper une part, on s'enfonce dans les fruits… Il y a aussi la tarte au citron dont je crée une variante chaque année. Enfin, il y a toutes les tartes, tatin, bourdaloue, tropézienne, toutes les tartes… à distribuer, à partager, à déguster. Ensemble".




DOVE COME QUANDO

SaQuaNa
22 place Hamelin
Honfleur
Tel. 02 3189 4080
www.alexandre-bourdas.com
Aperto: giovedì-domenica
Menu da euro 25

martedì 20 maggio 2014

SIDDURA, COME CRESCE LA VIGNA NEL BOSCO




Crescono gli ettari di vigna in questo bosco della Gallura, tra strade che un anno fa non esistevano e piante di  mirto e ginestre spontanee di rara bellezza.  E' il lavoro della cantina Siddùra voluta da Nathan Gottesdiener, tedesco di origine, per sei mesi all'anno in Sardegna, suo luogo deputato al buon ritiro. Dalla moda alla vigna il passo non è facile, ma qui va premiata la forte attrattiva che la Gallura incontaminata ha esercitato su questo gruppo di uomini. Gli ettari sono passati da 4 a 19 e sono ancora in aumento. Le vigne di Vermentino, Cannonau e Cagnulari rivelano potenzialità sorprendenti di vitigni autoctoni. Una valle a forma di sella, che in sardo si traduce in Siddùra, il nome della cantina appunto, nel comune di Luogosanto, paesino incontaminato a circa una quarantina di chilometri da Olbia. Teatro dove Massimo Ruggero, l'enologo Dino Dino e tutto lo staff sono riusciti a offrire una connotazione sorprendente considerato che tutto questo soltanto qualche anno fa era un bosco impenetrabile di circa duecento ettari (vedere post del 22 maggio 2013). Il Vermentino in questo momento cattura attenzione e aspettative con le etichette Spèra e Maìa, mentre tra i rossi Bàcco è la grande scommessa dell'autoctono Cagnulari che si avvale di uve provenienti da vecchie vigne allevate ad alberello con almeno quarant' anni di vita. Un rosso che matura in botti grandi di rovere e rivela al naso sentori di china, tostatura, frutta rossa matura.






ANGELO E LA MALVASIA DI BOSA


Il capolavoro di questo autorevole enologo sardo. Un passito di straordinaria eleganza che nulla ha da invidiare ai più noti Sauternes. Già il colore ambrato incanta. In bocca è grasso, ricco, unico. Le note di albicocca, fico, dattero bilanciano l'alto potenziale zuccherino con una nota pungente. Imbattibile da accompagnare a formaggi erborinati, paté di tonno o vitello. E' la grande rivincita della Malvasia di Bosa, il vitigno di origine greca che caratterizza questo straordinario vino le cui uve sono allevate nell'area di Planargia, costa occidentale della Sardegna, di fronte al mare, in località Salto di Coloras che è anche il nome in etichetta. Il vigneto operativo è di un ettaro appena anche se la disponibilità è doppia. Vendemmia entro ottobre, a mano, dopo che gli acini sono attaccati dalla muffa nobile Botrytis Cinerea. Exploit unico. Eccellente il rapporto qualità-prezzo.


DOVE COME QUANDO

Cantina Angelo Angioi
località Coloras
Tresnuraghes (Or)
Tel. +39 340 9357227
saltodicoloras@gmail.com

Salto di Coloras 2011
Vitigno: Malvasia di Bosa
Produzione: 2/4000 bottiglie
Prezzo in enoteca: euro 18-22

lunedì 19 maggio 2014

GALLURA: IL VERMENTINO SURRAU




Il sole a picco non condanna questi filari di Vermentino allineati come soldatini di piombo. C'è il maestrale che li salva e offre vigore in prospettiva. I terreni rossicci, sabbiosi e composti di disfacimento granitico, assicurano un prodotto in bottiglia ricco, fine, elegante con un temperatura da rosso più che da bianco. Le colline di Arzachena, nella Gallura, a 25 chilometri da Olbia, in un declinare verso la costa Smeralda, rivelano potenzialità eccellenti per vini che qui ci sono sempre stati. "In bottiglia troviamo territorio, mare, sole, clima", sintetizza Martino Demuro, imprenditore edile, ex sindaco, che ha creduto nel progetto della sua cantina Surrau. Una azienda che produce qualità in 320 mila bottiglie e dispone di 50 ettari di vigna. Dieci anni di vita nel miraggio di rispettare quel traguardo romantico e concreto che è rappresentato dal clima e dal territorio di questo luogo.



Staff concreto, a cominciare da Martino Demuro, "ho scelto di recuperare questo sito e le tradizioni dei padri optando in seguito per una gestione famigliare. Qui è sempre aperto, anche d'inverno, quando si muore di noia". Una Ferrari sarebbe costata di meno, ma l'appetito vien mangiando e il vino di queste vigne si fa bere volentieri. Molti meriti sono dei due enologi, Angelo Angioi e Mario Siddi. Complicità e concretezza in cantina. Vermentino, Cannonau, Carignano, Bovale, vitigni autoctoni esaltati da processi attenti e meticolosi, coccolati come figli.






Bisogna fare qualche chilometro per passeggiare nelle vigne nella zona di Guanni Solu, esposzione Sud-Est, grandi silenzi, il rubinetto dell'acqua a vista pronto a fare il suo dovere, filari ordinati e spettinati dai colpi del maestrale che soffia nei momenti giusti. L'anno capito presto alla cantina Surrau. I due ettari di Vermentino fanno compagnia al Cannonau, al Bovale e al Carignano. Anche la Gallura impenetrabile sembra meno impenetrabile con questi squadroni di vite che sull'attenti attendono di generare uva. Grappoli che già sono apparsi anche nei vigneti di Surrau e nei quattro ettari di Moro. La stagione promette grandi cose.






Un tandem vincente. Il Vermentino di Gallura Docg "Sciala", abbondare in dialetto, e la versione da vendemmia tardiva 2013. Grande freschezza, colore giallo-oro carico, le note di erbe spontanee, ginestra, una dolcezza del frutto che non fa a pugni con note minerali ben controllate. Armonico e fine anche se i gradi sono 14,5. La vendemmia tardiva che si avvale di una maturazione in pianta di circa quindi giorni in più, invece rivela carattere, note di caramello, nocciola. Il blend è al cinquanta per cento tra uve fermentate in acciaio e barrique fatte con legni di acacia.  Il colpo al cuore è l'annata 2007 degustata, dove prevalgono note di cedro, buccia di arancia amara, tostatura. 




Lo step finale è sul Cannonau Sincaru, sincero in dialetto, annata 2011. C'è tutto il Mediterraneo in questo rosso, fine, elegante, maturato in vigne esposte a Nord-Est. Una bella polpa esalta sentori di piccoli frutti rossi. I richiami sono alla Borgogna. Bella souplesse. Rosso ben bilanciato. Come l'annata 2009 dove qualche anno in più di pausa in cantina esalta la complessità.





DOVE COME QUANDO

Surrau srl - Società agricola
sp Arzachena - Porto Cervo
Arzachena (Ot)
tel. +39 0789 82933, 0789 82 974
www. vignesurrau.it
Produzione: 320.000 bottiglie
Ettari di vigna: 50


Sciala 2013 Docg
Vitigno: Vermentino
Bottiglie prodotte: 75.000
Prezzo in enoteca: euro 15

Sincaru 2011 Doc
Vitigno: Cannonau
Bottiglie prodotte: 13.000
Prezzo in enoteca: euro 12

OSCAR FARINETTI: "I MEDIA RACCONTINO IL VINO"


Per fare vino occorre coraggio. Lo ha ribadito Oscar Farinetti, imprenditore e numero uno di Eataly, caleidoscopio del cibo italiano di qualità, che al Porto Cervo Winefestival, rivolto al pubblico, ha parlato del suo libro "Storie di coraggio". Dodici accattivanti esempi di vignaioli che con la loro determinazione hanno dato il la alla Rinascita del vino italiano post metanolo. In compagnia del giornalista Rai, Bruno Gambacorta, Farinetti ha raccolto attenzione spiegando virtù e passioni di chi ha creduto fortemente nelle ragioni di una viticoltura sostenibile. "Avremo un prossimo futuro tutto al femminile - ha ricordato Farinetti - molti produttori dai loro matrimoni hanno avuto figlie e già in molti casi stiamo assistendo a questo cambiamento in cantina. Un parterre speciale perchè hanno dimostrato di essere competitive e forse anche migliori dei maschi. Presto assisteremo a una stagione tutta in rosa. Per coadiuvare questa crescita i media non si scordino il loro importante ruolo. Divulgativo si, ma anche di racconto. Ogni storia meritevole ha dignità di essere ascoltata".  



LUCA GARDINI: "STOP AI TECNICISMI NEL VINO"


"Basta con i troppi tecnicsmi nel vino. C'è bisogno di passione e sostanza. Creare un vino significa amare un territorio, rispettarlo e interpretare creatività naturale che porta all'esaltazione dei luoghi con profumi, sapori e sanità". Il campione del mondo 2010 dei sommelier ha tenuto in scacco la platea con un accorato intervento di circa un'ora alla sesta edizione del Winefestival di Porto Cervo in Sardegna. "Mai come in questo momento il vino italiano ha bisogno di esprimere la sua vera anima".


mercoledì 7 maggio 2014

DOM PERIGNON VINTAGE 1999



L'eccellenza delle bollicine francesi. Dom Pérignon Vintage 1999 sorprende per la sua persistenza al palato, magnifica souplesse, una effervescenza costante, vivace, acidità attenuata, ma ben presente, armonia. Il colore giallo pallido incrocia sfumature verdognole. Al naso note di tostatura, nocciola, lychees. Grande champagne della Maison guidata dallo chef de cave, Richard Geoffroy. A quindici anni da una vendemmia considerata normale in Champagne, Dom Pérignon 1999 resta tra le annate più raffinate e straordinarie.




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