di Angelo Gaja
Non
dobbiamo pensare di essere soltanto noi italiani ad avere l’esclusiva di
produzione dei vini derivanti da varietà storiche-autoctone.
L’altro Paese che ne ha di proprie e diverse dalle nostre è la Spagna. Solo per
citare le più affermate: tra le rosse Tempranillo (nelle diverse declinazioni
di Tinto), Bobal, Garnacha Tinta, Monastrell, Carinena, Mencia… e tra le
bianche Airèn, Pardina, Macabeo y Palomino, Albarino, Godello, Verdejo, … Non
ne enumera così tante come l’Italia, ma ne è ricca anch’essa. Come per l’Italia
anche per la Spagna le varietà internazionali (Chardonnay, Cabernet, Merlot, …)
costituiscono una minoranza. E’ certo che per i consumatori esteri amanti dei
vini da varietà autoctone-indigene i due Paesi di riferimento sono l’Italia e
la Spagna.
Sui
dati della produzione nazionale di vino spagnolo i numeri non sono ancora
ufficiali: la vendemmia 2013 dovrebbe attestarsi sui 46 milioni di ettolitri,
se fossero di più – si saprà tra qualche mese - la Spagna diventerebbe il primo Paese produttore al mondo
superando di un soffio l’Italia. In
termini di volumi venduti sui mercati esteri il vino spagnolo occupa la seconda
posizione, molto vicina all’Italia.
Il
prezzo medio per litro di vino spagnolo esportato è meno della metà di quello italiano, che non è affatto
elevato. Ne consegue che sui mercati esteri alle bottiglie di vino spagnolo
viene spesso riconosciuto l’ottimo rapporto qualità-prezzo; anche per lo sfuso
la Spagna è in grado di offrire i prezzi più bassi. A costringere i produttori
spagnoli a esplorare i mercati esteri è una produzione nazionale esuberante
rispetto al consumo interno di vino che è decisamente inferiore a quello di Francia e Italia.
Grande
punto di forza dell’Italia sui mercati esteri è la presenza di ristoranti di
cucina italiana che funzionano da
ambasciatori dell’agro-alimentare e del vino italiani. La Spagna non gode dello
stesso vantaggio, nonostante nell’ultimo decennio il richiamo di Ferran Adrià e
della scuola di alta cucina spagnola abbia attirato all’estero maggiore
attenzione e prodotto qualche emulo, mentre l’interesse odierno più concreto
resta per l’apertura di locali di tapas che si stanno gradualmente diffondendo
anche in Asia.
La
Spagna ha goduto largamente di elevati contributi comunitari per la
ristrutturazione dei vigneti. E’ cresciuto il numero delle cantine, di poco
superiore a 5.000, che resta però largamente inferiore a quello dell’Italia,
oltre 30.000. Ne consegue che la Spagna gode assai meno del vantaggio che
invece ha l’Italia di avere un numero elevato di produttori che viaggiano sui
mercati esteri a raccontare vini e
luoghi a essi connessi, a fare
marketing.
Come
l’Italia anche la Spagna è un paese di elevati flussi turistici e gioca la
carta delle territorialità.
Un
sicuro vantaggio per la Spagna è il fatto di possedere, tra i Paesi
occidentali, la seconda lingua maggiormente parlata dopo l’inglese.
Dei bravi produttori spagnoli voglio citarne tre che per il loro percorso
costituiscono, secondo me, un modello, esempi dai quali è possibile
anche per noi italiani trarre qualche insegnamento, perché no?
VEGA
SICILIA www.vega-sicilia.com
Ad
acquistare nel 1982 la prestigiosa cantina è stata la famiglia che fa capo a
Pablo Alvarez, uomo di poche parole, concreto, eccellente organizzatore, capace
di circondarsi di qualificati collaboratori, che ha rinnovato totalmente la
cantina di Vega Sicilia elevando i vini a livello di eccellenza, attribuendo
loro piena visibilità sui mercati esteri, rendendoli costantemente presenti
nelle aste internazionali a guisa di
riferimento per i vini
spagnoli. Pablo
Alvarez ha poi largamente investito in altre aree: in Ungheria-Tokay, con la cantina
Oremus, e in Spagna nelle aree di Valladolid, Toro, Rioja Alavesa.
TELMO
RODRIGUEZ www.telmorodriguez.com
Di
scuola bordolese, nel 1994 con un paio di altri enotecnici fonda la ditta che
nel tempo diventa “COMPANIA DE VINOS TELMO RODRIGUEZ”. L’obiettivo è di
individuare nelle varie aree viticole (Rioja, Galicia, Ribera, Toro, Avila,
Malaga, Alicante, Rueda) vecchi vigneti di varietà autoctone da recuperare ed
affittare, vinificarne le uve presso cantine sia proprie che di altri
produttori ed imbottigliare con il proprio marchio. Telmo Rodriguez non è un
consulente, ma lavora in proprio. Ha contribuito a recuperare varietà che nel
tempo erano state trascurate ed ha fatto crescere l’interesse a produrre vini
originali, di luogo, nelle varie aree spagnole di vocazione. E’ stato d’esempio
per altri produttori. E’ anche un ottimo comunicatore; i suo vini sono esportati in numerosi Paesi.
TORRES:
www.torres.es
Cantina
guidata da Miguel A. Torres, presidente e uomo di grande carisma. Giusto per
dare un’idea, TORRES sta alla Spagna come ANTINORI sta all’Italia del vino.
L’azienda opera attraverso 27 cantine di proprietà in Spagna, California, Cile
e ha oltre 2.500 ettari di vigneti propri. Torres è da anni all’avanguardia in
Europa nei progetti di sostenibilità ambientale, sociale, economica. I vini
godono di elevata visibilità internazionale essendo esportati ovunque. Molto interessante l’atteggiamento di apertura e di ricerca di sinergie che TORRES
dimostra in numerose nazioni estere
ove opera con la propria ditta di importazione e distribuzione, unendo
ai propri vini in portafoglio anche quelli di altri produttori dell’Europa – italiani compresi - e del Nuovo Mondo di grandi-medie-piccole
dimensioni. Un modo efficace di "Fare sistema". Non c’è nessun produttore italiano che faccia altrettanto.
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