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venerdì 7 marzo 2014

PRIMO FRANCO, PROSECCO EVOLUTION




Cosa può diventare il Prosecco, nel caso specifico quello dell'azienda Nino Franco di Valdobbiadene. A sinistra, nell'immagine, l'annata 2013, da poco in bottiglia, a destra il 1990. Un mondo li separa, ma è un mondo di qualità, di evoluzione straordinario che consegna un vino completamente diverso. Un autentico colpo di teatro che Primo Franco ultimo erede con la figlia Silvia, quarta generazione di questa famiglia di produttori, regala con una degustazione per celebrare i primi trent'anni del loro Prosecco. Un vino abusato in passato, ora alla riscossa, ma con autentiche sorprese come si sono rivelate le bollicine create negli anni da Primo. C'è anche un segreto: dimenticarlo in cantina...



Questa è l'immagine dell'annata 1990. A parte il logo aziendale Nino Franco nessuno può contestare che siamo nella cantina di Valdobbiadene.  Il colore è accattivante e soprattutto fa pensare a grandi Sauternes in maturazione o se piace di più a Montrachet evoluti. Invece è il Prosecco di Primo Franco. Già a guardarlo si resta conquistati dal colore giallo oro.  Al naso ho addirittura sentito petalo di rosa, una grande dolcezza, una souplesse nobile, clamorosa per un Prosecco. Non per quello di questa cantina. Con venature appena percettibili di salinità. Un capolavoro. Peccato perchè il padrone di casa ne ha poche bottiglie e in giro (leggi enoteche e quant'altro) non si trova. Più incredibile di ogni altra cosa è che, come l'annata 1991, strepitosa, più complessa, severa, lievi note di caramello, freschezza, qualche richiamo al Riesling,  è stata prodotta con lieviti selvaggi. Se questa è la strada, evviva. Quella seguita naturalmente nella cantina della famiglia Franco sino al 1996, anno in cui cambiarono parecchie cose dal punto di vista tecnico. Dall'iperossidazione ai lieviti selvaggi dei quali si faceva uso si passò a quelli selezionati. Alla solforosa impiegata con valori più bassi rispetto agli standard.  Il 1996 è una annata superba per note di fiori secchi, balsamico, lieve tostatura, pasta di panettone, uva passa, caffé.




Mi aiuto con le immagini per seguire questo percorso un po' da sogno, ma anche da time maker, immagino gli anni giovanili di Primo Franco, appena succeduto a suo padre Nino, mentre preparava le cuvèè, ignaro di quanto sarebbe accaduto oggi, 11 febbraio 2014, stappando le bottiglie del suo Prosecco. Ventitre anni dopo e con trenta vendemmie sulle spalle.



Argento e oro, pietre preziose e sfavillio, quando la suggestione accompagna una degustazione fuori dall'ovvio e l'estetica, anche di un semplice bicchiere, s'impadronisce dei protagonisti. Caratteri che valgono per accompagnare l'annata 2001, forse la più bizzarra, maiuscola con le note di rosmarino, salvia, un finale verde di erbe da orto, un colore meno carico dei vari fratelli, una grande finezza al palato.







Primo Franco, gran signore di Valdobbiadene, padrone di casa, creativo di queste annate una meglio dell'altra, una più sorprendente dell'altra. Architetto mancato, ma non per quelli che avranno il piacere di degustare queste annate. Giulio Cassol, grande naso, intuitivo, l'enologo storico di questa famiglia del vino. Per lui nessun segreto in cantina e nei vini degustati. Renato Meneghello, enologo, l'erede di cantina, la continuità dell'azienda. I protagonisti.









DOVE COME QUANDO

Nino Franco Spumanti
Via Garibaldi, 147
Valdobbiadene (Treviso)
Tel. +39
0423 972051
www.ninofranco.it


1 commento:

  1. Grazie Mauro per aver trasformato in parole le sensazioni, a volte difficili da spiegare, di una esperienza unica! Silvia

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