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venerdì 9 settembre 2011

SE IL MIO VINO E' BIO



















Estremisti, forse visionari, sognatori, di sicuro molto convinti di quanto stanno facendo. In vigna come nel giardino di casa. La scelta del naturale trova logiche nuove in un contesto che nell’ultimo ventennio ha sposato la chimica. Un’azione che va rivista. Come sostiene Massimo Dal Lago e la sua azienda Masari condivisa con la moglie Arianna Tessari a Valdagno, a Nord di Vicenza. I loro quattro ettari di vigna sono sistemati nella vallata dell’Agno e il leit motiv nella conduzione uno soltanto: “Agricoltura consapevole”. Niente diserbanti e pesticidi. “Perché usare antibiotici per curare un raffreddore quando basta l’aerosol? La Natura è come l’uomo”, dice convinta Arianna. Un processo lento, difficile da spiegare e comprendere. Una cosa i due vignaioli l’hanno capita via i solfiti dal vino che producono. Hanno chiamato la loro linea “4 elementi”. Gli elementi della natura per dar vita a emozioni in bottiglia con un rosso e un bianco. Nel tempo hanno dettato le regole per difendere la loro vallata in esse si tiene conto del terreno, dell’ambiente, della coltivazione, dell’uomo. “Penso che l’unica certificazione possibile in questa fase di transizione, sia qualcosa di simile ai dieci comandamenti. Poche regole e governabili”, sostiene Massimo. 



Chi esulta a sentire queste parole è Angiolino Maule. Radicale nella scelta di produrre vino naturale nella sua azienda Biancara, a Gambellara, nell’area dei monti Lissini, con vigne a 200 metri d’altitudine. Il suo concetto l’ha scritto: “ In natura è tutto armonico, mai identico: i vigneti sono composti da molte viti, ognuna è un individuo a sé”. Così ha fondato “VinNatur”, una associazione di contadini e vignaioli europei, in rappresentanza di 145 aziende, per confrontarsi, studiare, approfondire. Ha coinvolto il ricercatore francese Michel Barbaud per gli studi sul terreno, Sauro Simoni del Cra di Firenze per un impiego corretto dello zolfo, l’agronomo Ruggero Mazzilli per combattere i problemi dati dallo oidio. “Non siamo più gli hippy degli Anni Ottanta, anche in vigna ci siamo rimboccati le maniche”. La sua azienda produce sessantamila bottiglie. Al top c’è un bianco, il Sassaia, “zero solforosa e zero chimica”, dice Angiolino che nel cuore porta una attenzione speciale per il vitigno con il quale viene fatto questo vino: la Garganega. “Vorrei che  diventasse grande per tutti”. E il sogno di lasciare un manuale a chi continuerà la sua strada su tutti gli studi e applicazioni che ha condotto in questi anni in collaborazione con l’Università.


Una bandiera, condivisa da tanti. Come Tommaso Piovene, agronomo, responsabile con il fratello Mario, dell’azienda di famiglia a Toara di Villaga nel cuore dei colli Berici. In vigna unico obiettivo: “lotta integrata”. Per avere un vino sano, genuino. I Piovene discendono dai Barbaran presenti già nel 1500. Gli ettari sono circa una trentina, centomila le bottiglie prodotte. Molta attenzione al Tocai rosso oggi chiamato Tai, creato con uve parenti del Grenache francese e presentato in due versioni: Riveselle, con profumi di ciliegia e Thovara, da vendemmia tardiva. 


DOVE COME QUANDO


La Biancara
di Angiolino Maule
via Biancara, 14
Gambellara (Vi)
tel. + 39 0444 444 244
www.biancaravini.it
Ettari di vigna: 12
Produzione: 60 mila bottiglie


Azienda Agricola Masari
via Bevilacqua, 2 A
Valdagno (Vi)
tel. +39 0445 410 780
www.masari.it
Ettari di vigna: 4
Produzione: 25 mila bottiglie


Agricola Alessandro Piovene Porto Godi
via Villa, 14
Toara di Villaga (Vi)
tel. +39 0444 885 142
www.piovene.com
Ettari di vigna: 31
Produzione: 100 mila bottiglie 

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