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mercoledì 31 ottobre 2012

IN MEMORY OF GINO VERONELLI


Ci volevano queste note di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi su Gino Veronelli.  Si dimentica troppo spesso soprattutto quando le persone o i fatti sono di valore. Trecento pagine pesanti che vogliono disegnare la figura dell'intellettuale attraverso un percorso che probabilmente sarebbe piaciuto anche allo stesso protagonista. 49 voci in ordine alfabetico (l'alfabeto è stato un suo codice segreto) dove emergono passi sostanziali e sostanziosi del percorso veronelliano. L'anarchia, Bergamo, camminare la terra, contadini, cru, due uova al burro, Giacomo (Bologna produttore a Rocchetta Tanaro), guide, giacimenti gastronomici, L.V., pane, risit d'aur, sommelier, Tchelischeff (enologo, principe, talento), vino: il canto della terra verso il cielo, vino: un problematico compagno, vino: un valore reale.


Riordinando la sua biblioteca, circa 9000 volumi, Rota ha scritto: "In Veronelli la ricetta del pesto alla genovese e un aforisma di Pascal potevano stare sullo stesso piano, trattati con lo stesso interesse". Così era Gino Veronelli, ritratto mai fu più azzeccato. Il vino e il cibo sono stati la metafora concreta per parlare di umanità varia. Ecco Gino è stato un umanista. Poi era anche scrittore, critico, sciatore, appassionato della Terra, delle donne, dell'arte, filosofo. L'approccio giusto verso la vita condita da quelle sfaccettature che ha scelto per condirla come in fondo, credo, gli sia più piaciuta. Editore anche con l'estrosità di chi la vita la vuole comprendere.  L'epilogo: "Storie, storielle e raccontini" del Marchese de Sade, pubblicato e illustrato provocatoriamente da Alfredo Manfredi, divenuto un caso editoriale seguito da sequestro, processo e rogo pubblico (Varese, anno di grazia 1961). Veronelli era tante cose. Anche un anarchico, ma non politico. Nella sua testa, una forma di indipendenza che dovrebbe servire da modello ancora oggi. Veronelli di cose ne ha fatte, non era un rinunciatario. La difesa del mondo contadino, frettolosamente messo da parte dalla società, come ha ben sottolineato Carlin Petrini nella prefazione e Marco Bolasco nella presentazione avvenuta nella chiesa sconsacrata del Borgo antico San Vitale di Borgonato, in Franciacorta, restaurato dalla famiglia Gozio, distillatori dagli albori del millenovecento. Un libro da maneggiare, da rigirare tra le mani, fermandosi a leggere queste voci, catalogate sotto le lettere dell'alfabeto, la cifra concreta e tenera della vita di Veronelli, ben scolpita dagli autori.




DOVE COME QUANDO


"Luigi Veronelli:
la vita è troppo corta per bere vini cattivi"
Autori:
Gian Arturo Rota - Nichi Stefi
Pagine: 320
Prezzo: euro 16,50
Editori:
Giunti - Slow Food





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