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giovedì 5 gennaio 2012

SEDOTTI DA UN DRINK

 
Mi sono divertito a scrivere questo articolo per Franz Botrè, direttore del mensile Monsieur. Lo propongo e rilancio il quesito: si può davvero sedurre sorseggiando un drink?  



Marilyn Monroe, secondo gli invidiosi di Hollywood si muoveva sempre armata. Di Champagne, naturalmente. In “Facciamo l’amore” seduce Yves Montand prima scendendo in calzamaglia nera da un’asta mentre canta, poi accarezzando con le dita delle mani il collo del bicchiere. Gli occhi sognanti, le labbra colorate di rosso e l’obiettivo raggiunto. Il film di George Cukor è cult per il glamour che emana in ogni scena. Nella vita privata l’attrice americana adorava le bollicine francesi alle follia. Così tanto da versare, una volta, 350 bottiglie nella vasca e farci il bagno per poi ammettere seducente: “L’ho respirato come ossigeno”. Dita von Teese, pseudonimo di Heather Renée Sweet, modella statunitense, show girl del burlesque, considerata fashion icon dallo stile vintage sofisticato, diventa famosa per la sua performance di striptease nel gigante Martini Glass e il suo look da pin-up dalla pelle d’avorio. I fotografi fanno a gara per immortalarla. Lei ci prende così gusto che come testimonial Cointreau si supera. La griffe del famoso liquore francese all’arancia le dedica CointreauTeese, cocktail personalizzato alle note di violetta. Il mese scorso in un locale milanese di corso Como, in un ambiente dal sapore anni Trenta, ammalia gli ospiti con il suo magnetismo. Scortata da due luggage boys sorseggia Cointreaupolitan, cocktail glamoroso e seduttivo. L’approccio non è trash, la regina del burlesque, fa scivolare sul vetro le sue sensuali labbra dipinte di rosso brillante con lo stesso charme di quando si esibiva per Agent Provocateur, l’emporio di lingerie, sofisticato e audace, fondato a Londra nel 1994 da Joseph Carré, figlio della stilista inglese Vivienne Westwood.


La seduzione con il bicchiere che separa una bocca dall’altra fa sempre centro. “Sono storie da assaporare sulle labbra”, dice la diva. Ora che Cointreau ha creato per la sua testimonial un lussuoso cocktail bar da viaggio, sul modello delle cappelliere stile retrò. “Così che ogni mia avventura in una città, sia Londra o Singapore, possa iniziare con un drink leggendario”, ammette sorridendo la pin-up. L’agrumato della buccia d’arancio del liquore francese come un profumo, scivola sulla pelle diafana della starlet. In bocca la dolcezza seguita da un temperamento mediterraneo. Un parallelo di sensazioni di gusto e femminilità. Ma Dita è convinta quando spiega che: “Lo stile non ha niente a che fare con la moda. Non bisogna seguire quella di stagione… A volta la gente pensa che un aspetto naturale sia per forza più sbrigativo, ma non è così”. Tanto meno per lei che seduce tutti e ispira artisti e creativi. Come il shoes-designer francese, Christian Louboutin, grande amico che le personalizza le scarpe per ogni spettacolo. Non è escluso che presto vedremo l’attrice maneggiare un tacco come un calice e sorseggiare Champagne, in un déjà vu di una nota e fortunata pubblicità di qualche tempo fa. La manicure perfetta, le ciglia degli occhi allungate, Dita conquista non soltanto per gesti lenti, sexy e accattivanti. “In genere si è attratti da chi ha un atteggiamento positivo verso la vita”. Un pensiero che rilancia lo psichiatra e sessuologo svizzero Georges Abraham. Non basta tuttavia desiderare per essere seducenti. “Le maggiori chance le hanno le persone che mostrano all’inizio indifferenza. Sedurre è un gioco divertente e complicato. A volte inebria, a volte delude”, aggiunge il filosofo. Il glamour da bere è una espressione non verbale che si avvale di gesti, sottintesi, ammiccamenti. E non basta. Gli sguardi, la voce, il sorriso possono completare i primi passi di fascino. Giocherellare con il bicchiere è ritenuto un segnale di disponibilità. Dipende anche da che cosa c’è dentro. Secondo i francesi lo Champagne non può mancare mai. Nel bene e nel male, che sia conquista o addio. Francis Scott Fitzgerald e Zelda, la donna che diventerà sua moglie, si erano incontrati in Alabama davanti a una coppa di bollicine. Le stesse che lei una sera a New York versò in un bicchiere e poi, con lui all’interno, salì sul tetto del taxi per dimostrare amore, lucidità e capacità di equilibrio non versando una sola goccia mentre l’auto sfrecciava nel traffico. Eccentrici, istrioneschi, si accusavano a vicenda di copiare le idee uno dell’altra mentre lui preparava “Tenera è la notte” e lei “Save me the waltz”. Si ritrovavano sempre sorseggiando prima che lei finisse in una casa di cura.


Milano sorseggiò molto negli anni Ottanta con la “Milano da bere”. Un tentativo di ripescaggio di questo fortunato assioma ha caratterizzato l’ultima campagna pubblicitaria di Moschino. In piazza Duomo lo stilista ha fatto fotografare da Jurgen Teller una delle donne più affascinanti del pianeta, l’iraniana Yasmin Parvaneh, moglie di Simon Le Bon leader dei Duran Duran. Moda e vino possono essere complici unici, anche se irresistibili, secondo la psicologa americana Elaine Hatfield, dell’Università della Florida, sono coloro che danno l’impressione di essere interessati soltanto a un determinato partner e indisponibili per chiunque altro. Senza essere necessariamente wine lovers. Chi la pensa esattamente al contrario sono i seguaci del Wine dating. Una moda che ha stregato l’Europa e le star di Hollywood con Johnny Depp in testa seguito da Sarah Jessica Parker protagonista di Sex and the City. Il vino sa catturare i cinque sensi: così aiuteranno a fare conquiste al primo incontro nel gioco della seduzione. Interprete e icona il sommelier Olivier Magny che ha lanciato questa tendenza a Parigi e in tutta la Francia, ben coadiuvato in Italia dai veronesi Riccardo e Carlotta Pasqua, terza generazione delle Cantine Pasqua. Tatto, udito, vista, olfatto e gusto complici a prova di cuore anche se il sessuologo Willy Pasini rilancia una domanda-tormentone che mai lo ha abbandonato nei suoi studi: “Seduzione, arte che si impara o caratteristica innata?”.


I rischi di una infatuazione non mancano e un bicchiere di troppo può complicare le cose. Si tratta in fondo di un sentimento superficiale, non costruito sulla conoscenza vera della persona amata, ma su una esaltazione della fantasia. Complice il whiskey irlandese, il poeta William Butler Yeats sognò sempre una notte d’amore con la scrittrice Maud Gonne. Lui l’aveva immaginata come la sua donna ideale. Quando, al termine di un estenuante corteggiamento, Maud si concesse al poeta, lo stesso “trovando che la sua preferita non era in realtà come l’aveva immaginata”, ebbe una disatrosa defaillance. Molto meglio giocare alla larga da tete-a-tete soffocanti e magari indagare il fascino della seduzione attraverso momenti di glamour come qualche anno fa ha voluto a Parigi, Karl Lagerfeld nella sua Maison in una indimenticabile abbinata con Dom Pèrignon. Modelle, attori, chef e winemaker, curiosi e giornalisti si sono confrontati di fronte alle bollicine della felicità degustando annate superbe, accecati dai flash di fotografi angosciati dall’idea di perdere l’ultimo gossip di stagione. Ben vengano gli anni di Dita von Teese, il suo fare seduttivo amplificato dalla tecnologia fotografica e delle telecamere, le luci della ribalta e la pelle di porcellana, ma resta sempre quel dubbio di Willy Pasini e un film sull’argomento che ci fa pensare: “Il laureato”. L’impaurito Dustin Hoffman è sedotto da Mrs. Robinson-Anne Bancroft, donna matura e affascinante che lo invita a casa per un drink. “Stai provando di sedurmi…”, chiede Benjamin. “No, sono onorata di averti qui…”, replica lei. “Mi perdoni per quanto ho appena detto?...”, si scusa il neo laureato andandosene. Il tema, trasgressivo per l’epoca, fine anni Sessanta, ha la sua svolta quando Benjamin chiama al telefono da un albergo la signora, amica di famiglia, invitandola a bere qualcosa. Lei accetta. Si conclude così l’atto seduttivo che al tempo stesso si fissa nella memoria e nell’immaginario collettivo.


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