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lunedì 29 ottobre 2012

SALONE DEL GUSTO, CHIUSURA COL BOTTO


Chiusura in crescendo a Torino per il Salone del Gusto e Terra Madre. Un quaderno del dolore è stato presentato da un gruppo di piccoli imprenditori agricoli quotidianamente distolti dalle loro attività e impegnati a dedicare ore e tempo a burocrazia, vincoli e  imposizioni. Ecco i loro racconti.


«Pensavo di aver studiato per fare l’enologo, non per stare seduto a compilare carte»: è senza mezzi termini la provocazione di Gianmario Cerutti, giovane viticoltore piemontese di Cassinasco in Monferrato e vicepresidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti. La sua denuncia è comune a quella di migliaia di produttori italiani, non solo del mondo del vino: la burocrazia, i documenti, i controlli li stanno sommergendo. Sono troppi e su misura solo per le grandi aziende, rivelandosi onerosi, spesso insostenibili per le piccole realtà. Un tema attuale, del quale si è discusso nelle ore conclusive del Salone del Gusto e Terra Madre 2012, mettendo a confronto i controllori e i controllati. 


Tra questi ultimi ce ne sono due “disubbidienti”. Sono Alessandro e Gian Natale Fantino, vignaioli di Monforte D’Alba, in provincia di Cuneo, che hanno rinominato il loro Barolo 2005 Riserva, appunto, "Disubbidiente", e hanno donato la metà delle bottiglie a Terra Madre: tutto perché, una volta scaduta, non è più stata rinnovata la certificazione della Docg, e il Barolo, definito ossidato, è stato declassato a semplice vino rosso. «Quel vino ha risvegliato il ribelle che è in me», ha detto Alessandro Fantino. Il suo vino è stato messo fuori mercato da regole che non condivide (e che sono state imposte senza discussione), come molte altre: «Da produttore, io chiedo di essere lasciato libero. Sarei pronto a pagare il doppio delle tasse per avere più libertà. I vignaioli devono passare le loro giornate in cantina, nei vigneti, raccontando le loro etichette agli appassionati che sanno apprezzarle. Perdere un terzo delle mie giornate a compilare scartoffie danneggia il nostro lavoro, la nostra produttività».
 Fantino non è solo: è compatto il fronte dei colleghi contrariati.


«Si parla di semplificazione a tutti i livelli politici e istituzionali: per gli artigiani è necessaria, altrimenti rischiano di scomparire. E i piccoli vignaioli sono artigiani a tutti gli effetti», dice Ampelio Bucci, dell’azienda Villa Bucci, in provincia di Ancona. «Facciamo già due mestieri, quello di produrre vino e quello di venderlo. Il terzo, ovvero stare ore in ufficio a controllare le carte, è troppo impegnativo. Dovremmo assumere qualcuno che se ne occupi, e non tutti riescono a sostenerne i costi». Poi c’è il capitolo dei controlli in azienda: «Ce ne sono troppi. Chiediamo soltanto che vengano razionalizzati», aggiunge Gianmario Cerutti della Federazione italiana vignaioli indipendenti. La Fivi ha recentemente consegnato al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, un dossier sulla burocrazia: «È una raccolta di osservazioni su come modificare le regole che ci attanagliano. Speriamo ci ascolti: abbiamo bisogno di instaurare una comunicazione migliore con legislatori, enti, consorzi».


DOVE COME QUANDO

Cascina Cerutti
Via Canelli 205
Cassinasco (Asti))
Tel. 0141 851286
www.cascinacerutti.it
Ettari di vigna: 6
Barbera Docg Superiore "Foje Russe"
Moscato d'Asti Docg "Surì Sandrinet"


Azienda Agricola 
Alessandro e Gian Natale Fantino
Via G. Silvano 18
Monforte d'Alba (Cn)
Tel. 0173 78253
www.vinofantino.com
Ettari di vigna: 8
Barolo Bussia Riserva "Vigna dei Dardi"
Barbera d'Alba "Cascina Dardi"


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