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You Make a Living from What You Get - But You Make a Life from What You Give
lunedì 29 settembre 2014
CIBO, AMICIZIA E ARTE DA CESARE GIACCONE
Da Cesare Giaccone ad Albaretto della Torre si mescolano concetti di buona tavola con i tratti dell'artista, lo chef è un appassionato che dipinge nel suo atelier i menu scritti a mano. I piatti ricalcano il concetto del colore che prima del gusto appagano gli occhi, la vista. Come questo: porcini e pesche alla Willsberger. Stile caro da sempre al cuoco piemontese, la dolcezza del frutto e la croccatezza del fungo di stagione, delicatezza e armonia.
Capretto allo spiedo e faraona in foglia di verza: due concetti di cucina dove l'appetito è apostrofato e soddisfatto senza dimenticare digeribilità e bontà.
Grande assemblaggio di sapori con elementi di grande caratura e semplicità. Il cavolfiore, che Cesare chiama fiore dell'orto, crema di vero Castelmagno e tartufo. Unicum di rara efficacia gustativa.
I plin in brodo di bue e l'insalatina d'anatra su salsa di frutta con funghi Reali, altri due passaggi di quanto la cucina può sorprendere se governata da un grande chef che conosce a meraviglia ingredienti traducendoli in assemblaggi soltanto in apparenza impossibili.
L'amicizia con Cesare Pillon, giornalista di esperienza e gourmet, attento ai mutamenti del costume a tavola, grande estimatore di Cesare Giaccone con il quale ha uno scambio quasi quotidiano sui segreti di cucina e il gusto a tavola. Filippo Giaccone, figlio dello chef e cuoco lui stesso impegnato nella trattoria di Albaretto della Torre dove, a pochi metri dalla cucina del padre, rivaleggia in una simpatica sfida di famiglia a suon di sorprese culinarie.
DOVE COME QUANDO
Filippo, oste in Albaretto
Via Umberto I, 12
Albaretto della Torre (Cuneo)
Tel. +39 0173 520 141
www.filippogiaccone.com
Cena: aperto da mercoledì a venerdì
Pranzo e cena: sabato e domenica
venerdì 26 settembre 2014
ILTARTUFO CON CESARE GIACCONE
Prime avvisaglie della stagione del tartufo. In Langa i prezzi oscillano da 2500 a 2900 euro il chilo per pezzature entro i quindici grammi di peso. Prezzo destinato a salire, ma non a raggiungere gli oltre 4000 euro dello scorso anno quando il prodotto era scarso. La pioggia estiva dovrebbe favorire, almeno nelle previsioni dei cercatori, una certa abbondanza. Il magnifico test di Cesare Giaccone, ad Albaretto della Torre, è questo piatto confezionato per gli amici: polenta con salsa di castagne e naturalmente il gioiello della terra. Sorpresa l'uovo nascosto nel fondo del piatto tenuto caldo dalla stessa polenta presentata in crema. Davvero Cesare continua a stupire con il suoi colpi da grande chef.
DOVE COME QUANDO
La Botega 'd Cesare Ristorante
Via Umberto, 9
Albaretto della Torre (Cuneo)
Tel. +39 0173 520 147
facebook: La Botega 'd Cesare
sabato 20 settembre 2014
SFURZAT 5 STELLE, 2002
Una delle annate più sorprendenti di questa cantina. E' il Nebbiolo che sui pendii della Valtellina è chiamato Chiavennasca ed è prodotto soltanto nelle annate migliori nel vigneto-cru chiamato Fracia. E' allevato su terrazzamenti a circa 450 metri d'altezza, con raccolta a mano in vendemmia e in condizioni al limite del praticabile, grazie all'ausilio di corde e ramponi per non far subire traumi all'uva che poi seguirà un periodo di appassimento. L'annata 2002 rispetto ad altre fa sfoggio di finezza, sapidità, equilibrio. Ottima stoffa. Note di mora matura, leggera speziatura, mandorla, con finale corto e armonico. Lo Sfurzat 5 Stelle è destinato a un lungo invecchiamento, forse il 2002 ha già imboccato la discesa finale. Una delle annate che incarna comunque la filosofia del suo mentore, Casimiro Maule, enologo, appassionato, protagonista discreto di una grande cantina.
DOVE COME QUANDO
Nino Negri
Via Ghibellini
Chiuro (Sondrio)
Tel. +39 0342 48 52 11
www.ninonegri.it
Produzione: 900.000 bottiglie
Ettari di vigna: 36
Sfurzat 5 Stelle 2002
Vitigno: Chiavennasca (Nebbiolo)
Ettari di vigna: 10
Bottiglie: 45.000
Prezzo in enoteca: euro 55-65
mercoledì 17 settembre 2014
VENDEMMIA IN BIANCO E NERO
di Davide Dutto, fotoreporter
www.davidedutto.com
La settimana mi ha di nuovo sputato dentro questa domenica
mentre ancora annaspavo tra i mille progetti in corso. Il corpo e la mente sono
rimasti a venerdì. Telefonate, incontri, mail, parole dette e da dire, sms,
cose fatte e da fare, poi le fotografie da archiviare in cartelline che ancora
non so come riuscirò a organizzare. Domenica dunque, e mi accorgo di essere
sdraiato sul divano in un tête à tête con il soffitto pensando a una colazione
che non ho. Ne biscotti, ne crostata, ne succo di frutta, ne yogurt. Scazzo…in
questa mattina di troppo. Eroicamente decido allora che la giornata porta bene
per fare un giro in Vespa, ed eccomi allora pronto e incascato, in sella alla
mia ET3 primavera (sono però le 13.30). Direzione Langhe dunque. Da Fossano sino
a Narzole la strada è quasi tutta dritta, la conosco a memoria, poi appena
iniziano le prime curve tra i vigneti della Morra l’aria calda sa di zolfo,
eppure non sono a Vulcano… si certo conosco bene anche questo odore, è il trattamento,
di questa stagione e dopo le copiose piogge il trattamento con lo zolfo tra i
filari va per forza fatto. A tratti mi piace chiudere gli occhi e
immaginare di essere sull’isola dell’arcipelago Eoliano.
Curva dopo curva però la
strada mi porta nella parte a sinistra del Tanaro, nel Roero. In quella zona
le colline sono più ripide e i boschi, i noccioleti, i frutteti di
albicocche e pesche e poi il grano e l’orzo mi conducono fuori dal tempo. Mi
piace immaginare che tutto il territorio sia ancora così vario, non solo belle
colline di monocolture, anche se di buon Nebbiolo e Barbera. In questi anni ho
riscoperto il Roero ed è davvero una perla nascosta. Viaggiando nel tempo
allora mi fermo al fondo di un noccioleto, al confine di un bosco dove
nell’ombra una leggera brezza mi soffia sulla faccia profumi di paesaggi e
foglie verdi, zolle di argilla chiara e canneti e strada sterrata delimitata da
ciuffi d’erba verdi ancora per poco. Mi sdraio in bilico sulla sella della
mia ET3 primavera, adesso solo bosco e vento.
domenica 7 settembre 2014
VENDEMMIA: BERTANI NON FARA' L'AMARONE 2014
di Emilio Pedron
Ad Gruppo Bertani Domains
"Chi produce Amarone in fruttai ad appassimento
naturale per coerenza al proprio stile, alla propria identità, secondo la
tradizione più pura, dovrebbe a nostro avviso rinunciare inevitabilmente a
questa annata. Noi abbiamo fatto questa scelta per
l’Amarone Classico Bertani. E’ stata una decisione importante, costosa, ma
coerente con il nostro stile, la nostra identità, e soprattutto di grande
rispetto nei confronti dei nostri consumatori e clienti. In conformità con la propria tradizione, fin dal
1958, ovvero dal primo anno di produzione, l’Amarone Classico Bertani nasce da
un lavoro artigianale di altissimo livello e richiede oltre a expertise
tecnica specifica, anche l’utilizzo di una materia prima di elevata e unica
qualità: uve perfette, integre, messe a riposo esclusivamente su graticci in
canna di bambù (arele), in locali di collina naturalmente arieggiati.
L’appassimento avviene, quindi, in forma completamente naturale, aspetto
determinante che conferisce all’Amarone Classico Bertani uno stile unico e una
esclusiva longevità. In questo processo naturale diventa determinatamente la
qualità delle uve e meno invece il metodo (appassimento) con il quale si
ottiene questo vino. In Bertani non a caso si continua a non parlare di
appassimento, ma di messa a riposo delle uve. L’andamento climatico di questa
annata, con temperature che si sono mantenute al di sotto della media, con
ridotte ore di sole a disposizione e livelli anomali di precipitazioni, hanno
impedito il raggiungimento di una qualità delle uve tale da garantire i
risultati richiesti dagli standard aziendali.
Per questo Bertani ha deciso di
essere la prima azienda della Valpolicella a comunicare la scelta di rinunciare
alla produzione di Amarone Classico per la vendemmia 2014, così come si era già
deciso di fare in un’altra annata particolare, ovvero il 2002. Ricordiamo
come l’Amarone Classico Bertani sia un esempio “raro” in cui dal primo anno di
produzione è sempre stata mantenuta identica la bottiglia, l’etichetta, il
metodo di produzione e lo stile del vino. Con appassimento in fruttai tecnologici è infatti possibile la
produzione di Amarone il cui risultato è indipendente dalla variabile meteo; in
questo caso anche l’andamento climatico nel dopo vendemmia non ha nessun legame
qualitativo con il prodotto finale, in quanto l’appassimento avviene in un
luogo standardizzato nei paramenti da controllare, come umidità e ventilazione.
Bertani da sempre produce il proprio Amarone Classico esclusivamente con
appassimento naturale e facendo scelte diverse non sarebbe stato possibile
raggiungere quella qualità che è da oltre mezzo secolo il nostro biglietto da
visita."
VENDEMMIA: GRASSO, SALVI I CRU DI LANGA
di Alberto Grasso, agronomo
Responsabile vigneti di Fontanafredda
"Con un ritardo di circa 7-10 giorni sulla data
prevista, la vendemmia delle uve Pinot Nero e Chardonnay per le basi spumante
ha avuto inizio l’ultimo lunedì del mese di agosto.
La campagna 2014 non è stata certamente facile.
Il mancato consolidamento dell’alta pressione africana nelle regioni del nord
Italia ha lasciato questi territori sotto l’influenza delle perturbazioni
atlantiche determinando un clima tipicamente nordico. L’inverno 2013/2014, particolarmente mite, aveva
determinato un germogliamento anticipato e, seppur con un certo affanno, anche
la fioritura aveva confermato questa tendenza. A determinare un brusco
rallentamento sono stati i mesi successivi e in particolare il periodo
giugno/agosto. Giugno e luglio sono risultati i due mesi più piovosi degli
ultimi 50 anni con un totale di oltre 200 mm di pioggia caduti in ben 29 giorni
su 61 (quasi un giorno di pioggia ogni due!). L’attesa ripresa termica, più volte evocata nel
mese di agosto, si è rilevata poca cosa e anche questo mese è giunto al termine
con temperature miti.
Il clima “anomalo” ha complicato notevolmente
tutte le attività di campagna ed è stato necessario adottare strategie adeguate
alle condizioni esistenti. Una difesa antiparassitaria accorta e scelte
agronomiche attente sono risultate fondamentali per giungere alla raccolta con
uve di qualità.
Il 2014 non ha concesso “disattenzioni” in vigna
e solo le aziende “tecnicamente pronte” hanno saputo mantenere gli obiettivi
qualitativi nel rispetto di quella “sostenibilità ambientale” oggi ritenuta
importante, ma troppo spesso declinata nei fatti. Nei vigneti aziendali e in quelli degli
agricoltori aderenti, gli impegni previsti nel disciplinare del progetto
VinoLibero sono stati mantenuti. Quindi, ancora una volta, abbiamo
ottenuto uve di qualità non impiegando concimi di sintesi e diserbanti e
limitando gli interventi antiparassitari a quanto tecnicamente necessario.
L’impiego dei modelli previsionali per le principali avversità e la rete di
stazioni di monitoraggio creata, ha concesso ai tecnici di lavorare al meglio
evitando danni alla produzione."
La vendemmia 2014 vedrà, in ogni caso,
riaffermarsi con prepotenza la supremazia qualitativa dei grandi cru di Langa
la cui vocazione viticola era parsa meno importante negli anni passati.
Per quanto concerne le uve precoci si osserva una
situazione sanitaria buona e la maturazione sta procedendo lentamente ma con il
giusto equilibrio tra la componente acida e quella zuccherina. Certamente i
vitigni Pinot e Chardonnay saranno i meno penalizzati dal clima fresco del 2014
e ci attendiamo basi spumante molto aromatiche e strutturate. Anche la maturazione
del Moscato procede con lentezza e nella maggior parte dei campioni monitorati
i parametri minimi richiesti non sono ancora stati raggiunti. Lo stato
sanitario di questa varietà è più a rischio in quanto più sensibile al marciume,
ma il buon livello produttivo presente nei vigneti consentirà la selezione
delle uve in fase di raccolta. Per i vitigni medio precoci come il Dolcetto, l’Arneis
e la Nascetta vedremo."
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