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lunedì 25 febbraio 2013

SAN POLO: IL BRUNELLO CON CANTINA BIO



"Se non ci fosse l'export  del Brunello non si venderebbe un gran che". Parola di produttore. Onestà suprema di fronte a una realtà controversa come quella di Montalcino. Allegrini e Gaja considerati "stranieri", comunque in patria, sono in questo momento le due griffe che danno sostanza a questo rosso osannato e distrutto dallo stesso wine system del luogo. La confusione generata dalle stelle pronte a soddisfare soltanto chi le attribuisce, il doppio gioco delle Riserve: perchè sottoporre il vino ad altro legno, per un anno ancora? Gaja è tra quelli che non fanno Riserva, ritenendo, suppongo, il Brunello pronto al momento dell'uscita di base. Due velocità che non giovano a nessuno, nemmeno alle enoteche costrette ad aumentare i prezzi in tempo di crisi e quindi veder crescere  le casse di invenduto in cantina. Il silenzio di Biondi Santi e Soldera, l'immobilismo dei produttori locali, gestiti dalle logiche del Consorzio che ancora non ha capito che non si possono assaggiare decine di vini sotto un tendone storico. Le verità arrivano dai cosiddetti stranieri. Rispettosi del territorio, della bellezza dell'arte, amanti dell'ambiente e di un benessere spirituale che comprende vino e cibo. Acquistata nel 2007 da Allegrini, simbolo dell'Amarone e della Valpolicella, San Polo si sta rivelando un magnifico blend tra paesaggio e civiltà. Nicola Biasi è il giovane enologo, con uno staff davvero ridotto, che in pochi anni ha saputo rimettere al suo posto le speranze cullate dai precedenti proprietari che avevano intuito la forza dei vigneti di Sangiovese Grosso in località Podernovi esposto a Sud Est. Aiutato anche da una stagione bizzarra, il Brunello 2008 è un rosso che finalmente va verso logiche nuove. Freschezza, rispetto del frutto, sentori mai invadenti, eleganza e tannini morbidi. Un vino che ha abbandonato la corposità fine a se stessa, per anni il naso marmellatoso vanto dell'impiego smodato dei concentratori, e legni usati per trasmettere inutili profumi di vaniglia. Un Brunello più bevibile da subito, abbandonando quell'equivoco dell'invecchiamento tout court. Non va dimenticato che non tutte le annate possono invecchiare bene e la sua attesa è un fatto di cultura enologica. A San Polo si fa uso di botte grande e vasche di cemento, Brunello e Rosso prodotti arrivano a circa 65 mila bottiglie, oltre alla Riserva, a Rubio e Mezzopane, le altre etichette. L'ambiente come si diceva è tenuto in grande considerazione.  San Polo è la prima cantina in Toscana, con Pfitscher in Alto Adige, ad essere certificata CasaClima Wine, marchio che rende onore alla qualità delle aziende vitivinicole attente all'impatto ambientale.  Interrata per integrarsi nel territorio senza deturparlo la cantina sfrutta l'acqua di una fonte naturale attraverso un sofisticato sistema di serpentine, dispone di camini solari e sfrutta l'umidità del terreno, dall'esterno all'interno. Uno stop and go attraverso uno scannafosso che corre lungo la parte di cantina per l'invecchiamento in tutta la sua altezza. Un termolabirinto dove aria e umidità si mescolano per essere poi immesse, secondo necessità, all'interno attraverso griglie e sensori. 




DOVE COME QUANDO

San Polo azienda agricola
località Podernovi, 161
Montalcino (Siena)
Tel. +39 0577 835101
www.poggiosanpolo.com

Ettari di vigna 16
Produzione: 200 mila bottiglie

Brunello di Montalcino Docg 2008
Vitigno: Sangiovese grosso
Ettari di vigna 8
Bottiglie: 50.000
Prezzo in enoteca: euro 35



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