Matteo Toso
sommelier campione d'Italia 2012
per la Guida Ristoranti l'Espresso
di MATTEO TOSO
Appuntamento alla cantina Conterno Fantino, a
Monforte d’Alba, di fronte a me dodici annate divise in tre batterie:
la chiave per accedere al mondo del Sorì Ginestra.
PRIMA BATTERIA
1982 Riserva - Primo millesimo di Barolo per
questa cantina. Nei confronti di questa annata storica per le Langhe, c'è
qualcosa che va oltre il vino. Guido Fantino e Claudio Conterno
lo assaggiano con una leggera smorfia sul viso dovuta a chissà quale
ricordo legato alla partenza della loro avventura, che quest'anno compie 30
anni. Con loro Fabio Fantino, promessa della Maison. Il colore è compatto,
aranciato, il naso etereo e polveroso apre le porte a una marasca sottospirito
precisa, lasciando il finale a nuances di eucalipto. Il palato molto tipico è
preciso, acidità stabile e tannino maturo con una leggera nota amara di
mandorla sul finale.
1985 Riserva - Seconda e ultima riserva
prodotta da questa cantina, venuta al mondo insieme alla secondogenita di
casa Fantino, Elisa, che troverete sempre dietro alla scrivania con la mamma
Alda, altro punto di riferimento dell’azienda. Un vino immenso. Il colore è
sempre quello di un Nebbiolo maturo, ma più intenso del precedente, il naso
caleidoscopico è un tripudio di frutta rossa matura in prima battuta, poi volge
con classe alla liquirizia, cipria e finale di caffé. La bocca colpisce per
l'ampiezza e la freschezza, entra grasso e così rimane a lungo. Un fuoriclasse.
1986 - Forse per l'annata grandinosa
considerata più piccola, sicuramente per la bottiglia non perfetta, questo vino
mi ha lasciato perplesso, ma con la promessa di analizzarlo di nuovo. Il colore
è nettamente più evoluto dei suoi colleghi di batteria, mattonato, ma non
ancora passato. Il naso ci porta in un bosco in autunno, funghi e
humus, con profumi minerali di grafite e pietra focaia, finale
di cacao. La bocca si discosta, risulta più giovane e fresca, la spalla è
esile, elegante, il tannino è piccolo ma ci pensa
un'acidità generosa.
1988 - Di nuovo una grande annata e una grande
prestazione da parte di questo Barolo. Il colore è stupendo, il più bello
tra i primi quattro, intenso e brillante, sembra non temere il tempo. I
profumi decisi sono di prugna, viola e fiori secchi, ma soprattutto ancora
molto freschi. In bocca ritroviamo un vino di grande vigoria, un giovane.
Tannino e acidità, con grande dinamismo, imprimono un ritmo deciso
alle papille, mentre un ricordo di caffé ci terrà compagnia ancora per
qualche piacevole minuto.
SECONDA BATTERIA
1989 - Quando questa grande annata venne
commercializzata i consumatori non l'accolsero con il giusto entusiasmo perchè
precedeva una delle annate più importanti a livello mondiale, il 1990 per
l'appunto. Io dico: meno male che sia andata così, magari se questo non fosse
accaduto, adesso avremmo meno bottiglie di '89 a disposizione, e sarebbe stato
un peccato visto come si sta comportando questa annata dopo 23 anni. Il colore
compatto e pieno è circondato da un’unghia leggermente aranciata. Quando il
bicchiere si avvicina al naso la prima sensazione è quella di un vino imponente
e di grande freschezza, a confermarlo interessanti sentori di resina di pino,
affondo fitto di confettura di ciliege e prugne, trama speziata non invadente
con pepe in prevalenza. Al palato detta il suo ritmo da grande vino, la spalla
potente e il tannino vivo ben fuso ci comunicano
che la sua vita sarà ancora molto lunga, quanto la sua persistenza che
non diventa mai troppo soffocante grazie a un’acidità tagliente e
stimolante.
1992 - Questo vino è stata una delle
sorprese di questa degustazione, e l'entusiasmo che scaturisce ripensando a
questa bottiglia è dettato dal fatto che ha superato di misura le
contenute aspettative rivolte a una piccola annata come il '92. Il
colore, vivo e cristallino, ci intruduce un vino di grande eleganza e
piacevolezza. L'olfatto finissimo gioca le sue carte miglori sui
profumi primari di frutta rossa, fragoline di bosco e lavanda, e in
un attimo l'impressione a occhi chiusi e quella di trovarci in
Francia dalle parti di Beaune, incredibile come l'evoluzione abbia condotto
questo Nebbiolo a sfumature propriamente di Pinot Nero. All'assaggio
il vino è vivace, ritroviamo grande eleganza subito, un tannino elegante
ben pennellato e un’acidità fresca in seconda battuta.
1994 - Siamo di nuovo di fronte a una grande
sorpresa. Questo vino infatti al primo assaggio non ha dato troppe emozioni, ma
ci ha insegnato che la pazienza è una delle più grandi virtù. Al primo
assaggio sembra un vino quasi spacciato, lo mettiamo da parte per un
attimo e lo conserviamo come ultimo della batteria. Bene, quasi come se
avesse potuto ascoltarci, cambia passo e incomincia a dimostrarci tutta
un'altra stoffa, tutta un’altra espressione, tutto un altro vino. Questa
crisalide presenta un colore in linea con l'età, i sentori olfattivi sono quelli
di un Barolo maturo e complesso, la mora in confettura apre la strada ad
aspetti più evoluti come tabacco e polvere. Le sensazioni al palato sono degne
di nota, ingresso fresco e possente, sul finale della lingua troviamo una
leggera nota amara di mallo di noce.
1995 - Ultimo vino della seconda batteria, che
spicca dal coro per la sua grande espressione olfattiva. Il colore di buon tono
porpora ci presenta un vino dinamico e spigliato, il naso è la vera sua
rivelazione. Esplosione olfattiva balsamica di pino e fieno, poi fuochi
d'artificio di fragole in confettura, marasca e viola, il tutto sempre
contornato da leggera nuances vegetale. La bocca convince leggermente meno per
un tannino ancora un pò "verde" che lo rende meno armonico e fluido,
soprattutto sul finale, non troppo lungo.
TERZA BATTERIA
1996 - Il '96 è una di quelle annate di Langa per
cui provo sempre grandi emozioni. Per molti questa annata ha mantenuto una
struttura tale e un tannino che non riusciranno mai ad addomesticarsi, dando
vita così a un Barolo ruvido e spigoloso. A mio avviso col '96 ammiriamo una
delle espressioni più rappresentative e complete, ovviamente dove la spalla
possente fa da padrona, mantenendo però una freschezza da primato e una polpa
quasi masticabile. Il colore è intenso con una leggera unghia tendente al color
tramonto, a memoria dei vignerons una delle annate più pigmentate. Il naso
trasversale si articola tra cenni più freschi di frutta come ciliegia e mora e
cenni più ruffiani di viola e grafite, come un grande equilibrista tra polpa e
fragranza. Il palato da culturista sfodera tannini decisi e precisi, rendendo
la polpa freschissima e di infinita lunghezza.
1999 - Proseguendo la strada verso i giorni
nostri l'impressione, soprattutto per questa batteria, è che i vini
incominciano ad avvininarsi al registro della modernità, con equilibri e
consistenze più complete, forse per la conoscenza che cresce sulle tecniche di
vinificazione, forse per il cambiamento climatico. Il rosso brillante e vivace
è abbracciato da un’ombra arancio, quasi per renderlo più profondo e
interessante. Al naso troviamo note erbacee e fiori secchi con sfumature di
caffé. La grande bocca decisa sfila con una classe innata, calda e armoniosa ci
riempe le pareti della bocca con un tannino dolce che lascia un finale
equilibratissimo e di grande piacevolezza. Dopo tanti anni finalmente il '99 ha
raggiunto il suo equilibrio migliore.
2001 -
Cosa dire, il 2001 lo sappiamo è una delle annate più importanti in
Piemonte nella decade 2000-2009 e il vino infatti non tradisce le tante
aspettative anche se però in questa fase sembra stia attraversando una specie
di limbo tra giovinezza e inizio della sua maturazione. Sicuramente ritroverà
una sua natura più definita tra qualche tempo, ma nel frattempo assaggiamo. Il
colore è intenso e cristallino, mentre il naso di grande tempra si scinde
in due: dapprima profumi primari di frutti rossi, poi incalzano viola e menta
balsamica. Il palato è di grande attacco, sfodera tutta la possenza e la
grandezza di questo Barolo in un gioco di eleganza-potenza di grande
equilibrio.
2002 - Ultimo vino degustato, annata
terribilmente sfortunata dove grandine e piogge abbondanti hanno pregiudicato
una buona maturazione delle uve. Nel 2002 l'azienda ha deciso di vinificare i
due cru di Barolo insieme, cercando di fare una selezione il più accurata e
puntigliosa possibile, portandoci nel bicchiere un Barolo più esile,
all'opposto dell'annata precedente. L'olfatto un pò ingessato è fresco, molto
fine, troviamo sentori erbacei di fieno e floreali di viola che si rincorrono,
ma che non lasciano spazio a troppe altre sensazioni. La bocca ha una buona
acidità che accompagna la grande eleganza di questo vino, il tannino flebile
asciuga leggermente il palato. Nonostante le condizioni climatiche avverse di
questa annata, il prodotto è buono e molto interessante. Da riassaggiare tra qualche anno.