L'oro di Favignana si presenta negli acini di uva Zibibbo della tenuta di Calamoni. E' l'ultima avventura in ordine di tempo, di Firriato che due giorni fa ha ultimato la prima vendemmia sull'isola siciliana dopo più o meno cent'anni di abbandono di ogni segno di cultura del vino. L'isola diventa una entità unica da guardare sognando. I filari di vigna come soldatini di piombo di fronte allo spettacolo del mare prendono il bene e il male che l'isola offre. Il vento e la brezza nelle ore più scure, il sole e l'arsura nelle ore più luminose e calde. Favignana è sulla scacchiera Firriato una svolta nel percorso dell'azienda di Paceco. E' l'avvio di un disegno più mirato, attento all'ambiente, al recupero di quanto inopportunamente altri hanno dimenticato, alla ricerca di un concetto semplice, ma efficace: la vigna come giardino. Non soltanto per il verde e per quanto può dare in termini produttivi, ma giardino dell'anima, estetica, bellezza, salubrità. I suoi attori: una lei vulcanica, un lui apparentemente riflessivo, con occhi curiosi pronti a calamitare tutto quanto ha le sembianze di un sogno raggiungibile: Vinzia Novara e Salvatore Di Gaetano, un incontro d'amore e passione che ancora cammina spedito. Trapani non è New York, ma ci fa vedere che l'America non è un sogno per fortunati signori, ma qualche cosa di tangibile laddove esistono ideali d'acciaio.
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