Non credo affatto che l'enologo Giacomo Tachis fosse un cattivo professionista quarant'anni fa. Era già un talento e lo è tutt'ora, anche se dice di aver smesso con il suo lavoro. Ne avrebbe ragione, comunque. La cosa senza senso è che lo si debba premiare all'alba degli ottant'anni. Ricordando poi che è il creatore del Sassicaia. Appunto un sacco di anni fa. Aggiungo di tanti altri ottimi vini, a seguire, nell'ultimo periodo della sua attività professionale, dopo i trent'anni trascorsi da Antinori. Mi vengono in mente Pelago, Triskelè, Rocca Rubia, Terre Brune, Argiolas. Di un viaggio in Sicilia non dimentico la sua premura verso quello che è stato definito il Rinascimento del vino italiano a cominciare dall'isola e dal Nero d'Avola. Era la fine degli Anni Novanta. Con noi c'erano Patrick Leon, allora direttore di Chateau Mouton Rothschild, l'ex direttore tecnico di Chateau Ausone, e altri illustri viaggiatori. Andammo dai Rallo di Donnafugata, dal conte Lucio Tasca d'Almerita, Duca di Salaparuta, Pellegrino a Marsala, dai Melia del Ceuso. Preso dalla smania di salutarlo, oggi, ho chiamato Giacomo al telefono. Abbiamo ridacchiato un po', gli ho ricordato tutte le volte che sul Corriere della Sera, l'ho definito "principe degli enologi". Grande compositore di blend non ha esitato a esprimere la sua perplessità su quanto sta accadendo a Montalcino per il Brunello. Difficile governare il Sangiovese. Simpatico sul futuro del vino italiano: "Molti produttori debbono rientrare in vigna invece di trascorrere il tempo in Mercedes". Su certe etichette fortunate: "Aiutate da battaglie mediatiche insane che hanno contribuito ad alzare i prezzi in modo sconveniente. Dovranno necessariamente essere abbassati se ancora si crede di far vino". Un Tachis lucido, insomma, padrone delle proprie ore, la colazione vicino casa, all'Osteria Cinque di vino, e molte dedicate alla lettura. I classici, altra passione, da Lucrezio a Plinio. Per lui che ha collaborato con Emile Peynaud, grande enologo francese, la vigna è cultura come hanno insegnato Fenici, Greci, Etruschi: "Sostenevano che il vino ama il respiro del mare, è vero ancora oggi". Come Galileo arguiva che "non può essere vino senza umore e luce". Filosofia e studio, professionalità ed ebbrezza del Tachis-pensiero sono condensati nel suo libro, uscito a fine anno, "Sapere di vino", viaggio pieno di gusto sulla cultura millenaria della civiltà enoica. Dove Giacomo ci regala anche le sue semplici massime di vita: "Meglio vivere poco distanti da un albero che accanto un palazzo".
DOVE COME QUANDO
"Sapere di vino"
Giacomo Tachis
Mondadori
Pagine 176
Euro 18
Osteria Cinque di vino
viale San Francesco d'Assisi
San Casciano Val di Pesa (Fi)
Tel. 055 8228116
www.cinquedivino.it
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