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giovedì 1 dicembre 2011

DA MONLUE' A MILANO... IN CAMPAGNA


 Anche i muri dell’antica trattoria Monluè alle porte di Milano lanciano un messaggio di passione. La stessa per la cucina e il cibo che hanno i proprietari Eugenio Anzalone e sua moglie, Emilia Lomazzo, chef. La storia del vecchio Borgo, e del monastero di San Lorenzo, circa mille anni sulle spalle, a pochi passi dal parco Forlanini è uno dei motivi per chi viene a cena in questo luogo. La tavola è quella tradizionale, molto amata dai milanesi. Poi, non guasta mai per l’atmosfera che crea, la stanza del camino storico. Un ciocco di legna che arde è un valore in più per i venticinque fortunati che prenotano prima degli altri. Anzi esiste una seconda possibilità di avere un focolare riservato per una decina di gourmet al piano superiore.
Un convivio dove i piatti di Emilia solleticano la gola. In autunno è tempo di tartufo, funghi, mele, nocciole. “La zucca per esempio – dice la chef – Quella mantovana dal gusto intenso, colorata, dolce”. Anche il colore a tavola ha il suo valore psicologico. “Un bel risotto arancione vale di più che smorto”. Accompagnato da bocconcini di zucca al forno. Per chi ama invece i ravioli anzichè il riso, stesso trattamento appetitoso. La mano della cuoca si fa sentire in ogni piatto, nei particolari. Il tartufo da servire con i tagliolini che sono fatti in casa e tagliati a mano, così, dice la chef “da verderli imprecisi nel piatto”. Un’idea semplice, alla ricerca di quanto può migliorare la qualità. Il senso delle buone cose fatte artigianalmente. Come le melanzane sott’olio oppure i peperoncini con acciughe da proporre come antipasto, in compagnia di culatello di Zibello e affettati di salumi.


La parte del leone alla trattoria la fanno i brasati, di manzo, cinghiale, asino. Cotture lunghe, lente. Presentati con polenta macinata a pietra. Un sogno del palato grazie anche ai fornitori: l’azienda Pierluigi Salera di Garlasco per le farine e le carni di Arnaldo Nobili di Poggiridenti in provincia di Sondrio.
Naturalmente l’autunno e le prime nebbie favoriscono piatti ricchi come il bollito misto con salsa verde che non manca mai nel menu. A chi è di fretta e non rinuncia a trattarsi bene e prende un solo piatto ecco serviti a scelta, l’ossobuco o la quaglia con risotto giallo o alla parmigiana. Tra i fornelli e in sala, il tutto, è governato dall’occhio attento di Eugenio, autentico globetrotter della buona tavola, un interesse sbocciato all’età di quindici anni. Oggi per lui e la sua sposa, giunti alla soglia dei cinquant’anni, è un piacere accontentare ospiti in cerca di golosità. Prima del dolce, i migliori a base di frutta di stagione, come la crostata di mele renette, due parole sul pesce. Anche se la tradizione del luogo non lo richiede in carta fa la sua bella figura e la padrona di casa non rinuncia al suo tocco. Oltre all’imperdibile frittura, uno per tutti può essere, senza dubbio, il tonno rosso. “Crudo – spiega Emilia – da pesce abbattuto, cioè non surgelato, che sfiletto e preparo al momento”. Una tavola che invita a non correre contro il tempo coccolati dalla fiamma del camino. Naturalmente sorseggiando un buon bicchiere di vino. L’esperto è Francesco Baccaro che dispone in cantina di 180 etichette circa. Si può scegliere tra Barbera, San Colombano, Inferno e Sforzato della Valtellina, i bianchi siciliani come Firriato o dell’Alto Adige, i pugliesi Negroamaro e Primitivo. “Per non farsi mancare proprio nulla”.
Corriere della Sera - Style




DOVE COME QUANDO

Antica trattoria Monluè
Via Monluè, 75
Milano
Tel. +39 02 761 0246
Prezzo medio: euro 45
Chiuso: sabato a pranzo
e domenica

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